Cusani: nessuna prigione è attrezzata di Paolo Colonnello

Cusani: nessuna prigione è attrezzata LA RIFORMA SECONDO DUE PERSONAGGI CHE HANNO VISSUTO IN CELLA Cusani: nessuna prigione è attrezzata E Sofri: «Gli affetti fanno ancora scandalo» Paolo Colonnello MILANO MI sembra che lo sforzo di Caselli vada accollo positivamente: meglio 500 miliardi spesi così che per i braccialetti elettronici». Sergio Cusani, l'ex finanziere di Tangentopoli, una condanna definitiva a sette anni per lo scandalo Enimont, tre anni passati a San Vittore e ora libero in «affidamento ai servizi sociali», considera la nuova riforma penitenziaria un primo passo verso quel carcere più umano che lui, e altri detenuti ed ex come lui, dopo aver provato l'esperienza delle sbarre, stanno auspicando da tempo. Anche se non mancano riserve e suggerimenti. «In questo nuovo percorso disegnato da Caselli, - commenta Cusani - che rispecchia comunque una logica "premiale", a parer mio manca un segmento: ed è la possibilità che l'affettività possa svolgersi all'esterno del carcere. L'obiettivo non è portare la famiglia del detenuto in carcere, ma il detenuto in famiglia, o per lo meno in una struttura che non costringa i suoi famigliari a varcare le soglie di un penitenziario». Positivo anche il giudizio di Adriano Sofri, rimasto più di due anni nel carcere di Pisa. Sebbene, «da galeotto impenitente dice - desidererei di più e meglio, ma gli argomenti illustrati da Caselli e Corleone sono ragionevoli in un momento di delirio e disinformazione». Perchè loro, gli ex detenuti, i punti deboli di una riforma come questa li vedono subito. Cusani, ad esempio, si chiede «in quale carcere italiano tutte queste funzioni previste dal nuovo regolamento potranno essere svolte. Nè San Vittore, nè Opera, nè Pisa o Perugia sono attrezzati per garantire incontri tra detenuti e loro famigliari. Dunque credo si porrà un proble¬ ma di modifiche strutturali». Ma forse, ora, quel che più conta è l'avere affermato un principio: il sesso, l'amore, o per lo meno la possibilità di poter coltivare dei sentimenti, per la prima volta faranno il loro timido ingresso in carcere. «In realtà - dice Sofri - si continua a parlare con scandalo di una cosa ovvia che nel progetto di regolamento è detta in modo eccellente. E cioè che ogni tanto le persone possono godere dell'af¬ fetto famigliare, filiale, fraterno o amoroso». Creerà scandalo? «Lo scandalo - taglia corto l'ex leader di Lotta Continua - sta solo negli occhi di chi guardava e non potrà piti guardare». Un diritto all'affettività che viene sancito nero su bianco e che però, sottolinea Cusani, non riguarderà ancora tutta la popolazione carceraria. «In questo progetto non si è presa in considerazione - dice l'ex finanziere la problematica dei single o di chi una famiglia non ce l'ha, penso alle coppie di fatto. Onesti cosa faranno? E poi mi vengono in mente i tossicomani, gli extracomunitari, gli ultimi tra gli ultimi continueranno a rimanere ultimi, purtroppo per loro forse la solitudine rimarrà tale». Quindi un «consiglio» a Giancarlo Caselli, che Cusani rivolge dalle pagine di «Liberal»: «Ora smantelli quella struttura clientelare che è il Dap, dove c'è gente che ha fatto carriera stando dietro una scrivania e senza mai enl rare in un cantere». Infine, per Sofri, esistono anche timori sull'iter di approvazione del nuovo regolamento prentato ieri. E soprattutto c'è sconcerto per le polemiche di cpiesti giorni in tema di sicurezza e criminalità: «Non solo sono pessimista ma costernato dalle sciocchezze che si dicono per interesse di parte: dal luna park con tiro allo scafista, al fatto di aver letto che migliaia di persone sarebbero state liberate grazie alla legge Simeone, alla riforma del 513 e addirittura alle riforme allo studio. La legge Simeone non ha liberato praticamente nessuno e ha assegnato ad altre pene poche centinaia di detenuti. Il 513 non ha liberato nessuno perchè non poteva farlo e tanto meno potevano farlo delle riforme ancora allo studio». L'ex finanziere: «Nel progetto non si è preso in considerazione chi è single o è senza famiglia» Sergio Cusani, l'ex finanziere di Tangentopoli, condanato a sene anni per lo scandalo Enimont reazioni

Luoghi citati: Milano, Perugia, Pisa