Oggi «conclave» dei ministri con D'Alema di Antonella Rampino

Oggi «conclave» dei ministri con D'Alema IL SEMINARIO DI VILLA MADAMA ALLARGATO Al SOTTOSEGRETARI Oggi «conclave» dei ministri con D'Alema Su criminalità e rilancio dell'azione del governo retroscena Antonella Rampino CHISSÀ se l'idea l'ha avuta per primo Lionel Jospin, Massimo D'Alema o Claudio Velardi, tanto per dire uno dei consiglieri più ascoltati del presidente del Consiglio. Di certo, stamattina a partire dalle 9 e mezza per la prima volta nella storia della Repubblica si terrà un seminario di governo con un'ottantina tra ministri e sottosegretari, allo scopo di rilanciare l'azione dell'esecutivo, e definire per bene il programma dei prossimi 500 giorni. Di certo, D'Alema ha convocato l'insolito conclave, nella splendida cornice di Villa Madama, luogo raffaellesco dove per solito la Farnesina invita a pranzo i grandi del mondo, con una lettera che sulla busta porta la data dell'8 settembre. Tanto anticipo, si precisa, proprio-perche segretari e,sottosegretari di Stato possano dare la propria disponibilità per l'intera giornata: come dire che, dato che D'Alema non fuma più, è vietato uscire anche per le sigarette, come ben si ricordano i parlamentari della Bicamerale. Ma di certo, la riunione messa a punto nei dettagli logistici, compreso il buffet a colazione, in una riunioncina volante ai margi- ni del convegno con il quale a Villa Lubin D'Alema ha fatto «accountability», ovvero ha reso conto dell'azione di governo fin qui svolta davanti alle cosiddette parti sociali, non è una novità per l'Europa. «Le ricette degli altri non si possono importare, Jospin ha varato la legge sulle 35 ore, ma lui non ha il Mezzogiorno, è difficile ridurre l'orario di lavoro quando il lavoro non c'è», diceva ieri il presidente del Consiglio. E dunque, niente di strano se Jospin ha centrato il suo seminario, orsono un paio di fine settimana, su come schierarsi su un fronte avverso alla Terza Via di BlairSchroeder. I ministri di Jospin sono stati zitti, e il lunedì dopo il premier francese ha potuto lanciare il proprio programma per vincere le elezioni del 2002. Ma con 80 italiani, ancorché di alto rango istituzionale, la cosa è più difficile, e così, per tappare le «indiscrezioni», alla fine è stata convocata una conferenza stampa: i ministri potranno fumare una sigaretta, e i giornalisti ascolteranno com'è andata, versione ufficiale, dalla viva voce di D'Alema, Rosa Russo Jervolino e Giuliano Amato. 11 copione della giornata è già stato fissato: apre il presidente del Consiglio con una breve prolusione volta a ricordare le finalità dell'occasione, che è in buona sostanza quella di marcare le linee di indirizzo, ricordando ai membri del governo che è bene comunicare i contenuti dei dossier, ovvero dei vari provvedimenti che verranno presi, quando essi sono stati formalizzati. «Facciamo una buona politica, portiamo avanti riforme importanti per il Paese, possibile che poi tutto si risolva con voi che parlate ai giornali?» aveva detto giorni fa ai suoi ministri il capo di governo, ipotizzando addirittura, per ovviare, un «ministro-portavoce». Con la riunione di oggi, dunque, il problema dovrebbe essere ovviato. Dopo D'Alema, sarà la volta di Rosa Russo Jervo¬ lino al mattino, e di Giuliano Amato al pomeriggio. Perché due sono i temi sui quali c'è preoccupazione: la lotta alla criminalità, eufemisticamente ridotta ai «problemi della sicurezza», e la politica economica. Con il pacchetto sicurezza già in Parlamento, e una serie di altre ipotesi largamente circolate negli ultimi giorni, sul podio si sarà Jervolino: Diliberto, elegantemente, le ha ceduto il passo. Anche se, evidentemente, poi anche il Guardasigilli dirà la sua. Giuliano Amato invece, dopo aver lavorato con il suo capo di gabinetto Linda Lanzillotta ed altri collaboratori, a una relazione che poi ha scritto di proprio pugno. Oltre ai molti provvedimenti in via di definizione della Finanziaria e nei collegati, si tratterà di vedere come si arriverà agli sgravi fiscali previsti per il Duemila con il controvalore di 4-5mila miliardi, come realizzare e finanziare gli ammortizzatori sociali, e come armonizzare i regimi pensionistici. E siccome tutti, ma proprio tutti, ministri e sottosegretari e attaché, nonché lo stosso D'Alema, ribadiscono che «non si prenderanno in esame i singoli provvedimenti, ma si tratterà delle linee generali dell'azione di governo nei prossimi 500 giorni», è evidente che il ministro Amato racconterà come intende impostare la tanto attesa riforma del Welfare, «in accordo con le parti sociali», precisano da Palazzo Chigi. I temi su cui è centrato il seminario saranno dunque due. Il che ha creato sconcerto in alcuni ministeri. Ma come, siamo sicuri che noi non dobbiamo presentarci con nessun progetto?, ha chiesto l'altro giorno a Franco Bassanini uno stretto collaboratore di Antonio Maccanico. Sentendosi rispondere che no, non ce n'era bisogno, perché il suo disegno di legge sulle riforme istituzionali il governo l'ha già presentato. Anche se è probabile che D'Alema un accenno alla legge elettorale lo farà. Qui accanto il ministro della Giustizia Oliviero Diliberto A destra il presidente del Consiglio Massimo D'Alema

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