PRENDIAMO ESEMPIO DAGLI U2 di U2 Leonardo Zega

PRENDIAMO ESEMPIO DAGLI U2 IL GIUBILEO TRADITO PRENDIAMO ESEMPIO DAGLI U2 Leonardo Zega CENTO giorni al Duemila. Giusto ieri, anche se da un bel po' di tempo si va almanaccando su questo countdown. Fascino dei numeri, cui si aggiunge l'intrigo del Giubileo che, come si sa, comincerà qualche giorno prima, la notte di Natale. Già, il Giubileo. Qualcuno, a tre mesi dalla scadenza, comincia a tirare le fila e, curiosamente, le maggiori perplessità si collocano ai due estremi: il crescente silenzio sul suo vero significato da una parte, il clamore sui suoi aspetti più esteriori dall'altra. Jean-Marie Gervais, in un accurato opuscoletto [Giubileo e indulgenza, 96 pagine, L. 12.000), appena pubblicato dall'Ancora (cui se ne affianca un altro della San Paolo, Indulgenza, Storia e significato, di A. Catella e A. Grillo), lamenta la fuggevole attenzione che i mezzi di comunicazione hanno riservato al «nuovo» manuale per l'acquisto dell'indulgenza giubilare, preparato dal dicastero pontificio competente. «Alla base dell'attuale silenzio», scrive il Gervais, «non c'è tanto una grossolana ignoranza da parte della stampa o un ecumenismo sballato da parte di qualche ecclesiastico à la page, quanto la perdita del senso del peccato, quel senso del peccato che, appunto, fu determinante nell'istituzionalizzazione del grande giubileo alla soglia del Trecento... Quando i confessionali rimangono chiusi e poi vengono tolti, l'indulgenza, che non rimette la colpa del peccato ma unicamente la pena temporale, certo non può venire apprezzata, secondo il suo giusto valore». Più acuto mi sembra il richiamo del vescovo di Livorno, mons. Abiondi, che avverte: stiamo attenti a non lasciarci sopraffare dal gran discorrere sulla macchina organizzativa e logistica e sui risvolti turistico-devozionali del Giubileo, perdendone di vista l'autentico significato. Non troppi silenzi dunque, ma troppe chiacchiere a sproposito. E forse anche troppi documenti - ufficiali, ufficiosi, più o meno opportunistici - che confondono invece di chiarire le idee nella testa della gente. Con tutto il rispetto per il dicastero pontificio, anche il recente «rilancio» delle indulgenze suscita qualche peqilessità. Non perché l'indulgenza giubilare sia un elemento secondario dell'Anno Santo (soprattutto se correttamente intesa, come spiegano bene i due opuscoli citati), ma per le difficoltà che suscita dal punto di vista ecumenico, e per la connotazione, diciamo cosi infantile, di alcune proposte. I fioretti vanno bene per i bambini, ma agli adulti di oggi forse si devono chiedere testimonianze di fede e atti di solidarietà ben più coinvolgenti della rinuncia alla sigaretta o al bicchierino, del segno di croce in pubblico, dell'uso di oggetti benedetti, della recita di giaculatorie. Dove sono finiti i forti richiami biblici, sottolineati al momento dell'annuncio, e che parlavano di pacificazione universale, di remissione di debiti troppo onerosi, di riconciliazione in seno alle famiglie e alla collettività nazionale, fino alla cessazione di conflitti in atto fra gli Stati e all'interno delle sii.gole nazioni? Deve essere proprio una rockstar come Bono Vox, il leader degli U2, a ricordarcelo? Impegnato con altri colleghi per la cancellazione del debito del Terzo Mondo, ha incontrato ieri Giovanni Paolo II e, prima della visita, ha dichiarato: «Il Papa ha chiesto più volte che il Giubileo sia celebrato con la remissione del debito: noi vorremmo la sua benedizione». Lo scarso entusiasmo della stampa potrebbe essere dunque causato anche da questi «scostamenti», certo più apparenti che reali, ma percepiti comunque negativamente. Non sempre, anzi mai, si dovrebbe dire: «Io ho parlato, tu non hai capito, la colpa è solo tua». Ben vengano allora quelli che operano in silenzio, a casa propria, nelle loro diocesi, nelle loro parrocchie, senza troppo curarsi del rumore delle carte. Sono già tanti e speriamo siano sempre di più.

Persone citate: Catella, Gervais, Giovanni Paolo Ii, Marie Gervais

Luoghi citati: Livorno, San Paolo