D'Alema: governo unito per i 500 giorni di Antonella Rampino

D'Alema: governo unito per i 500 giorni E' il 15 novembre la data scelta dal premier per il confronto sul sistema previdenziale D'Alema: governo unito per i 500 giorni «Nessuna stangata e tra due mesi si discute sul Welfare» Antonella Rampino ROMA Oggi Palazzo Chigi lancia la sua nuova campagna di immagine nominando Gianni Cuperlo, già ghost wriier di D'Alema e suo sherpa in Bicamerale, coordina- I loro delle Strategie di comunica zioné, Ma la prima pietra eli questo corso è stata posata ieri, con un «serriamo le file»: se ! proprio volete discutere, signori ministri e sottosegretari, facciamolo a porte chiuse, qui a Villa Madama, parliamone tra noi prima che sui mezzi d'informazione, Un appuntamento che sarà in . I olla probabilità, comi- ha dello lo stesso presidente del Consiglio, il primo di una scrii;, «anche perche i sottosegretari non hanno occasioni di collegialità». Un appuntamento preziosissimo per ricordare ai giornalisti, schierali in una foresteria assai distante dalla sontuosa cornice del seminario, la cinquecento sci Villa Madama (stupore di svariati sottosegretàri che non ci avevano mai messo piede), i Lenii già ampiamente illusi rat i in materia d'economia al Cnel, nell'incontro con le parti sociali Con un paio di sole, ancorché sostanziose, novità: l'estensione del lavoro interinale, altresì licito iin affitto», anche al pubblico impiego, occasione coni in gente il Giubileo; l'apertura ufi i ■ ciak) del (libali ito sul Welfare I issala al I !i novembre (il che e come dire che D'Alema non rinuncia all'accelerazione sulla revisione del sistema pensioni slieo rissata al 2001, sia pure previo consenso dei sindacali); impegno formo nella «lotta alla criminalità diffusa». Per il resto, oh i e al compiaci mento perché proprio ieri il Pondo Monetario In'ernaziona le ha riconosciuto ci e l'Italia è in linea con i parametri di convergenza europea, D'Alema ha colto l'occasione per tracciare pubblicamente, e politicamente, il bilancio dell'azione per i suoi prossimi 500 giorni di governo. Una sfida ili sapore jospiniano, poiché lo stesso ha latto in vita delle elezioni del 2002 qualche settimana fa il premier francese, e un'operazione che covava già da fine luglio, quando il governo davanti al deflagrante dibattito sullo Stato sociale, s'era trovato spiazzato, e incapace di gestire la situazione sia sul piano simbolico che su quello fattuale. Per dirla con le parole che lo stesso D'Alema ha usalo con gli 80 tra segretari e sottosegretari di Stato (assenti solo i ministri Dini e Scognamiglio per impegni internazionali), «la comunicazione delle differenti opinioni finisce per offuscare quel che il governo sta facendo». E dunque, quel che il governo sta facendo l'ha ricordato egli stesso. Conferma della crescita economica ed occupazionali', confortata da dati statistici ufficiali, ovvero dell'Islat, sull'andamento nel secondo trimestre, che guarda caso sono Stati resi noti proprio ieri assieme ai buoni auspici dell'Fmi che ha riconosciuto che l'Italia ha i conti pubblici in ordine. Finanza pubblica perfettamente sotto coni rollo, e cosi pure l'inflazione impennatasi in luglio solo per l'inatteso e congiunturale, leggi imprevedibile, aumento del petrolio. «Realistico l'obiettivo 21 milioni di occupati entro la line dell'anno»; il che vuol dire un milione di posti di lavoro in più («ne sono già stali creati 600 mila»), ma scaramanticamente detto con formulazione differente da quella di borlusconiana memoria. Niente nuove tasse nella prossima manovra finanziaria che, come è noto, sarà di «soli» 15 mila miliardi, tutti racimolati sulle spese. Un punto in meno di Irpef praticamente da subito, cioè dall'anno prossimo, per i ceti mèdio-bassi, ovvero scenderà dal 27 al 20 percento la pressione fiscale per il secondo scaglione. E fermissimo impegno a ridurre nuovamente le tasse. Per il resto, non si nega che nei prossimi 1500 giorni «In ripresa economica sarà faticosa, poichi'; bisogna adeguare l'economia italiana alle sfide mondiali e monetarie», e poiché le sfide monetarie appunto «hanno ridotto la competitivita delle imprese», bisogna che esse facciano la loro parte. Competitività, crescita ed occupazione - è il ragionamento del presidente del Consiglio che evidentemente ancora ricorda gli incitamenti che gli sono venuti qualche settimana fa da Giovanni Agnelli - sono «strettamente collegati; all'innalzamento della qualità di tutto il sistema, un tema sul c)iiale il centrosinistra sta operando riforme senza precedenti, e nel quale continueremo la nostra azione sostenendo il processo di ristrutturazione delle impreso, e la trasformazione del sislema finanziario». E' anche «per far crescere le imprese» ha licito D'Alema, e «per rafforzare il sistema finanziario che libereremo il trattamento di fine rapporto maturando». Con queste premesse, è chiaro che il seminario di Villa Madama è servito a concentrare e intensificare la volontà ferina • nell'azione del governo, e in una direzione ben precisa. Al fine di rendere l'Italia un Paese, diciamo, normale anche da! punto di vista dell'economia. «Ventuno milioni di occupati L'obiettivo è questo» Il tavolo dei partecipanti al seminario di Villa Madama

Persone citate: D'alema, Dini, Gianni Cuperlo, Giovanni Agnelli, Scognamiglio

Luoghi citati: Italia, Roma