Scuola, bufera sui corsi di sostegno

Scuola, bufera sui corsi di sostegno Berlinguer scrive al collega dell'Università: un decreto subito Scuola, bufera sui corsi di sostegno Il Senato: bloccate quelle lezioni per i docenti ROMA Stop ai corsi di specializzazione biennali per insegnanti di sostegno agli allievi handicappati che alcuni atenei hanno affidato a enti o istituti privati e i cui costi farebbero gridare allo «scandalo». La commissione Istruzione del Senato ha convocato i ministri Ortensio Zecchino (Università) e Luigi Berlinguer (Pubblica istruzione), chiedendo loro di invitare i rettori a bloccare le iniziative già avviate. Al termine dell'audizione, lo stesso Berlinguer ha subito scritto al collega, prospettandogli la necessità di emanare un decreto di sospensione a doppia firma. Non sarebbe la prima volta: come ricorda il ministro dell'Istruzione nella sua lettera, i corsi sono già stati sospesi con nel '92, nel '93 e nel '95, «a causa della inadeguatezza dei contenuti formativi e della scarsa trasparenza nella gestione delle attività». Soddisfatto il leader della Cgilscuola, Enrico Panini, dalla cui denuncia erano partite all'inizio del mese interrogazioni e iniziative parlamentari (alla Camera, l'onorevole Chiara Acciarini, Ds, si è dichiarata solo «parzialmente soddisfatta» della risposta di Zecchino) e indagini dei ministeri interessati: «Li documentazione a disposizione parla chiaro - sostiene il numero uno della Cgil-SCUOla -. Siamo di fronte a un florido business che deve essere interrotto per ripristinare trasparenza e serenità». In molti casi, i corsi di specializzazione, appaltati dagli atenei a enti privati, prevedono rette di iscrizione e frequenza che superano i dieci milioni pro-capite in due anni. Alcuni di questi, inoltre, risehierebberodi non essere riconosciuti dal ministero della Pubblica istruzione ai fini di supplenze o assunzioni. «Adesso la panila definitiva [lassa al ministro Zecchino avverte Panini - al quale, ne siamo certi, non mancherà il coraggio di assumere una decisione definitiva, quale la procedura di sospensione, per tutelare i diritti delle persone e ripristinare l'autorevolezza scientifica delle università italiane». Dura la posizione di Berlinguer. «Prima di attivare i corsi spiega il litolare dell'Istruzione le Università dovevano verificare presso ogni Provveditore agli studi se, nella sua provincia, vi era effettiva necessità di nuovi docenti per il sostegno. Inoltre, gli atenei potevano affidare agli enti convenzionati solo insegnamenti complementari, non quelli fondamenta¬ li». E annunciato che «intende promuovere l'adozione di un decreto piti severo di (niello vigente». Nei giorni scorsi, il ministro dell'Università ha avviato un'indagine in diversi atenei, individuando due casi di mancato rispetto dei requisiti. «Ho allenato le Università - spiega Zecchino - per un controllo rigoroso e puntuali" circa il rispetto delle norme. Dagli atenei ho avuto le prime rispi iste e ho registrato un paio di casi di non rispetto dei requisiti; perciò, Ilo invitato le due università a provvedere immediat amente, o annullando i corei programmali o adeguandoli alle norme». Severo anche il giudizio del senatore Luigi Biscardi, vicepresidente della Commissione istruzione del Senato, Luigi Biscardi, il quale aveva richiesto l'audizione dei due ministri. «IXi|xi averli ascoltati - sostiene - sono emersi aspetti ancor più preoccupanti di quelli che già erano a conoscenza della commissione. Ad esempio, abbiamo addirittura potuto constatare che alcune Università hanno fatto convenzioni per lo svolgimento di corsi distanti centinaia di chilometri. Alcuni enti o istituti privati hanno fatto da assi pigliatutto». Im.tor.]

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