Scandalo sui passaporti Questore azzera l'ufficio
Scandalo sui passaporti Questore azzera l'ufficio Milano: trasferiti i 45 agenti in servizio Scandalo sui passaporti Questore azzera l'ufficio Spariti nel nulla 19 documenti in bianco I sindacati di polizia divisi sulla decisione MILANO Ufficio passaporti sotto inchiesta. Per la prima volta in Italia un intero ufficio della Polizia di Stato, quello di Milano, verrà azzerato e sostituito con nuovo personale: i quarantacinque agenti dell'ufficio verranno trasferiti ad altre mansioni perché qualcuno di loro avrebbe fatto sparire diciannove passaporti in bianco. E tre indagini della Direzione distrettuale antimafia, già da giugno, sono state aperte per chiarire che fine abbiano fatto quei documenti senza identità che possono aver regalato un viaggio all'estero a chi era in fuga dalla legge italiana. Alla questura di Milano adesso è piena bufera e non mancano le polemiche. I due sindacati di polizia più importanti sono divisi: il Sap chiede che la faccenda venga risolta il più presto possibile ed è pronto a collaborare; il Siulp invece contesta il trasferimento dei propri colleghi e non risparmia duri attacchi al questore Giovanni Finazzo: «Moltissimi degli agenti trasferiti non hanno niente a che fare con l'indagine». Eppure i sospetti sono forti e a confermarli c'è l'arresto di un pregiudicato con in mano un permesso d'espatrio e il ritrovamento in un Paese del Nord Europa di un passaporto intestato a una donna che non esiste. Proprio da quest'ultimo inquietante indizio, che probabilmente sei-viva da lasciapassare a un ricercato, sono partiti l'allarmo e un'ispezione all'Ufficio passaporti. Sulla foto dei documenti ritrovati, infatti, c'era in tutti e due i casi la firma della questura di Milano. All'ufficio della polizia di via Montebello, prima del novembre dell'anno scorso, quando a Milano è arrivato il nuovo questore Finazzo, si sfornavano circa duecentomila passaporti l'anno, con picchi di 1500 libretti al giorno. Un lavoro frenetico ma non sufficiente: le pratiche arretrate erano così tante che la fila por ottenere un passaporto durava anche quaranta giorni. Tutto diverso da quando Finazzo, subito dopo il suo insediamento, ha reintrodotlo la delega ai commissiariati di zona per i passaporti. Ed è proprio il decentramento per sveltire la consegna dei libretti che adesso viene contestato dal Sindacato unitario di polizia. «Finazzo ha ricreato la stessa situazione di qualche anno fa afferma il Siulp - quando a Milano un agente venne arrestato perché dava i passaporti ai mafiosi». Ma le accuse non finiscono qui e il Siulp rincara: «E' una balla colossale che prima di Finazzo per avere i documenti ci volevano quaranta giorni e oggi soltanto quattro». Diversa la posizione del Sindacato autonomo dei poliziotti. Giuseppe Calderone, segretario provinciale del Sap, conferma che sull'intera vicenda ci sono «seri riscontri». «Il questore certamente non racconta falsità», ha detto Calderone, informato della vicenda pochi giorni fa. «Se alcuni colleghi hanno commesso delle illegalità devono pagare. Adesso bisogna fare chiarezza, per questo a Finazzo abbiamo dato la nostra disponibilità a collaborare». Alla questura, intanto, regna un paludato «no commenti» e il questore non dice nulla di più sull'inchiesta che lui stesso ha promosso e che come primo effetto ha portato allo smantellamento dell'intero Ufficio passaporti. Non sapendo ancora chi fra i 45 agenti della sezione della questura abbia venduto i libretti che valgono il passaggio all'estero, Finazzo è passato ai metodi sbrigativi inziando la completa sostituzione dell'organico, dopo che un'ispezione ministeriale aveva confermato l'esistenza di possibili illegalità. Dal mese di giugno per i poliziotti di via Montebello è cominciato il trasferimento forzato che verrà ultimata in questi giorni. Da quella stessa data qualcuno fra gli stessi agenti sarebbe finito nei fascicoli dei magistrati della Dda. [s. sp.)
Persone citate: Calderone, Finazzo, Giovanni Finazzo, Giuseppe Calderone
Luoghi citati: Italia, Milano, Nord Europa
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