« Discorso forte e convincente » di Antonella Rampino

« Discorso forte e convincente » L'APPLAUSO DEI 50 MILA «RILANCIARE LA FUNZIONE UNITARIA DELLA SINISTRA» « Discorso forte e convincente » E alla fine l'abbraccio di D'Alema retroscena Antonella Rampino inviata a MODENA Esai Walter, con Andreotti è andata come è andata, e cioè bene, la magistratura pensava di riscrivere la storia, e cosi finiva che passava pure l'idea del complotto comunista». La frase - rubata - è indirizzata a Veltroni, che se ne sta seduto con le gambe accavallate e tutto spencolato dall'altra parte, e si volge per un attimo verso D'Alema, poi compitamente annuisce. Sul podio del primo comizio rock della storia della politica italiana, «Walter Veltroni in concerto con Francesco De Gregori», ci sono tutti, ma proprio tutti. Tre belle file di nomenklatura diessina, a destra il partito, a sinistra il governo, e la Cosa 2, ovvero Ruffolo, Bogi, Crucianelli e quant'altro, in seconda fila, con un paio di giornalisti Rai di area diessina ai quali, con grande cortesia, è stato trovato posto a sedere giusto alle spalle di Mussi e Polena. A parlare sul podio per ora c'è un tal Mezzetti, Segretario Provinciale della Quercia a Modena, che sta tessendo le ovvie lodi dei « 15 mila che hanno lavorato tanto, sono il cuore pulsante della festa», e D'Alema sbadiglia anche se il Mezzetti è dalemianamente corretto, al punto da rimproverare i giornalisti di non aver intervistato non un cuoco, non un barman, non uno dei cuoricini pulsanti di quella che anche Veltroni definirà «l'ultima nostra festa di questo secolo». Ma per fortuna arriva Violante, «Jospin è davvero un grosso intellettuale di sinistra, sai Luciano, la macchina istituzionale francese è impressionante», fa D'Alema. Intanto batte le mani, sul podio è finalmente arrivato Veltroni, che la prende un po' alla larga, siamo all'alba di un nuovo millennio, e il Novecento è stato quel che è stato, ci sono un miliardo e trecentomilioni di poveri, e due miliardi non hanno nemmeno l'elettricità, e D'Alema che ha appena cominciato a fare il consueto origami, corruccia lo sguardo, e si morde pure il labbro inferiore. Veltroni si rende conto che la nobile tirata su come va male il mondo che è terzo e non primo potrebbe offrire il fianco alle consuete e banali critiche di buonisnio, e dunque precisa «non siamo anime belle». D'Alema s'accarezza la nuca. Ma poi Veltroni ricomincia, «....Mohammed Yunus...», sguardo interrogativo di D'Alema, «...il banchiere dei poveri...», ah ecco, e giù una spolveratina all'inesistente forfora sul blazer blu. D'Alema non riesce a star fermo un attimo, certo la seggiola è scomoda, mentre il resto della nomenklatura è immobile, tutti abbronzati salvo Sergio Cofferati che ha dovuto passare l'estate a rintuzzare i tagli alle pensioni. «...L'abbiamo detto a Castro, l'abbiamo detto a Milosevic, l'abbiamo detto ai turchi», e si comincia a capire dove Veltroni va a parare: nella globalizzazione, è tutto il mondo che lotta con i Ds per fare dell'Italia un paese, diciamo, normale. Poi arriviamo al fatto che la sinistra «deve avere una visione autonoma sul futuro del pianeta», e D'Alema fa ginnastica per la cervicale, quando per fortuna Violante gli allunga un appunto. Il presidente del Consiglio legge e approva. Siamo al «fortunatamente breve governo Berlusconi», e alla detta¬ gliata elencazione degli «insulti» del leader dell'opposizione che stampano sulla faccia del capo di governo un broncio, e accasciano all'ingiù gli angoli dei baffi. Una, due, tre, quattro cartelle contro il Cavaliere accolte con dalemiana impassibilità. Interrotta due volte, «...ci accusa di avere metodi da Frattocchie», aah ve li ricordate, se la ride il presidente del Consiglio a Violante che no, non se li ricorda proprio ma sorrido lo stesso. «...E allora diciamo che se in questo paese c'è qualcuno di illiberale, questo qualcuno è lui...» e la platea si lancia, «Bravo, bravo, bravo Walter...». Allora D'Alema alza su tutti lo sguardo di perfetto disappunto che ha chi non apprezza l'applauso facile. Lo sguardo di chi magari si divertirebbe pure, se non fosse che il partilo al 15-17 per cento lo vincola a stare politicamente incollato a Walter. Alla sesta pagina in cui Veltroni protrae l'attacco al Nemico, va in scena una riunione tra D'Alema, Violante e Angius che palesemente discutono di lavori parlamentari, e chissà, del gruppo unico dell'Ulivo di cui Veltroni parlerà di li a poco. Ma un ruggito dei quarantamila risveglia l'attenzione, Berlusconi ha ammazzato la Bicamerale, Massimo! Massimo! urla la folla, e lui a questo punto ha un gesto palesemente stizzito, li stoppa con un gesto della mano e li punisce non guardandoli più. Anche perché Walter si sta attribuendo alcuni successi, l'elezione di Ciampi, l'ingresso nell'Euro (pure con un commosso «grazio a te, Romano!»), e il dialogo con Fini, e l'opposizione fiera al «pastrocchio consociativo», e dice pure che «l'anomalia italiana fatta di insulti pubblici e cene private» non gli piace per niente. E allora sarà anche perche misteriosamente si diffonde nell'aria quell'afflato di cipolla fritta mista a zucchero caramellato che è poi l'odore del festival dell'Unita, ma D'Alema si stiracchia sulla seggiola. «...E allora rilanciamo l'Ulivo, il futuro dell'Italia». Un paio di pagine, ascoltate a braccia conserte, sguardo lungo sull'orizzonte, addirittura oltre i quarantamila che ascoltano, mentre Veltroni scandisce quel che D'Alema ha già detto da tempo, e cioè che alle prossime regionali ci si presenterà lutti sotto il segno della coalizione. E del resto, sarebbe possibile diversamente? Ma poi il discorso di Veltroni finisce nell'ovazione finale, applausi per l'appunto da concerto rock. E allora D Alemwsi alza, abbraccia Walter, leva il braccio al cielo stringendo la mano di Walter, e poi spiega che si, «il discorso, forte e convincente, che rilancia la funzione unitaria della sinstra, anche di governo, anche dell'Ulivo, mi è piaciuto proprio». Anche perché somiglia molto, davvero molto, a un discorso congressuale. 11 discorso di Walter, appunto, nel gennaio del Duemila a Torino.

Luoghi citati: Frattocchie, Italia, Modena, Torino