Il G7 a Tokyo: fermate voi il superyen di Stefano Lepri

Il G7 a Tokyo: fermate voi il superyen Nasce il G20, si riunirà in dicembre a Berlino con, fra gli altri, Russia, Cina, Brasile e Turchia Il G7 a Tokyo: fermate voi il superyen Fazio vede «segnali di un aumento dei prezzi» Stefano Lepri inviato a WASHINGTON Per frenare l'ascesa dello yen, che rischia di squilibrare l'economia mondiale, il Giappone dovrà stampare moneta. Questo è l'esito inatteso del vertice economico del G-7 ieri. Messo davanti all'alternativa tra «perdere la faccia» e non ottenere nulla per il suo Paese, il governatore della Banca del Giappone Masaru Hayami ha scelto la prima alternativa, e ha firmato un comunicato finale che contraddice quanto aveva sostenuto fino al giorno prima. I sette grandi Paesi industriali potrebbero concordare interventi sui mercati valutari solo nel caso l'espansione della liquidità in Giappone non fosse sufficiente a fermare l'apprezzamento dello yen. Rientra nei paradossi del governo economico mondiale che si consigli energicamente a Tokyo ciò che a tutti gli altri Paesi viene con uguale forza sconsigliato, ovvero finanziare l'inflazione. Per l'appunto il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio nota che sono comparsi nel mondo «vaghi segnali di aumento dei prezzi», non più seri che altrove («l'Italia segue il mondo), su cui si devono tenere gli occhi aperti. Fazio è d'accordo con il presidente Ciampi nel preoccuparsi per la troppo lenta crescita dell'Italia; con una punta d'orgoglio nota di aver già fatto lo stesso richiamo «molte volte». Per la prima volta invece, ieri, in un G-7 la situazione economica dell'Italia è stata discussa in assenza del governatore della Banca d'Italia. Alla parte iniziale della riunione, dedicata alla «sorveglianza» delle economie, erano presenti, come sempre, i ministri del Tesoro di Germania, Francia e Italia, ma un solo banchiere centrale per i tre Paesi, il presidente della Bce Wim Duisenberg. Starnici cambiando in fretta gli organismi per coordinare le economie mondiali; ieri si ò deciso che in dicembre a Berlino si riunirà il nuovo G-20, formato da 19 Paesi (i 7 più Russia, Cina, India, Brasile, Mes¬ sico, Argentina, Turchia, Sud Africa, Australia, Arabia Saudita, Corea, e l'Indonesia se si risolverà la questione di Timor Est). Quanto a «sorveglianza» non c'è nel comunicato finale del G-7 nessun riferimento specifico all'Italia. In generale l'Europa, dove finalmente si scorgono segni di ripresa tangibili, è invitata a proseguire le «riforme strutturali», implicitamente pensioni e mercato del lavoro, capaci di rendere più vigorosa e duratura la crescita (di suo Amato ha aggiunto, dopo la fine della riunione, che «la continua crescita degli Usa è un esempio di flessibilità per noi»). Ma per la prima volta dopo qualche tempo gli europei sono riusciti a inserire un rimprovero agli Stati Uniti: il comunicato del G-7 consiglia misure per «aumentare il risparmio nazionale». L'economia mondiale sembra, al consulto di ieri, avviata su una strada di riduzione degli squilibri. Certo tutto andrebbe molto meglio - concordano gli economisti - se gli americani smettessero di spendere subito tutto quello che guadagnano, come ora fanno, e i giapponesi all'opposto si decidessero a ri- spanniare un po' meno. Ma motivi profondi di mentalità, di strutture economiche e di istituzioni politiche rendono difficile governare un mutamento. E il G-7 ha preferito non menzionare affat¬ to l'alto livello delle quotazioni di Borsa a Wall Street, il cui crollo indurrebbe casomai le famiglie americane a una correzione troppo rapida delle loro preferenze. In Giappone finalmente dopo anni una ripresa c'è, concordano i Sette, ma ancora fragile; uno yen troppo forte ridurrebbe le esportazioni e potrebbe soffocarla. E' interesse di tutti che la seconda economia del globo prosperi. Ma se le quotazioni della moneta salgono - questo il ragionamento che ha prevalso nel vertice di ieri, come lo riferiscono fonti attendibili - è perché ce n'è molta richiesta; e se ce n'è richiesta, va soddisfatta aumentando la quantità di yen in circolazione. La Banca del Giappone ha il problema di apparire indipendente dal governo e di non compiere mosse che possano essere accusate di favorire l'attuale maggioranza di governo; sembra tuttavia che si sia persuasa. Il G-7 (Usa, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Canada) ha anche discusso ampiamente della corruzione in Russia. E' confermato che la nuova rata del prestito Fini, 4,8 miliardi di dollari, non sarà versata senza garanzie concrete che questi soldi non finiscano nelle tasche di politici b di oligarchi della finanza loro amici. Al momento l'economia russa va meglio del previsto ma non è chiaro se questo sia dovuto a fattori transitori (maggiori incassi dalle esportazioni di greggio, rublo debole) o no. Il Giappone sollecitato a battere nuova moneta per agire sulla liquidità e ridimensionare così l'alto tasso di cambio C'è aria di ripresa in Europa ma perché sia duratura occorre proseguire sulla strada delle riforme strutturali ■ ■■ «■« ssa «ma »m* ìmk imi ■■i mmm «MI Utili' ■ mi Mtn _ _ maomiMoai^aii (Variazionepercentuale) (Variazionepercentuale) (°o forzn lavoro) 01 WASHINGTON 1993 |999 2000 1998 1999 2000 1998 1999 2000 G7 2.2 2.8 2.7 1.5 1.4 1.8 6.7 6.5 6.5 STATI UNIT! 3.9 3.7 2.6 1.6 2.2 2.5 4.5 4.3 4.5 GIAPPONE -2.8 1.0 1.5 0.6 -0.4 0.0 4.1 5.0 5.8 GERMANIA 2.3 1.4 2.5 0.6 0.4 0.8 9.4 9.1 8.6 FRANCIA 3.2 2.5 3.0 0.7 0.5 I.I 11.6 11.3 10.7 ITALIA 1.3 1.2 2.4 1.7 1.5 1.6 11.8 11.7 11.4 GRANBRETAGNA 2.2 I.I 2.4 2.7 2.3 2.2 4.7 4.8 5.3 CANADA 3.1 3.6 2.6 1.0 1.5 1.7 8.3 8.0 8.1 J

Persone citate: Antonio Fazio, Ciampi, Masaru Hayami, Wim Duisenberg