Davis fa riscoprire l'armonia di Mozart

Davis fa riscoprire l'armonia di Mozart LA RECENSIONE La London Symphony al Lingotto Davis fa riscoprire l'armonia di Mozart Paolo Gallarati TORINO Orchestra smagliante la London Symphony, che d'altronde è considerata la prima del Regno Unito: l'altra sera, sotto la direzione di Colin Davis, suo "principal conductor", ha entusiasmato le duemila persone che gremivano l'Auditorium del Lingotto. Entusiasmo dovuto non solo alla gioiosa esplosione sinfonica verificatasi nella seconda parte, con la "Sinfonia dal nuovo mondo" di Dvorak, ma, quel che piu fa piacere , alla straordinaria esecuzione di un pezzo totalmente antispettacolare: il "Concerto per clarinetto" di Mozart, non molto presente nel repertorio consueto, per l'evidente difficoltà di trovare un solista all'altezza della situazione. Andrew Marriner, lo è stato, splendidamente: ha un suono dolce, un'agilità capace di percorrere in un sol fiato le montagne russe di scale ed arpeggi che Mozart affidò al suo prediletto tra gli strumenti a fiato. Inoltre sa sfumare il suono e graduarne l'intensità sino a produrre una strana illusione: come se avessimo davanti il clarinetto e la sua ombra che entra in gioco quando il primo esce dal campo. Fuor di metafora, capita raramente di ascoltare un clarinetto che suona una frase piano, e poi riesce a ripeterla coli'intensità di un soffio sussurrato a distanza ravvicinata. Questo era il clima in cui ha preso vita il Concerto K.G22, capolavoro di trascendentale bellezza, composto da Mozart due mesi prima di morirò. Troppo facile, ma inevitabile, scoprirvi un addio alla vita; e dire che l'Adagio dischiude le parte del paradiso è scontato, ma vero. La novità rispetto ai concerti virtuosistiri del Settecento sta in un senso di stupore: le frasi sono sovente ripetute, come per assaporarne la bellezza, nel suono morbido e cangiante del clarinetto, strumento romantico per eccellenza. E quest'incanto, intimo e sognante, era accentuato l'altra sera da un'orchestra soffice e ariosa in ogni battuta. Colin Davis ha un gesto semplice ed espressivo: raffigura la musica con la massima chiarezza, come si è visto nell'Ouverture della "Clemenza di Tito", altro capolavoro dell'ultimo Mozart, in cui il momento della tragedia aulica è colto, schillerianamente, attraverso la combinazione di l'issila marmorea ed eccitazione febbrile. Poi , nella Sinfonia "Dal Nuovo Mondo", ha lasciato che l'orchestra esprimesse tutta se stessa: la leggerezza e la forza degli archi, lo splendore degli ottoni, la morbidezza dei legni e gli interventi nervosi, sferzanti, della percussione erano combinati dal direttore con grande felicità. In particolare s'è capito l'essenziale, e cioè che questa Sinfonia, fondata su temi popolari americani, è in realtà un omaggio all'amata terra di Boemia: sovente vi echeggiano accenti silvani, suoni di caccia, richiami di musica "all'aria aperta" che suonano inconfondibilmente cèchi per freschezza, vitalità, e immediatezza popolare. Tutte cosa che Colin Davis ha espresso senza residui, segnando, per Settembre Musica, una dello serate migliori.

Luoghi citati: Boemia, Regno Unito, Torino