Par condicio senza intesa

Par condicio senza intesa Par condicio senza intesa Bocciata l'ipotesi dei democratici Il governo potrà emendare il testo \ ROMA Il vertice di maggioranza sulla par condicio si è concluso poco prima di mezzanotte, dopo tre ore di discussione, con un mandato al governo per verificare se è possibile integrare, al testo già presentato, le proposte avanzate ieri sera dai democratici, dai verdi e dai socialisti. La riunione ha comunque visto una sostanziale bocciatura, da parte degli altri partner del contro sinistra, della proposta presentata dai democratici. L'Asinelio ha proposto di introdurre spot gratuiti per tutti i paniti coprendo i costi attraverso l'innalzamento dei tetti pubblicitari del 10%, cosa che avrebbe conseguentemente elevato gli introiti pubblicitari dello emittenti di circa 200 miliardi. Le maggiori obiezioni sono state sollevate dai capigruppo dei Ds alla Camera e al Senato, Fabio Mussi e Gavino Angius, nonché dal presidente dei senatori dell' Udeur, Roberto Napoli. Il sottosegretario alle comunicazioni, Michele Lauria, uscendo dalla riunione, ha affermato che la modifica dei tetti di affollamento pubblicitario «è una strada poco praticabile, perché sottoporrebbe gli spettatori ad una overdose di pubblicità e di spot elettorali». Duro il capogruppo dei democratici alla Camera, Rino Piscitello: uscendo in antiepo dalla riunione, ha affermato: «A questo punto non c'è bisogno di nuovo riunioni, e anche quella di stasera è stata inutile». Piscitello ha lamentato che nella riunione serale «non è stata riscontrata quella disponibilità incontrata invece nei colloqui del pomeriggio». Ma la replica dei Ds è stata altrettato secca: la riunione, ha ribattuto Gavino Angius capogruppo al Senato, parlando anche a nomo eli Fabio Mussi, «è stata inutile, certo, per loro porche non sono state accolto alcune loro indicazioni. Non entro nel merito della discussione, ma posso assicurare che c'e stata una larghissima convergenza. Una riunione molto positiva». Le principali obiezioni vertevano sulla difficoltà da parte dell'Authority a verificare la corretta applicazione delle norme e l'innalzamento dei costi della politica insito nella proposta dei democratici. «L'esigenza di ridurre i costi della politica - ha detto il capogruppo del Ppi alla Camera, Antonello Soro - è condivisa da tutta la maggioranza e credo anche dagli italiani». Su questi due punti, e cioè l'applicabilità della legge e i costi, dovrà lavorare il governo per valutare se ci siano margini di emendabilità al suo lesto, che comunque rimane il punto di partenza. Il disogno di logge dell'esecutivo vena comunque emendato in due punti: Internet rimarrà fuori dalla normativa, e per le Tv locali ci saranno delle deroghe, perchè essendo esse interessate ai soli candidati che si presentano al maggioritario sono meno esposte ad una esplosione di spot pubblicitari. Nella riunione si è anche parlato dell' eventuale atteggiamento del Polo: «Se il centrodestra farà ostruzionismo - ha sintetizzato Soro - la maggioranza è attrezzata per andare avanti anche da sola». Il calendario dei lavori della Commissione Affari Costituzionali del Senato sulla par condicio resta invariato. Lo ha detto al tonnine del vertice il presidente della Commissione, Massimo Villono. «Martedì scade il termine per gli emendamenti, la discussione generale finirà in questa settimana». [r. e. s.l Nella foto a destra il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri

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