La mossa di Arcuti entro fine mese di Zeni

La mossa di Arcuti entro fine mese La mossa di Arcuti entro fine mese Torino non molla sulla banca-assurance Armando Zeni MÌl ANO Che nessuno si aspetti per oggi clamorosi! contromosse sull'iiia: questo il messaggio (ufficioso) che filtra da Torino, da piazza San Carlo, dove nel pomeriggio si riunisce il consiglio d'amministrazione dell'imi Sanpaolo. Vanno avanti per la loro strada, gli uomini del Sanpaolo. Con una calma che, se a qualcuno potrebbe apparire immotivata, forse ha l'obiettivo di innervosire e disorientare la cordata Generali che ha lanciato l'Opas sull'Ina in alternativa al progetto di integrazione annunciato dalla banca torinese presieduta da Luigi Arcuti e dalla compagnia romana di Sergio Siglienti. Ed ò proprio su questo progetto industriale di Banca-assicurazione, ritenuto ancor più valido oggi dopo i dettagli del piano precisati ieri da Generali, che il vertice del Sanpaolo-Imi, Arcuti insieme all'amministratore Rainer Masera, stanno con¬ centrandosi. «Abbiamo annunciato un piano di integrazione fa sapere un consigliere - ed è nostro dovere presentarlo al mercato e ai nostri azionisti: saranno poi loro a giudicare qua! i! il progetto più valido per le due società, per il sistema, polii mercato». Parole chiarissime che lasciano intendere la strada per ora scelta: concentrarsi innanzi tutto sulla missione Banca-assicurazione secondo un'ipotesi che verrà precisata meglio entro mercoledì 29, giorno del consiglio Ina, ma che verrà in qualche modo precisata e ribadita oggi dopo la discussione nel eda dell Imi-Sanpaolo. L'idea di fondo è chiara: l'integrazione tra attività assicurative e bancarie, lasciano intendere da Torino, è una visione di lungo periodo, che attrezza il sistema italiano di una realtà già sperimentata in Olanda (dall'Ingl e in Svizzera col matrimonio tra Crédit Suisse e Winterthur. Niente a che vedere, aggiungono, col progetto Generali che di fatto comprano l'Ina puntando su un risparmio di costi e su un aumento dei ricavi. Ovvio che tirino l'acqua al loro mulino, gli uomini del Sanpaolo. Ma per ora, una settimana dopo il ruggito del Leone, i numeri sembrano essere dalla loro parte, almeno a giudicare dalle quotazioni dell'Ina in Borsa (+1,17% a 3,033 euro) che ormai hanno superato il prezzo offerto da Generali i cui titoli invece sono scesi dell'1,52%. Non che sia questo l'elemento risolutivo («Ai di là delle smentite di ieri ammettono in piazza San Carlo - le Generali aumenteranno prima o poi la loro offerta») ma, certo, anche questo serve a dare tranquillità per studiare con calma mosse e contromosse. Dunque, prima mossa: presentare un piano industriale per Ina e Sanpaolo-Imi alternativo a quello di Generali, più vantaggioso nelle sinergie, più concreto nel risparmio dei costi, più redditizio nelle prospettive di reddito e con strategie di crescita occupa- zionale. Poi, «al momento opportuno», verranno le contromosse finanziarie, inevitabili ma da non confondere e da non premettere al progetto industriale: «Se si ha un piano serio e valido - si fa capire - anche l'eventuale strategia finanziaria per sostenerlo potrà aver successo, mentre il contrario è più difficile». Insomma, l'eventuale fusione (attraverso Fideuram) possibile grazie alla sicurezza di controllare il 30% del capitale Ina e quindi alla possibilità di convocare in tempi stretti l'assemblea Ina, sarà la fase due delle contromosse. Per ora, mentre consulenti ed advisor (.IP Morgan, Morgan Stanley e Imi per Sanpaolo, Csfb e Goldman Sachs per Ina) sono al lavoro, le diplomazie sono impegnate per sondare gli azionisti. In attesa del consiglio (giovedì) di Montepaschi (che si è già proclamato «neutrale»), ieri la Commissione di beneficenza della Fondazione Caripio (azionista sia di Ina che di Sanpaolo che di Generali) ha deciso di mantenere una posizione interlocutoria riservandosi di definire la propria posizione dopo che saranno noti tutti i progetti per Ina. Difficile, invece, che per ora abbia risposta positiva l'offerta di soluzione negoziale ventilata di nuovo ieri davanti agli analisti dal presidente delle Generali Alfonso Desiata: non siamo stati invitati a un accordo prima, è la replica, perché dovremmo sederci a un tavolo sotto, la minaccia di un'Opa adesso che l'Ina vale tremila miliardi di più? Il presidente del Sanpaolo-Imi Luigi Arcuti. Oggi si riunisce il consiglio dell'istituto torinese

Persone citate: Alfonso Desiata, Arcuti, Luigi Arcuti, Morgan Stanley, Rainer Masera, Sergio Siglienti

Luoghi citati: Olanda, Svizzera, Torino