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Auguri Boss, il mito non invecchia BRUCE SPRINGSTEEN COMPIE CINQUANTANNI Auguri Boss, il mito non invecchia Maria Laura Rodotà SENTIRE che Bnice Springsteen compie cinquantanni oggi è come venire informati che un eroe mitologico soffre di prostata. Ma per fortuna, lo choc si può superare. Per i quarantenni che ancora canticchiano «è dura essere un santo in questa città», per i trentenni che nei momenti cupi riascoltano «non ritirarti baby, non arrenderti», per i liceali recenti che si commuovono con «The Streets of Philadelphia» e dintorni. Basta mettere un ed, o meglio ancora farsi un giro in macchina con lo stereo a palla, fingendo di essere il suo amico disoccupato o la ragazza con cui vuole fare un giro sulla Dixie Highway. Perché Bruce, detto il Boss, è una specie di miracolo nel mondo del rock e della celebrità: un grande rocker, un grande autore di testi, «tutto testosterone e poesia», amato dalle donne perché macho sensibile e dagli uomini che vorrebbero essere altrettanto sensibili e pure machos. E fino alla sua bella età di oggi (e Dio ci preservi da clamorose rivelazioni su lati oscuri, vizi e schifezze) e con tutti i suoi miliardi, ancora ima star-colletto blu, integro e tosto. Che mandò a quel paese Ronald Reagan quando voleva annettersi «Born in the Usa», fu brevemente travolto da una modella labbrata antipaticissima alle sue fans, ma si riscattò divorziando e impalmando la sua backup singer Patti Scialfa; ragazza del New Jersey come lui, di aspetto normale, con cui ha tre bambini. Ha anche tre premi Grammy, un Oscar, e milioni di ammiratori che già ieri in giro per il mondo e per Internet raccontavano quanto lo trovano sempre romantico, ed energetico, nonché un'ispirazione. E pazienza se ora, se si mette in autostrada tutta la notte in Chevrolet, rischia il colpo della strega. Ha teorizzato che siamo «Born to Run». nati per correre, ma anche spiegato come godersi la nostalgia in «Glory Days». Ne ha avuti per lui e per noi, e auguri.