«Impossibili gli spot gratis» di Ugo Magri

«Impossibili gli spot gratis» PAR CONDICIO IL MINISTRO DELLE COMUNICAZIONI ANNUNCIA LA LINEA DURA «Impossibili gli spot gratis» Cardinale: faremmo vincere Berlusconi intervista Ugo Magri ROMA INISTRO Cardinale, lei o. diventato il grande nemico degli spot, elettorali: vuole vietarli a tutti i costi... «Io voglio solo garantire condizioni di parità ai candidati e ai partiti, li sono convinto che, con la licenza di spot, questa parità sia impossibile». Perché? «Perché gli spot, costano moltissimo. Non tutti sono cosi ricebi da poterseli permettere». Appunto por questo, nella maggioranza c'è chi li vuole gratis... «Una legge; del genere sarebbe incomprensibile e anomala, (piando non incostituzionale. Nessuno può imporri; alla tivù pubblica o a quelle private di trasmettere gratis gli annunci pubblicitari». Si dice: rimborsiamo le tivù con il finanziamento pubblico ai partiti... «li chi ci garantisce che un domani quel finanziamento ci sarà ancora? Olii si dimentica il roferendum dei radicali, li poi, quand'anche fosse possibile risarcire le t.ivti, come si fa a garantire che; tutti i partiti e i movimenti abbiano pari opportunità?». Risponda leu, ministro. «Sarebbe impossibile. Il paradosso e che, per dar voce a tutti, alla fine; non resterebbe piii spazio per fare altri programmi televisivi». Potreste mettere dei limiti all'accesso... «Dovremmo limitarlo cosi tanto da renderlo inutile perché inefficace. E poi, cosa si fa se uno trasgredisce i limiti e comincia a trasmettere valanghe di spot? Mettere in catena i trasgressori?». Come sanzione, si potrebbe oscurare la rete. «Lascio immaginare che cosa succederebbe in Italia so in piena campagna elettorale il governo decidesse, per esempio, e solo per esempio, di oscurare le reti di Berlusconi perché non ha rispetto dei limiti». Che cosa succederebbe, in concreto, a suo avviso? «I più non capirebbero, e cosi offriremmo a Berlusconi la garanzia di vittoria elettorale, facendone un'improbabile vittima sacrificale». E allora? «Allora non resta che vietare gli spot. Non vedo alternativa. Ma sono pronto a confrontarmi con quanti sapessero indicare soluzioni adeguate. Deve trattarsi in ogni caso di soluzioni che tengano conto di queste mie ragionevoli obiezioni». E' una sfida, la sua? «No. Casomai un invito a formulare proposte che possano consentire di realizzare una democrazia di uguali, anche in campagna elettorale». Berlusconi dice: rinuncerei agli spot se in Rai ci fosse la par condicio... «Che cosa intende per "par condicio"? Vorrei capirlo. La legge che noi abbiamo proposto stabilisce gli stessi divieti anche per la Rai. Ed è una legge che, si badi bene, non cancella la politica dalla tivù». In che senso? «Nel senso che vieta gli spot, ma non la propaganda elettorale: quella che mette a confronto i candidati, offre spazi autogestiti, non si presta a forme di pubblicità ingannevole. Vogliono allargare gli spazi di propaganda? Discutiamone. Anche con Mediaset». Che c'entra Mediaset? «Anche le reti private potrebbero far posto alla propagan- da. E in quel caso non avrei bisogno di raccomandare Berlusconi a Confalonieri, per garantirgli lo spazio che gli spetta...». D'Alema condivide questa sua linea dura? «Non vedo divergenze tra me e il presidente del Consiglio». Lei, però, sembra un po' più "intrattabile". «Diciamo che, per il ruolo di ministro, debbo tenere una posizione più spinta». Ciampi vorrebbe che sulla par condicio non scoppiassero guerre di religione. «Comprendo le sue preoccupazioni sul clima parlamentare. Ma non è certo la maggioranza ad arroventarlo con il filibustering». Insomma, il governo è disposto a trattare? «Solo a condizione che non venga stravolta la natura del provvedimento». Altrimenti? «Altrimenti ciascuno dovrà prendersi le sue responsabilità. E i comportamenti parlamentari faranno giustizia di tanti luoghi comuni». «Dare voce a tutti? Non ci sarebbe più spazio per gli altri programmi Imporre alle Tv pubblicità gratuita è incostituzionale» «Niente divergenze tra me e D'Alema Con l'opposizione del Cavaliere si tratta solo se la legge non viene stravolta» Nella foto accanto il ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale; sotto: Fedele Gonfalonieri, presidente Mediaset e il leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini

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