Pechino offre aiuti al grande nemico

Pechino offre aiuti al grande nemico Pechino offre aiuti al grande nemico // sismafarà passare in secondo piano le tensioni PI CHIMO lei i ufficialmente Pechino ha pianto per le vittime del terremoto a Taiwan, ma, memore che in Cina quando l.i lena si muove lancia anche messaggi politici, non pochi si sono anche rallegrai i Molli dirigenti cinesi erano infatti preoccupati che Lee Teng-hui, presidente di Taiwan, l'isola che Pechino considera una provincia ribelle, preparasse qualche spiacevole sorpresa per guastare la prossima festa ilei 1 ottobre. In quella data infatti l'echino festeggia i cinquant'anni della presa del potere ila parte del partito comunista, il che è anche il cinquantenario della sconfitta del partito nazionalista, che da allora si e rifugiato a Taiwan. Il primo ottobre e fondamentale per Pechino, alle prese con mille problemi sociali, per l'aumento dei disoccupati espulsi dalle aziende in via di ristrutturazione, e anche politici. l'echino tenie in questi giorni attentati dinamitardi e c'è una lista lunga un braccio di potenziali terroristi, a cominciare dagli indipendentisti uiguri del Xinjiang, che già tre anni fa misero alcune bombe nella capitale, per finire alla setta dei Palmi (lini):, che si sta organizzando clandestina mriitc dopo la recente messa al bando e l'ondata ili arresti che ne e seguita. D'altro canto Lee Tenghui a luglio Ini rilanciati) la polemica con l'echino spiegando che auspicava speciali relazioni fra stato o stato, con la Cina. La Cina invece insiste che Taiwan deve cominciare ti parlare di riunificazione dopo mezzo secolo di vita politica separata. Per Lei: è importante cercari; di forzare l'agenda della riunificazione per cercare di imporre così il suo successore designato, il primo ministro Lian Chan. Infatti a marzo prossimo ci sono le elezioni presidenziali a Taiwan. Lee, che finirà allora il suo secondo mandato, non può più essere ridotto, ma spera di continuare a dominarli la politica nazionale attraverso Lian. Con il terremoto invece l'agenda della riunificazione, o dell'indipendenza formali' da Pechino, rischia di passare in second'ordine. In questi mesi è probabile che gli elettori di Taiwan sceglieranno il loro futuro presidente in base alla soddisfazione o meno per l'opera di soccorso e di ricostruzione dopo il sisma. In tal modo Pechino può smettere di pensare alle tensioni con Taiwan almeno per qualche giorno e probabilmente anche per qualche mese. E comunque nella storia cinese i disastri naturali, e i terremoti in particolare, hanno sempre avuto una valenza politica. Il grande terremoto di Tangshan dove nel 1976 morirono oltre 300 mila persone precedette di appena qualche settimana la morte di Mao Zndong. Per tutti i cinesi del mondo quelle trecento mila anime erano la scorta che il vecchio imperatore rosso voleva con se nell'aldilà, così come nel terzo secolo avanti Cristo il primo imperatore Qin Shi Huangdi si era fatto accompagnare da un esercito di terracotta. In questo caso è come se il cielo non volesse che la polemica tra Taipei e Pechino si inasprisca. E certo in tal senso la propaganda di Pechino promuoverà senz'altro la fratellanza che lega il popolo cinese diviso dallo stretto di Taiwan. Anche questo atteggiamento senza dubbio può avere dei ritorni elettorali, favorendo candidati meno radicali nel loro approccio con Pechino. Difficile in ogni caso oggi rilanciare la questione dell'indipendenza formale da Pechino. Per molti elettori ciò apparirebbe solo come un tentativo di sfuggire alla pressante agenda del dopo terremoto. E difficile anche polemizzare ora dopo che la Cina ha immediatamente annunciato aiuti, anche se non molto consistenti, a favore delle vittime del disastro. Questo riporta il presidente cinese Jiang Zemin al centro della politica pancinese senza colpo ferire. E' un doppio miracolo per Jiang. A maggio il bombardamento americano dell'ambasciata cinese di Pechino aveva catturato l'attenzione popolare facendola distrarre dal pericoloso decennale della repressione del movimento di Tiananmen il 4 giugno. Oggi, ancora una volta a pochi giorni da una delicata ricorrenza, un evento inaspettato corre in soccorso di Jiang. "E' ufficiale, Jiang Zemin è un uomo fortunato", spiega un diplomatico occidentale a Pechino. E la fortuna, si sa, non si deve sottovalutare. [1-s] Sono quattromila i feriti per il terremoto

Persone citate: Jiang Zemin, Lee Teng-hui, Lian, Lian Chan, Mao