«Chi guida non è un untore» di Gabriele Beccaria
«Chi guida non è un untore» LE SOLUZIONI ALTERNATIVE AL PROBLEMA TRAFFICO «Chi guida non è un untore» //presidente Aci: muoversi è un diritto intervista Gabriele Beccaria H0MA LI automobilisti non sono untori o non sono nemmeno autolesioni- G sii». Rosario Alessi, lei ò presidenti! dell'Aci. Si sente un perseguitato? «Vedo, le auto che guidiamo sono stato regolarmente omologate: non ci mettiamo alla guida ogni giorno con la volontà perversa di inquinerei Anche noi abbiamo i polmoni. Paghiamo 130 mila miliardi di tasse all'anno e d'improvviso ci puniscono, e basta. Dato che gli automobilisti contribuiscono a un quinto delle entrate complessive dello Slato, ci dovranno dare pur qualcosa...». Che cosa chiede? «Che il governo e le amministrazioni locali ci assicurino il diritto alla mobilità». Allora, la giornata senz'auto - in Italia e in Europa - è un errore clamoroso? «Penso che abbia un valore di testimonianza, ma che non rappresenti una soluzione o nemmeno un'ipotesi percorribile. Servirà soltanto se sollecita l'attenzione dei mediti, dell'opinione pubblica e del mondo politico su un problema, quello dei trasporti, che non si risolvi; con provvedimenti spettacolari. Limitarsi a togliere l'auto è come amputare un arto malato che non si ò in grado di curare». Secondo lei, come dovrebbero essere usate lo quattro ruote? «In modo più discroto, prima di tutto. All'Aci sosteniamo da temilo la necessità di un utilizzo 'soft', vale a diro civile, solo quando servo. Così si ottengono due risultati: un minore inquinamento e una maggiore fluidità della circolazione, che a sua volta contribuisce ad attenuare lo smog dolio città». Quanto contano i tubi di scappamento nell'avvelenamento dell'aria urbana? «Mono di quanto si pensi. Dall'88 a oggi le auto sono diventate decisamente più pulite. Il problema tuttora irrisolto sono quelle vecchie e sono convinto che, se si vuole contribuire alla soluzione dei guasti ambientali, il governo dove provvedere con nuovi incentivi por la loro sostituzione. Lo Stato incasserà più soldi e anche lo città avranno dei benefici. Per questo, sono convinto che si debba fermare il mercato dell'usato dei veicoli oltre i 10 anni». E i trasporti pubblici? Che ruolo devono avere? «Devono diventare efficienti. E' giusto spostarsi nei centri urbani prevalentemente con i bus, i tram oppure con i metrò, ma devono essere all'altezza: quando si ò costretti a code snervanti, disagi a catena e a frequenti disservizi, diventa inevitabile che si torni all'auto: anche se a volte si sta in coda, e si perde tempo, almeno si accende lo stereo e si attiva l'aria condizionata e si avvolti dal comfort». Come immagina la convivenza tra le auto e i mezzi pubblici? «Come duo aspetti di un'unica politica della mobilità compatibile. E' necessario al più presto un piano strategico di settore, che risponda alle esigenze di trasporto legate al lavoro, alla famiglia, allo studio, al tempo libero». Se non sono untori e nemmeno autolesionisti, come definisce gli automobilisti? «lo li definisco vittime. Ingorghi e aria sporca sono i sintomi, non la causa della malattia. Solo quando si darà la possibilità vera di scegliere, tra auto e mezzo pubblico, non saranno più ridotti a forzati delle quattro ruote, ma saranno di nuovo liberi e potranno riscoprire il gusto e il fascino del volante». Rosario Alessi, presidente dell'Automobile Club d'Italia
Persone citate: Mono, Rosario Alessi
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