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Paesi Paesi di Alessandro Perissinotto LOCANA ^^U ALCHE volta i sojjni la■JHsciano tracce persino sul^■^1» carte geografiche, tracce che rimangono anche quando il sogno è svanito. Prendete ad esempio una mappa piuttosto dettagliata del territorio di Locana, guardando verso Sud, tra le montagne che fanno da spatiacque con le Valli di Lanzo, troverete delle righe nere, spesse, diritte: sono quelle che indicanogli impianti di risalita; accanto ad esse un nome, La Cialma. Ma andando su a piedi, lungo i sentieri che portano al lago del Boiret, in corrispondenza di quelle linee troverete solo lunghe file di pali arrugginiti, cavi d'acciaio a terra, rulliere sospese e piattaforme in cemento di stazioni d'arrivo oramai scomparse. La seggiovia e gli skilift della Cialma non sono più in funzione dal 1972 o giù di li. Accanto alla partenza della sciovia più alta, quella che doveva essere il fiore all'occhiello del comprensorio, rimangono le rovine di un ristorante, con la sua cucina ancora ingombra di fornelli e di qualche stoviglia. Tutto intorno, sparsi, piattelli di skilift a pertica, di quelli che si usavano una volta e che ancora oggi si usano in Francia. Dire che sembra di essere in villaggio fantasma può appari¬ re fin troppo banale, ma andateci in novembre, con la nebbia che risale lungo il pendio e con quegli scheletri di ferro che sbucano di'.tanto in tanto nel grigio spesso dell'aria: probabilmente l'espressione vi parrà meno scontata. Forse, a più di un ecologista sarà venuto il desiderio di far rimuovere quei pali, quei cavi e quelle ruote, il desiderio di riportare la montagna alle sua originaria nudità. E invece sarebbe meglio lasciare le cose così, meglio non cancellare le tracce di quel sogno interrotto, spezzato; il sogno di una Locana sciistica, e, perché no, di qualche briciola d'olimpiade. I prati della Cialma, con le pecore che pascolano tra gli scheletri arrugginiti, sono adesso un museo di archeologia industriale en plein air, sono pieni di un fascino malinconico, sono la memoria delle nostre illusioni di qualche decennio fa. Eppure, il sogno non è del tutto spento: alla base di quella che era stata la seggiovia, un piccolo skilift tutto nuovo porta ancora su quanti non chiedono altro che una pista facile e un bel panorama. Lì vicino, nel piccolo bar in legno, vecchie foto dai colori pastello ritraggono sciatori con giacche a vento lucide e attillate, con scarponi di cuoio e sci di legno con attacco a leva. m