Timor, lezione per il mondo Annan: colpiremo i tiranni

Timor, lezione per il mondo Annan: colpiremo i tiranni Australiani e britannici all'aeroporto di Dili Timor, lezione per il mondo Annan: colpiremo i tiranni //Segretario rilancia il ruolo dell'Onu mentre i caschi blu sbarcano nell isola Andrea di Robilanl corrispondente a WASHINGTON L'Onu deve ormai abbracciare con piena convinzione una politica interventista se vuole davvero assicurare «la sicurezza degli uomini» nel mondo. Kofi Annan ha inaugurato l'Assemblea generale delle Nazioni Unite con questo forte appello all'azione mentre a Timor Est sbarcavano senza incidenti i primi scaglioni della forza internazionale guidata dall'Australia. Le popolazioni civili sono sempre di più vittime innocenti di conflitti etnici e religiosi, ha ricordato il segretario generale. E la protezione di quelle popolazioni in giro per il mondo è la sfida più grande che le Nazioni Unite si trovano oggi a dover affrontare. «Un mondo globale richiede un impegno globale. L'interesse lenivo coincide sempre di con l'interesse nazionale». Annan considera l'intervento a Timor Est un precedente importante, che apre la strada ad una politica più attiva da parte dell'Orni. Al contrario della crisi in Kosovo, durante la quale le Nazioni Unite vennero emarginate, il Consiglio di sicurezza è riuscito ad approvare rapidamente la missione. Persino la Cina, la potenza tradizionalmente più ostile all'invio di forze internazionali con un mandato dell'Orni, questa volta si è schierata a favore. Una politica più interventista da parte dell'Orni, ha spiegato Annan, avrà l'effetto di un forte deterrente. «Se gli stati portati a compiere azioni criminali sanno che le frontiere non rappresentano più una difesa assoluta, so sanno che il Consiglio di sicurezza agirà per impedire crimini contro l'umanità, diventeranno finalmente consapevoli che la |0 Caschi blu in parcolpiù loro sovranità non garantisce più rtenza per Dili la loro impunità». Dalla fine della Guerra fredda si 6 andata rafforzando l'idea che la violazione della sovranità nazionale a scopi umanitari sia legittima, faccia ormai parte del diritto internazionale. Ma molti si chiedono se l'intervento a Timor Est costituisca davvero una conferma di questo principio. Le Nazioni Unite non hanno mai riconosciuto l'annessione di Timor Est da parte dell'Indonesia, per cui lo sbarco della forza internazionale in realtà non viola la sovranità indonesian. Il caso di Timor Est, insomma, non risolve la questione centrale: le Nazioni Unite sono disposte ad intervenire in violazione della sovranità di una stato? Se sarà necessario chiedere di volta in volta il via libera dello stato sovrano prima di intervenire, il Consiglio di sicurezza rimarrà di fatto ostaggio del governo che è spesso il carnefice. Ieri a Dili sono sbarcati i primi mille soldati della forza di 7500 uomini che sarà dispiegata a Timor Est. L'operazione è cominciata all'alba di lunedi. Collimando australiani, neozelandesi e britannici hanno preso il controllo dell'aeroporto e del porto di Dili, una città abbandonala che in certe zone è ridotta a un cumulo di rovine fumanti. Se tutto procederà senza incidenti i capi militari prevedono di avere sul terreno già 2300 uomini entro martedì. Il generalo australiano Peter Cosgrove, comandante della forza intemazionale, ha detto che l'esercito indonesiano ha facilitato le prime operazioni «e questo è un segno molto positivo perii futuro della missione». Ma a Giakarta il generale Bambang Yudhoyono ha denunciato «un complotto internazionale» per processare autorità indonesiane per crimini contro l'umanità. Caschi blu in partenza per Dili

Persone citate: Annan, Bambang Yudhoyono, Kofi Annan, Peter Cosgrove