Internet, oceano di siti dimenticati di Luca De Biase

Internet, oceano di siti dimenticati I PIÙ' GRANDI SCHIACCIANO I PIÙ' PICCOLI ANCHE ON LINE Internet, oceano di siti dimenticati So/o pochi riescono a sedurre milioni di utenti costume Luca De Biase CME' una legge micidiale ■* nel Web: i siti si moltiplicano esponenzialmente, ma il successo è riservato a pochissimi. L'avevano intuito in tanti, ma Bernardo Huberman l'ha provato scientificamente. Il lavoro del suo gruppo al Pare, il mitico centro di ricerche della Xerox a Palo Alto in California, è arrivato a definire la legge del successo su Internet. E la conclusione sintetizzata da Huberman è molto semplice: «The winner takes ali», cioè il numero uno vince tutta la posta in gioco. La popolarità, la> notorietà, la quantità di accessi, il successo commerciale si concentrano nei siti che si trovano nelle prime posizioni delle classifiche: i leader lasciano gli altri a grande distanza. «Abbiamo studiato le statistiche degli utenti di Internet seguendone attentamente il comportamento su più di 120 mila siti», spiega Huberman. «E abbiamo scoperto che le visite si concentrano sui primi in classifica. Il fatto di essere nelle prime posizioni amplifica il successo. E questo è vero sia che si prenda in considerazione l'insieme di tutti i servizi on line sia che i siti vengano raggruppati in categorie tematiche omogenee». In effetti, nella recentissima classifica dei 50 siti più popolari pubblicata da Media Metrix, i primi 10 hanno ricevuto quasi il 70 per cento delle visite, mentre gli altri 40 si sono spartiti il restante 30 per cento. Il numero uno nel mondo è ancora l'insieme dei siti che appartengono ad America Online con 53,4 milioni di visitatori diversi. Seguono Yahoo! con 38,9 milioni, Microsoft con 34.7 milioni, Lycos con 30,2 milioni e Go della Disney con 21 milioni. America Online, Yahoo! e Microsoft hanno ottenuto un aumento dei visitatori di più di 1,5 milioni rispetto all'anno precedente, una crescita maggiore di quella dei concorrenti che ha dunque aumentato il distacco dei primi in classifica. «Si era decretata una crisi prematura dei grandi network generalisti», osserva Lanny Baker, analista della Salomon Smith Barney. La «legge di Huberman» è micidiale se si considera la enorme quantità di nuovi siti che ogni giorno si presentano in rete in cerca di fortuna. Il ritmo lascia senza fiato: ogni quattro secondi nasce un nuovo servizio on line. E la quantità di contenuti pubblicati su Internet raddoppia ogni sei mesi. Ma, se a vincere sono pochissimi, che cosa spinge tanti a mettere in rete il frutto dei loro sforzi intellettuali? Ovviamente le ragioni sono molte. La speranza di ottenere un difficile ma gigantesco successo spinge infatti molti outsider a tentare la fortuna in diversi settori governati dalla legge che Hu- bennati ha provato per il Web, dall'editoria all'Enalotto. Del resto, intere industrie si fondano su un concetto simile: a Hollywood il 5 per cento dei film prodotti ha un successo tale da ripagare l'insuccesso del restante 95 per cento. Ma ci sono anche alcune ragioni specifiche al Web. Che la stessa legge di Huberman individua. Onesta nota infatti che il successo si concentra sui primi nelle classifiche generali, ma anche in quelle di categoria. Cosi, molti tentano di competere non per i primi post i generalisti, ma per quelli delle classifiche specialistiche. E altri, più innovativi, fondano il loro sito tentando contemporaneamente di definirlo come appartenente a una nuova categoria, nella (piale è ovviamente il primo. Onesta creatività concettuale è qualche volta un trucco, ma altre volte reale. Così le categorie si moltiplicano e Internet ne decreta il successo con la stessa spietatezza che riserva ai singoli servizi on line. Alcuni siti che hanno innovato anche concettualmente, come i servizi di brokeraggio in rete e i migliori notiziari sportivi, sono davvero riusciti a definire nuove categorie e a ottenere una tale credibilità da essere seguiti e raggiunti dai visitatori senza passare dai portali generalisti, come hanno dimostrato altre ricerche della stessa Media Metrix. L'Italia, in particolare, sembra pili attenta ai servizi specialistici che a quelli generalisti. Il sito del «Sole 24 Ore» batte in popolarità i portali, li la «Gazzetta dello Sport » supera la maggior parte tlei quotidiani non specialistici. Potrebbe essere un segnale interessante: quante piti sono le categorie importanti, tanto più distribuito sarà il successo. PAROLA CHIAVE: PORTAI. Si chiama «portai» (o portale) il sito che, per attirare un'audience il più ampia possibile, si presenta come una porta di accesso al Web e offre una vasta quantità di servizi e di risorse: a partire dall'abbonamento gratuito a Internet in cui si paga solo la telefonata (è l'ultima moda dei portali in Italia: Yahoo! si e appena accordata con Wind per offrire YahoolOnline); e poi la web mail, i motori di ricerca, lo shopping online (con centri commerciali virtuali); tanti software, compresi la chat o l'instant messaglng (messaggeria istantanea), l'agenda, il calendario, l'indirizzario, i messaggini per i telefoni cellulari («sms», short message system) e ancora le informazioni delle agenzie stampa, le quotazioni di borsa, il meteo, le informazioni sul traffico cittadino (con la webcam, la videocamera connessa alla Rete), l'oroscopo, I videogiochi, la musica e i link ai siti più belli ma soprattutto più utili - della Rete, con cui il portale ha preso accordi. I candidati ideali per fare del proprio sito un portale sono gli Internet provider (i fornitori di accesso), i motori di ricerca (come Yahoo, Exerte, Lycos e Alta vista) e i siti delle grandi aziende specializzate nei software per Internet (come Netscape e Microsoft). Ma ormai alla corsa al portale partecipano tutti, grandi editori e aziende di telecomunicazioni in testa. Nella classifica americana dei 50 «luoghi» più popolari i primi 10 hanno ricevuto quasi il 70 percento delle visite totali Il ritmo è incalzante: ogni quattro secondi nasce un nuovo servizio on line, ma soltanto una piccola percentuale riuscirà a sopravvivere a lungo e a intercettare l'attenzione dei «navigatori"

Persone citate: Bernardo Huberman, Disney, Huberman, Lanny Baker, Palo, Salomon Smith Barney, Yahoo

Luoghi citati: America, California, Hollywood, Italia