Amori e duelli dell'Orfeo barocco Il dandysmo musicale di Terni
Amori e duelli dell'Orfeo barocco Il dandysmo musicale di Terni Amori e duelli dell'Orfeo barocco Il dandysmo musicale di Terni RECENSIONE Piero . Golii NELLE sue bellissime collane, «Il Divano» e «La diagonale», la Sellerio pubblica due libri di argomenti musicali, di intenti assai diversi ma affini per la raffinata cultura di cui entrambi sono permeati. L'Orfeo barocco di cui racconta Giovanni ludica è l'affascinante Alessandro Stradella, dalla vita leggendaria, come quella di Caravaggio, tra amori felici e infelici, duelli, miserabili espedienti per rampare e l'inesplicabile luce dell'arte a rendere ancor più oscura un'esistenza ai margini. ludica, che di professione è uno stimato giurista, si era già occupato, sempre per la Sellerio, di un altro «maledetto», Carlo Gesualdo da Venosa, coniugando anche in quello spedito libretto una profonda conoscenza a doti narrative non comuni; sicché le due biografie si leggono davvero come romanzi. Solo gLr -illesi riescono ad essere così abili e otuibili a romanzare il verosimile, come i pensieri ultimi prima che una lama affilata RECENPi. G IONE o i spacchi per sempre il cuore misterioso di Stradella. Mentre la stiria corre veloce, tra avvenimenti e ricostruzioni amb:2ntali, ludica nasconde l'endizione nelle note, affidando così a una secondu e più approfondita lettura le questioni più dottamente filologiche e l'intricata storiografia che le lacunose notizie biografiche sull'autore giustificano; come le controversie tra la monumentale monografia di Remo Giazotto (all'epoca, 1962, anche assai criticata) e quella recente della Gianturco, poco generosa nei riguardi dell'anziano collegaPaolo Temi, figura ben nota nell'ambiente musicale e teatrale, nonché radiofonico, mette in trentotto episodi di un prezioso libretto il suo cuore levantino a nudo o quasi. A chi si fosse chiesto da dove venisse quella sterniinata conoscenza dell'universo musicale e quella disponibilità aperta a cogliem» gli aspetti più eterogenei e antitetici, la risposta è in questi capitoli. Temi appare lui stesso come un personaggiotransfuga da II quartetto di Alessandria, ultimo protagonista di un mondo perduto, racchiuso per noi tra Kavafis e Forster, Lawrence Durrel e la Cialente, la nonna Fausta spesso citata, indimenticata autrice di Cortile a Cleopatra. Di quel mondo mitizzato, protetto e cosmopolita, estrema parvenza di decadentismo, l'autore ne descrive il fascino inevitabile, anche perché subito da adolescente; poi, l'autore sostituisce un altro mondo, anch'esso ormai già disposto al mito, la Roma degli Anni Cinquanta, quando alla Radio lavorava Gadda e dirigeva Vittorio Gui, o all'Aigentina suonava Clara Haskill. Tra ricordi venati di dandismo, grandi vecchi, incontri da sortilegio e ricognizioni dotte e illuminanti, la scrittura possiede il tono raffinato e un po' arcaico della prosa d'arte. Il che costituisce un merito in più, oltre le citazioni felici, le letture e le innumerevoli acutissime osservazioni musicali che rendono assai piacevole e solida una Weltanschauung culturale così pericolosamente incline ad affettazioni alessandrine. La vita leggendaria di Alessandro Stradella tra miserabili espedienti per campare e l'inesplicabile luce dell'arte Le stagioni perdute di un erudito: tra Kavafis e Forster, Gadda e Vittorio Gui Giovanni ludica Orfeo Barocco Sellerio. pp. 166. L 28.000 Paolo Temi In tempo rubato Sellerio pp. 172. L 15.000
Luoghi citati: Alessandria, Caravaggio, Stradella
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