Scuola, 80 mila docenti in meno

Scuola, 80 mila docenti in meno Lo Snals: sì alla rivoluzione-Berlinguer, ma l'organico non si tocca Scuola, 80 mila docenti in meno Con la riforma in discussione alla Camera Mario Tortello Scuola riformata, ninno insegnanti? Sono almeno 00 mila le cattedre a rischio, se il Parlamento licenzia la riforma-Berlinguer sui cicli d'istruzione (che oggi torna all'esame della (laniera, dopo i rinvìi imposti dal Polo). Sette anni nel «ciclo di base», dai 6 ai 13 anni d'età; altri cinque anni nelle superiori, dai 13 ai 17 anni d'età, per concludere con l'esame di Stato dodici mesi prima della maturità tradizionale. A conti fatti, un anno di meno sui banchi può significare un taglio degli organici intorno al 10 percento. Ma gli esperti non si mostrano preoccupati: con 30-35 mila pensionamenti l'anno, la riduzione non sarà «cruenta»; anche se occorrerà impostare con lungimiranza la nuova politica del turn over, perche nel giro dei prossimi 7-8 anni la «rivoluzione dei cicli» sarà a regime, E il sindacato autonomo Snals mette le mani avanti: «L'attuale organico di elementari e medie; va conservato sostiene Daniela Silvestri, vicesegretaria dell'organizzazione guidata da Nino Callotta -, Anzi, c'ò bisogno di una nuova configurazione dogli organici, prevedendo l'unicità della funzione docenti! e la riduzione dell'orario settimanale a 18 oro per tutti». «E' una riforma auspicabile e urgente, per presentarci con lo carlo in regola al nuovo secolo e al nuovo millennio - sostiene Franca Pinta Minerva, ordinario di Pedagogia all'Università di Bari e presidente dell'Irrsae-Puglìa -. Kapprosontii la prima modifica organica dell'intera architettura del sistema scolastico italiano. La proposta dei 7 anni più cinque è convincente, Anche per investire sull'orientamento scolastico e professionale e por batterò il gran- do malo della scuola italiana: la dispersione». Due cicli al posto di tre, per rispondere alle esigenze d'una società complessa. Osserva Benodotto Vertecchi, ordinario di Pedagogia sperimentalo alla terza università di Roma e presidente dol Cedo, il Centro europeo dell'educazione; «L'attuale sovrapposizio¬ ne doi livelli scolastici italiani porta molti giovani a entrare nella vita attiva a 25 anni. Dobbiamo allinearci agli altri Stati europei, agli Usa, ad alcuni Paesi orientali, consentendo l'ingresso nel mondo dol lavoro intorno a 20-21 anni, con un buon livello di formazione». Giorgio Chiosso, ordinario di Pedagogia generale a Torino e direttore di Scuola italiana moderna, la rivista più letta dagli insegnanti elementari, richiama l'attenzione su un altro aspetto: «Se si pensa a una scuola dai 6 ai 13 anni, occorro anche superare la dicotomia tra maestro e professore, permettendo a tutti i docenti di scorrere dal primo all'ultimo anno del ciclo di base. Perciò, bisogna approfittare del riordino dell' Università per dare un curricolo formativo adeguato ai futuri insegnanti». In altre parole: chi oggi dice di si alla riforma dei cicli in discussione a Montecitorio, non può poi riproporre per i maestri un diploma al posto della laurea. La rivoluzione-Berlinguer? Chiosso: «Una riforma così complessa merita di essere maturata gradualmente. Come tutte le grandi innovazioni del passato, dev'essere applicata per gradi». Rosario Drago, esperto giuridico dell'Associazione nazionale presidi, sottolinea un elemento «fortemente positivo» del ddl: «Il modello sette anni più cinque rivaluta finalmente la formazione tecnica e professionale, autorizzando percorsi fortemente differenziati, anche fuori dal sistema scolastico tradizionale. Con la leggo che prevedo l'obbligo formativo fino a 18 anni, si apre un nuovo asse per la preparazione doi giovani al lavoro. Attraverso cunicoli meno rigidi, studiali in sinergia con le imprese, potremo recuperare almeno 400 mila allievi, con grandi vantaggi por tutti». L'ultimo anno scolastico del '900 (slamano, alle 10, in diretta da Rai 1 e Radiouno, il capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi rivolgo il suo messaggio per l'avvio dello lezioni), passerà alla storia por la svolta impressa dal diessino Luigi Berlinguer? Il sì della Camera pare questione di ore. Accanto il ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer Sotto il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

Luoghi citati: Roma, Torino