Visio: guerra ai contrabbandieri di Francesco Grignetti

Visio: guerra ai contrabbandieri LA LINEA DURA DEL MINISTRO DELLE FINANZE Visio: guerra ai contrabbandieri Una nuova legge li equiparerà ai mafiosi reportage Francesco Grignetti inviato a BARI ALLA testa dei suoi finanzieri, scendendo da un aereo che normalmente e. attrezzato per lo spionaggio elettronico, assistendo a esercitazioni navali di motovedette, e poi passando in rassegna auto blindate e fucili a pompa, il ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, ha dichiarato aperte le ostilità ai contrabbandieri. «Adesso basta. Devono capire che qui comanda lo Stato. Quando si attrezzano con jeep dotate di rostri, che sono mezzi militari, vuol dire che contendono la sovranità dello Slato». Non a caso, il progetto di legge del governo equipara i nuovi contrabbandieri ai mafiosi: le pene crescono spaventosamente e di benefici carcerari non se ne parla piti. Ma il contrabbando è anche un fenomeno di ampie complicità. Così la guerra di Visco - una guerra da 4000 o forse 7000 miliardi di tasse evase - non risparmia nessuno. Nemmeno al di là delle frontiere. C'è il porto di Bar, in Montenegro, che e la base del contrabbando di sigarette. «E' bene che là si sappia che uno Stato sovrano, che ò anche un grande Paese, non potrà tollerare a lungo una situazione del genere che avviene a pochi chilometri da noi. I loro governanti lo tengano a mente». E poi ci sono gli scafisti di Valona, in Albania, che trafficano in clandestini. «La tentazione di andare lì e squarciare qualche gommone è forte. Ma dobbiamo convincere la polizia albanesi; a,.collaborare». Parole forti, appunto. Da condottiero che non teme la zuffa. «Dobbiamo impedire che albanesi e montenegrini continuino a invaderci con questo azioni. Ma dobbiamo procedere con accordi e strntegie europee, porche con il contrasto puntuale divorrebbe una guerra senza fine». Visco, però, quasi ci prova gusto a provocare: «Vorrei far notare aneliti un caso politico che la dici; lunga sulla sensibilità della destra in tema di sicurezza. Alcuni deputati del Polo avevano presentato una leggina alla Camera per depenalizzare il contrabbando. Abbiamo dovuto faticare per mantenere il reato. C'è una sola spiegazione: o vogliono creare il panico é esasperate i cittadini; oppure per loro l'illegalità è una cosa giusta. Si confondono le giuste garanzie con l'impossibilità di punire questi signori.... 11 fatto ò che i contrabbandieri votano e si vede». Per annunciare battaglia, Visco è sceso in Puglia. Un'ispezione in prima linea. Qui mostra un inatteso piglio guerresco. Quando gli fanno vedere una di quelle jeep blindate artigianalmente dai contrabbandieri, con rostri, ruote piene di silicone e congegni antiinseguimento, resta stupefatto. Chiede ad alta voce al generale Rolando Mosca Moschin, comandante della Finanza; «Ma non si potrebbero utilizzare i lanciarazzi'pjer fermarli?». Il generale è in imbarazzo: «Signor ministro, noi usiamo questi fucili». E gli fanno vedere delle armi da guerra, nome in codice «Spas», fucili a pompa con munizionamento speciale. Il proiettile è stato studiato apposta per perforare le blindature e far saltare i radiatori. Visco a quel punto modera i toni: «Ovvio, la guardia di finanza è una polizia moderna di uno stato democratico. La vita per noi è sacra. Non siamo in un telefilm americano». Ma il ministro si fa precedere dalla proiezione di un video ad effetto: tre minuti di riprese clandestine a Bar, che mostrano le operazioni di carico degli scafi. Ci sono le casse di sigarette, le macchine per sollevare i carichi, i facchini che le sistemano. «Questo video potremmo inviarlo al presidente del Montenegro. E' una risposta implicita a quanto dice oggi». Il Montenegro, si sa, è la Tortuga dei contrabbandieri brindisini e napoletani, i quali godono di ampie complicità oltre Adriatico. Il presidente montenegrinorMilo Dulcanovic, principale oppositore politico di Milosevic, peraltro ha provato a reagire alle accuse: «Il governo di Roma - ha detto in sostanza Dukanovic - deve smetterla con le insinuazioni e smentire quello che scrive la stampa italiana. Sennò fa il gioco di Milosevic». Non l'avesse mai detto. Visco insorge. «Vedo che questo signore mette insieme due cose che non c'entrano affatto. Ma questo è un ricatto: o chiudia¬ mo un occhio sui traffici del Montenegro o lui non fa più da sponda contro Milosevic? Non ci sto. Non c'è nessuna attenuante. Ne va della dignità del nostro Paese. Parlo a titolo personale, ma penso che nemmeno più una lira deve andare in quel Paese, se non fanno piazza pulita. O questa gente elimina il traffico o viene messa al bando dalla comunità internazionale e dall'Italia. Mi risulta che il loro ministro degli Esteri sia inquisito dalla procura di Napoli per contrabbando». Gli sviluppi della guerra al contrabbando, però, spaventano gli ste^i- ftneMÌeri.--Si»rischiajil morto: Così il comandante della Finanza, il generale Mosca Moschin, precisa: «Nella lotta al contrabbando c'è l'aspetto individuazione, il contrasto fisico e l'aspètto investigativo. La nostra strategia è di gravitare soprattutto sul primo e il terzo segmento, evitando la corsa al rafforzamento delle corazze, e evitando di esacerbare lo scontro fisico perché poco produttivo e più pericoloso per tutti». «Perché non si usano i lanciarazzi contro le jeep? Usiamo già i fucili da guerra» replica il generale Mosca Moschin

Luoghi citati: Albania, Italia, Montenegro, Napoli, Puglia, Roma