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Berlusconi attacca il referendum di Fini
Berlusconi attacca il referendum di Fini Polo diviso sulla legge elettorale. Il leader di Forza Italia vede Martens per l'ingresso nel Ppe Berlusconi attacca il referendum di Fini «Assegnerà i seggi a casaccio». La replica: non mi meraviglia ROMA Nel Polo oramai sono drasticamente cambiate le abitudini, Berlusconi e Fini non (anno più finta <!i ussiti' d'accordo su tutto e anche ieri i due si sono scambiati battute, avvertimenl i, punture di spillo. l'in esplicito Silvio Berlusconi che senza perifrasi ha bollato come «negativa per la democrazia italiana» la leggi! elettorale «disegnala» dal referendum voluto da Alleanza nazionale: «Si assegnerebbero i seggi a casaccio...», rincara il Cavaliere, che dubita persino sull'ammissibilità del referendum voluto da Alleanza nazionale. Certo, quello di Berlusconi non 6 un attacco frontale al suo alleato Fini, ma sia pure con il linguaggio cifralo della politica non c'è dubbio che le parole del «dottore» sombrano calibrate proprio per colpire Alleanza nazionale. E inlalI i, con una procedura abbastanza inusuale per lui, Gianfranco Pini ha preferito replicare con una nota scritta: «Non deve destare meraviglia ne polemica che l'onorevole Berlusconi, in coerenza con il passato, si auguri chi; il referendum non venga ammesso. Ovviamente An e di diverso avviso», ma «e disponibile ad approvare una nuova legge elettorale»: certo "maggioritaria», ma anche nella versione soft proposta dal senatore Fisichella: introdurre anche perla Camera la legge attuale per il Senato. Tra Pini e Berlusconi uno scambio non particolarmente cruento, condotto senza boati, ina sicuramente sintomatico: il conflitto si consuma di nuovi) sulla legge elettorale, lo strumento destinato a ridisegnare schieramenti e pesi dei partiti. Sia Fini che Berlusconi hanno il sospetto che in un mudo a nell'altro, si potrebbe arrivare entro la line della legislatura ad una nuova legge elettorale. «E l'ingresso di Forza Italia ne! Ppe spiega il presidente ilei senatori Ccd Francesco D'Onofrio - accentua il carattere centrista di Berlusconi e di i ulto il Polo ma questo pone un problema ad An: accettare un ruolo subordinalo, nel caso si arrivasse all'uninominale a due turni di collegio; riservarsi un ruolo distinto nel caso si andasse sul modello tedesco; ovvero accollare il partito unico alle condizioni di Forza Italia? In parole povere, e aperta una corhpetizione per chi guida l'inevitabile approdo al centro». In altre parole, dopo i rovesci elettorali e referendari di Fini e i successi di Berlusconi, nel Polo il l appo dell'ipocrisia è saltalo e si e aperto uramai un quotidiano braccio di ferro per la conquista del timone. Ieri a dare la stura e stato Berlusconi. Dopo aver incontrato il presidente del Ppe Wilfred Martens, a Roma per definire gli ultimi dettagli dell'ingresso di Forza Italia nel Partito popolare europeo (via libera il '.i dicembre), i! Cavaliere lui esternato a tutto campo. Sul referendum elettorale promosso da An: «Se venisse raccolto effettivamente il numero di firme necessario e se la Corte Costituzionale, cosa di cui dubito, accogliesse il quesito, allora il Parlamento dovrebbe trovare la voglia di dare al Paese un nuova legge elettorale», perché la normativa «disegnata» dal referendum prevede un meccanismo «a casaccio» di ripartizione del 25% dei seggi. Più tardi, nella sua nota, Fini ha replicato anche sui tema dell'ammissibilità, ricordando che hanno un'opinione diversa da Berlusconi «insigni giuristi e presidenti della Corte Costituzionale come Baldassarre, Conso e Caianello». Ma Berlusconi ha esternato anche sulla legge per la par condicio, facendo capire che ancora pili degli spot, gli sta a cuore la parità di condizioni in Rai: «Quello degli spot - ha detto il Cavaliere - tutto sommato è un problema poco importante perché se come opposizione ottenessimo una presenza in Rai pari a quella della maggioranza, non avremmo bisogno di acquistare spazi di propaganda per far conoscere il nostro programma», anche perché «un minuto sul Tgl non è paragonabile ad un minulo su Tuie o sulle tv minori di Mediaset». Detto in soldoni: Berlusconi sembra proporre al governo di ripartire esattamente a metà, 50% alla maggioranza, 50% all'opposizione, gli spazi in Rai e in «cambio» fa capire di essere pronto a rinunciare agli spot. |f. mar.| Il leader del Polo Silvio Berlusconi con il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini
Luoghi citati: Roma
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