«E' la fine della pentitocrazia»
«E' la fine della pentitocrazia» «E' la fine della pentitocrazia» I-OsservatoreRomano: una frana di Ianni ROMA. La sentenza che ha riconosciuto il senatore Giulio Andreotti innocente oltre a «sancire il ridimensionamento della mentalità giustizialista» ha investito anche «la pentitocrazia». Lo sostiene l'«Osservatore Romano» che sottolinea: «in pochi secondi sono crollati 7 anni d'inchiesta e le affermazioni di una decina di pentiti. Una frana che ha travolto soprattutto i collaboratori di giustizia». «I giudici perugini -si legge - non hanno creduto a Tommaso Buscetta, leader dei pentiti, e alla frase"lo facemmo noi altri, io e Badalamenti nell'interesse di Andreotti", rivelata da Buscetta e attribuita a Badalamenti. E non sono stati creduti quelli della banda della Magliana e Fabiola Moretti che, come detto, ora rischia di finire sotto processo per falsa testimonianza». Non sono mancati ieri i commenti alla sentenza «Sono contento - dice il presidente del Senato Nicola Mancino -. Con questa sentenza l'Italia si libera di un'on¬ ta terribile». Filippo Mancuso ritiene che a Palermo «i comunisti si prenderanno una rivincita su Andreotti». E il segretario del Cdu, Rocco Buttiglione incalza: «Dunque Andreotti non è un delinquente e l'Italia non è stata governata da una banda di delinquenti. Questa sentenza ha un evidente significato politico». Usano accenti diversi nel commentare l'assoluzione di Giulio Andreotti Dario Fo e Franca Rame. Dice lui: «I processi si fanno per verificare se c' è o no un reato, e se i giudici hanno stabilito che non c' era possibilità di condannare Andreotti...». «Io non dubitavo - ribatte Franca Rame - che sarebbe stato assolto, i potenti non pagano mai: avete visto Tangen-* topoli?». La sentenza «è una lezione per quei magistrati inquirenti che giocano sulla pelle degli altri» secondo Claudio Martelli, ex numero due del Psi ed ex ministro della Giustizia nel governo Andreotti, «ad una prova tremenda per accuse le più laceranti. Sono mol¬ to contento per lui». «Sarebbe stata una macchia su tutto il Paese». Ha aggiunto Giorgio La Malfa, «E' un uomo che ha servito il Paese con una lunga esperienza di Governo. E' un sollievo per lui ed è un sollievo per l'Italia». Concorda il ministro Angelo Piazza: «Il fatto die l'Italia venga considerata all'estero un Paese in cui i massimi dirigenti degli ultimi decenni non sono assassini, né ladri, né capimafia, deve essere considerato un fatto positivo. Politicamente è un fatto di grande rilievo». Gian Giacomo Migone, presidente della Commissione Esteri del Senato fa notare: «Qualcun altro farebbe bene a seguire il suo «esempio: si sottomette con serenità alle procedure giudiziarie e partecipa in modo esemplare al lavoro del Parlamento». Soddisfatto Beppe Pisana, presidente dei deputati di Fi che si chiede «da cittadino, chi ripagherà Andreotti e i suoi familiari per le mortificazioni, le sofferenze e le ingiurie patite». [r. i.J
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