Il genio e il ragazzo

Il genio e il ragazzo Davis e Rava: tra New York e Torino Il genio e il ragazzo IL più geniale musicista jazz della seconda metà del Novecento, Miles Davis, nel 1956 ha cambiato la vita di un ragazzo torinese. Ricorda Enrico Rava: «Avevo meno di diciotto anni, e venivo da studi di pianoforte classico e di trombone. Quel concerto al Teatro Nuovo significò per me scegliere la tromba: la magia della serata, con Davis, Lester Young e Bud Powell (che però non suonò), ospiti con il Jazz at the Philarmonic, fu tale non solo da avvicinarsi per sempre al jazz, ma anche da decidere di viverlo sul campo, negli Stati Uniti. Sono andato a New York la prima volta nel 1967 e mi ci sono trasferito stabilmente dal 1969 al 1978. Nel 1973, in piena «era elettrica», nel senso anche della sintesi allora in atto fra jazz e rock, Davis venne ad ascoltarmi da Ungaro's, un club diretto dal suo produttore discografico Teo Macero. Fu gentile, e diventammo amici: vidi inaspettatamente capovolgersi quella fama di «carattere impossibile» che lo circondava. In realtà, Davis era un timido. Enrico Rava sarà ospite il 6 dicembre del corso universitario su Miles Davis «Da Charlie Parker al jazz modale: gli anni Cinquanta e Sessanta», che viene presentato giovedì prossimo (23 settembre) al Dams di via Sant'Ottavio 20 (ore 12, aula 38). La Sony Music, a fine corso, offrirà ai migliori studenti un doppio ed omaggio di Davis. «Ho ascoltato Miles soprattutto negli anni Cinquanta - prosegue il trombettista torinese -, e poi fino al 1965. Le memorabili incisioni Capitol di nSirth. of the Cool», gli incontri con John Lewis e Art Blakey, il quintetto con il sassofonista Jon Coltrarne, il meraviglioso sodalizio con Gii Evans. Quei dischi Prestige e Columbia, quei brani sono diventati un must, un passaggio obbli¬ gato: impossibile non amare e non saper affrontare Walkin' e Bag's Groove, TuneUpe Solar». Nomade per istinto, culturalmente poliglotta, raffinato e «artista», melodicamente così lirico e così italiano da registrare opere di Puccini e Rossini, Enrico Rava ha ricevuto riconoscimenti quasi ovunque e inciso una cinquantina di dischi (tra cui quelli ormai classici per la Ecm tedesca di Manfred Eicher) che, assieme alle innumerevoli esibizioni, ne fanno il nostro jazzman più apprezzato nel mondo. Luca Cerchiari

Luoghi citati: Columbia, New York, Stati Uniti, Torino