Clinton: una polizia Onu contro le guerre di Maurizio Molinari

Clinton: una polizia Onu contro le guerre Nel discorso al Palazzo di Vetro il Presidente Usa elogia l'Italia per il suo ruolo di peacekeeping Clinton: una polizia Onu contro le guerre «Non possiamo intervenire militarmente dovunque» Maurizio Molinari invialo a NEW YORK- il presidente americano Hill Clinton chiede alle Nazioni Unite di «fan; di più» contro massacri e pulizia etnica nel mondo invitando tutti i Paesi membri a contribuire alla formazione di una «polizia dell'Oliti» contro le guerre civili. Ma suggerisce anche cautela nell'applicazione del principio dell'ingerenza umanitaria, perche «non possiamo» intervenire militarmente «som pre e ovunque». Nel suo intervento di circa mezz'ora pronunciato ieri davanti all'Assemblea Generale riunii a nel Palazzo di Vetro, Clinton ha puntato l'attenzione sul dilagare dei conflitti etnici dal Kosovo alla Sierra Leone a Timor Est. «Davanti a campagne organizzili e per uccidere o deportare intere popolazioni aiutare le vittime non basta - ha detto Clinton, tradendo un po' di raucedine causata da un'allergia bisogna fermare le violenze grazie al ricorso dell'uso collettivo della forza, della diplomazia e delle sanzioni/:. Onesti tre strumenti consentono all'Olili (li agi re in maniera differente in considerazione delle singole crisi, e dunque non sempre diventa inevitabile l'uso della forza come e avvenuto in Kosovo e a Timor list. «Non dobbiamo fan- tutto ovunque», ha sottolineato il presidente americano. L'intenzione di Clinton era (li rassicurare quei Paesi ilei Terzo Mondo che temo¬ no che l'Onu possa assumere il ruolo di poliziotto del mondo, ma l'effetto è stato di sollevare reazioni dubbiose in alcune delegazioni europee che avevano apprezzato l'intervento del Segretario generale, Kofi Annan, in lavorc di un «diritto di intervento umanitario oltre le frontiere». Nell'intento di suggerire una strategia per la gestione dei conflitti etnici nel nuovo secolo, Clinton ha indicato chiaramente la necessita di formare un «corpo di polizia delle Nazioni Unite» - cui la Gran Bretagna si e già detta pronta a contribuire con 21)0 uomini - per mantere l'ordine pubblico in zone di forte tensione etnica (come il Kosovo). A tale proposito Clinton ha detto che «sono di esempio» i positivi ruoli svolli da Francia, Italia e Argentina nel fornire contingenti di polizia ad Haiti e in Bosnia. «E' un apprezzamento gradito in un discorso che ha toccato le grandi emergenze dell'umanità», ha commentato il ministro degli Esteri, Lamberto Dini. L'altra «minaccia da fronteggiare» per Clinton e quella della proliferazione delle armi di distruzione di massa nucleari, chimiche e batteriologiche. «Bisogna proteggere il mondo dal riarmo» ha detto, menzionando «rischi di terrorismo» legati all'uso di armi non convenziionali. A preoccupare gli Stati Uniti è soprattutto, ancora una volta, il regime iracheno di Saddam Hussein. «Da (piasi un decennio stiamo tentando di impedirgli di nuocere al suo popolo e al mondo e ci sono ben 40 Risoluzioni dell'Onu su questo argomento ha affermato Clinton davanti ad una platea di capi di governo, ministri e delegati dei 188 Paesi membri dell'Assemblea - ina lui continua nei suoi sforzi di riarmo». Dietro le parole di Clinton c'è il tentativo anglo-americano di far approvare al Consiglio di Sicurezza una Risoluzione in favore della ripresa delle ispezioni in Iraq in cambio di un alleggerimento delle sanzioni, ma ammettono funzionari dell'Amministrazione - «la battaglia sarà dura» per le resistenze di Russia, Cina e Francia. Il Segretario di Stato americano, Mndeleine Albright, ha discusso a New York delle prospettive del dopo- Saddam con 19 leader dell'opposizione irachena riuniti assieme perla prima volta. Il terzo tema toccato da Clinton è stato la lotta alla povertà «in un pianeta dove 1,3 miliardi di persone vivono con un dollaro al giorno e 40 milioni muoiono ogni anno per denutrizione». Le proposte della Casa Bianca per far fronte alla povertà nel Terzo Mondo sono molto pratiche e ispirate a un'idea della globalizzazione «valida per tutti»: apertura dei mercati, sostegno ai Paesi che si impegnano a ridurre il debito estero, crediti molto agevolati per chi vuole iniziare un'attività economica, fondi per mandare a scuole le ragazze, aiuti per far fronte ai bisogni delle famiglie bisognose. Clinton durante il discorso all'Orni