« Possiamo vincere le sfide future »
« Possiamo vincere le sfide future » « Possiamo vincere le sfide future » Prodi: si gioca su innovazione e ricerca Claudia Arletti inviata a CODROIPO (Udine) «Corriamo meno degli altri», aveva detto Carlo Azeglio Ciampi; e, ieri. Romano Prodi ha voluto rimarcare «cosa non va» nell'economia del Paese, indicando anche qualche via di uscita. Le strade per aiutare l'economia del Paese sono, secondo il presidente della Commissione Ue, sostanzialmente tre: innovazione, formazione, competitività. «Ma ho l'impressione», ha detto, «che nel dibattito politico e economico italiano non ci sia ancora sufficiente chiarezza su questo punto, sul fatto che l'Italia non ha alternative e che, per esempio, non può contare su nessuna svalutazione della moneta». Romano Prodi ne ha parlato a Udine, in occasione del primo seminario internazionale dei giovani parlamentari. «L'Italia ha un orizzonte di lungo periodo davanti a sé, in parità assoluta con gli altri Paesi, e questa è una scommessa importante, perché quando un Paese basa la propria competitività sulla svalutazione, alla fine si autodistrugge e si emargina». La sfida, perciò, si giocherà tutta sul terreno della innovazione e, quindi, su quello della ricerca: «Bisogna investire risorse nel lungo periodo, e mi rendo conto che questo implica un cambiamento nella strategia mentale di chi prende decisioni aziendali. Serve uno spostamento delle risorse, è indispendabile per la formazione di quadri nuovi. Non ci sono scappatoie», ha concluso, «dobbiamo aumentare la nostra quota produttiva e questa è la strada». Davanti a una platea di giovani parlamentari provenienti da 26 Paesi, riuniti su iniziativa del gruppo italiano under 35, il presidente della commissione ha poi ribadito la necessità dell'allargamento Ue: «Dovrà essere graduale, e per attuarlo serve una grande visione politica, con la coscienza che dobbiamo modificare il funzionamento degli organismi decisionali». Come già nei giorni scorsi, ha perciò ripetuto che dovranno essere riviste le norme sulla unanimità, perché «il diritto di veto da parte di ogni Paese rende impossibile il governo dell'Europa». Al seminario, ieri pomeriggio, ò intervenuto anche Luciano Violante. Il presidente della Camera ha toccato due temi a lui cari: le riforme e la giustizia. Sul primo punto, ha rivolto, nei fatti, un nuovo appello alle forze politiche: «Senza riforme e senza federalismo l'Italia sarebbe più debole», ha detto. E, richiesto di un commento sulle parole di Ciampi, ha proseguito: «Il Capo dello Stato non hn detto che il Paese non corre, ha detto che non corre quanto dovrebbe, E, certo, da una parte servirebbe uno sforzo per il federalismo, per varare norme che assicurino la stabilità e per la sussidiarietà. Dall'altra, anche le imprese devono fare la loro parte, devono avere un po' più di coraggio nel fare investimenti». Quanto alla criminalità, Violante ha mostrato di concordare con la linea del governo, impegnato negli ultimi giorni a varare il cosiddetto pacchetto-sicurezza: «La sicurezza ò un fondamento della convivenza civile. Un cittadino insicuro non crede nella democrazia, non crede nello Stato, non crede in nulla. E non vedo alcuna contrapposizione tra sicurezza e Stato di diritto». Il presidente della Camera Luciano Violante Accanto il neopresidente della Commissione Europea Romano Prodi
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Luciano Violante, Romano Prodi
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