«Ppi, è l'oro di fare autocritica» di Fabio Martini
«Ppi, è l'oro di fare autocritica» L'EX SEGRETARIO «NOI POPOLAR} DOVREMMO RECUPERARE L'AMBIZIONE Pi UN PROGETTO» «Ppi, è l'oro di fare autocritica» Martinazzoli: o il congresso sarebbe un disastro intervista Fabio Martini ROMA LUI era a piazza del Gesù nei giorni in cui la De moriva sotto i colpi della magistratura e non appena sa dell' assoluzione di Andreotti, Mino Martinazzoli pronuncia poche parole, non del tutto scontate: «Sono contento. Da quel che ho potuto capire l'impianto accusatorio era totalmente infondato. E' una buona giornata per la giustizia italiana». In questi giorni colui che è stato l'ultimo segretario della De (e il primo del Ppi) sembra di nuovo molto coinvolto dalle vicende dei popolari, ha «benedetto» la candidatura di Pierluigi Castagnetti e in questa intervista a La Stampa fa due annunci: dopo tante assenze, sarà «almeno per un giorno» alla convention di Rimini, ma soprattutto Martinazzoli chiede un congresso vero, che si conti, che esprima un giudizio molto critico sulla segreteria Marini. Lei si è dimesso quando il Ppi aveva una forza quasi tripla rispetto ad oggi: cosa è successo in questi 5 anni? «Allora, anche a me queir 11 per cento sembrò un risultato deludente. Visto oggi sembra... l'età dell'oro. Credo che il nostro modo di stare nel centro-sinistra ha persuaso che fossimo nati nel centro-sinistra, che questo fosse il nostro destino e che non avessimo altro da fare che ritagliarci una sopravvivenza lì dentro» Come possono risalire la china 1 popolari? «C'è la scena di una cpmmedia' di Karl Kraus che può farlo capire. Siamo a poche ore dall'attentato di Sarajevo e l'anticamera di un ministro dell'impero austroungarico è affollata di giornalisti che chiedono: cosa accade di là? E l'adddetto stampa: stanno prendendo delle decisioni e redigendo un comunicato. I giornalisti: quali decisioni? E lui risponde: dipende dal comunicato...». Morale della storia? «Oggi la politica è questa, viene premiata una proposta che assume la velocità e la friabilità dell'opinione pubblica come un elemento da giocare in un self-service. Noi popolari dovremmo recuperare l'ambizione di un progetto, di un'idea». E invece Marini ha già detto: autocritica zero... «Non è successo niente? Se il congresso cominciasse così sarebbe un appuntamento piuttosto disastroso». Le pare logico che dopo le sconfitte subite. Marini chieda per sé la presidenza del partito? «Io non ce l'ho con nessuno. Ma il congresso deve esprimere un giudizio critico sugli anni di questa segreteria. Non si tratta di punire qualcuno, ma bisogna decidere per il futuro una radicale inversione di rotta. E questo non si può fare se invece il congresso si infila in qualche alchimia». Ma avrà sentito gli appelli: siamo piccoli, non possiamo spaccarci... «Sì, questi ragionamenti si possono fare in un Rotary o in una bocciofila. Un partito si rompe o non si rompe in rapporto con quello che c'è fuori, non a quello che c'è dentro la sua Casina» Dario Franceschini, dopo essere stato l'interprete più grintoso della linea Marini, ora dice che le «alleanze non sono eterne»... «Sì, con qualche stupore vedo che gli stessi che si erano acconciati a sopravvivere nel centro-sinistra, ora dicono che bisogna recuperare una forte identità, se occorre an¬ che in polemica con i Ds». Le pare un'idea giusta? «Non mi sembra una grande idea. 1 ruoli si costruiscono nell'azione politica, non si rivendicano nella polemica. Non c'è di peggio che avere molti nemici». Nelle ultime settimane su sicurezza, Welfare, par condicio, c'è contesa tra sindacati, anime Ds, Polo e Ulivo: come la pensino i popolari difficile ricordar- «Quel che lei dice dà voce ad un senso comune circa una nostra insignificanza, tra l'altro non risarcita da un rovello, sempre più intimo, sul tema dell'identità. Come se l'identità fosse una "carta d'identità" e non invece una certa idea di società e dunque contributi non indistinti sui vari temi». Ma c'è davvero uno spazio per il Ppi o per un centro più ampio? «Lei allude alle congetture, alle fantasie dei grandi centri? Quel che è astratto di questi conati di riaggregazione è che questo si faccia chiusi in una stanza e non in una contesa politica». Non è che i popolari sono diventati per davvero residuali? «No, io credo che noi saremmo importanti o saremo importanti ancora sul terreno della libertà. Sia sotto il profilo dei rischi che corre, sia sotto il profilo della sua collocazione. Noi siamo nati, per l'ispirazione cristiana e slurziana, per affermare la libertà che c'è in mezzo tra cittadino e Stato». «Sono contento per Andreotti L'impianto accusatorio era totalmente infondato. Una buona giornata per la giustizia italiana» «Marini presidente del partito? No, non si tratta di punire qualcuno, ma bisogna decidere una radicale inversione di rotta che non si può fare se ci si infila in qualche alchimia I ruoli si costruiscono nell'azione politica, non nella polemica» Qui accanto il segretario del Ppi Franco Marini e il vicesegretario Dario Franceschini Nella foto grande Mino Martìnazzoli
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