Enti previdenziali, D'Alema stoppa gli «aumenti d'oro»

Enti previdenziali, D'Alema stoppa gli «aumenti d'oro» Tra gli 80 e i 90 milioni l'anno per 22 dirigenti Enti previdenziali, D'Alema stoppa gli «aumenti d'oro» ROMA Restano fermi gli stipendi dei direttori generali degli enti previdenziali «perchè - informa una nota della presidenza del consiglio - non sussistono i presupposti per una revisione dei relativi trattamenti economici, che continuano ad essere regolati in via amministrativa e non dai contratti individuali». La decisione è stata presa in una riunione a Palazzo Chigi presieduta dal segretario generale della presidenza del consiglio e con i capi di gabinetto dei ministri della funzione pubblica, del tesoro e del bilancio. Per gli altri dirigenti - informa una nota - gli enti saranno invitati a definire, nell'ambito dei contratti individuali da stipulare, livelli retributivi retributivi graduati a seconda della responsabilità. Quindi, coerenti tanto con quello del direttore generale (che costituirà il trattamento massi¬ mo all'interno dell'ente), quanto con gli incrementi economici rico nosciuti alle corrispondenti figure dirigenziali delle altre ammini strazioni pubbliche. Per ventidue dirigenti di tre enti (Inps, Inpdap e Inaili gli aumenti dovevano oscillare, i seconda dei casi, secondo la de nuncia di Paolo Nerozzi, segretariio generale della Funzione pubblica della Cgil, dagli 80 ai 90 milioni l'anno a testa, in base alla nuova regolamentazione privatistica del contratto di lavoro. La contrattazione, secondo Nerozzi, era stata fatta «senza sindacato e volutamente senza sindacato». A Nerozzi che s'era detto indi gnitato («Non si può pensare ad una discussione sulle pensioni eaumentare gli elementi di iniquità») aveva risposto il ministro del Lavoro, Cesare Salvi, il quale si era impegnato a «esaminare subi to la questione* e aveva convoca to i dirigenti degli enti previdenziali, [r. e."

Persone citate: Cesare Salvi, D'alema, Nerozzi, Paolo Nerozzi

Luoghi citati: Roma