A CACCIA FRA GLI ANGELI

A CACCIA FRA GLI ANGELI LO ZOO ARTISTICO DI SAN PIETRO A CACCIA FRA GLI ANGELI Domenico Del Rio QUALCUNO ha detto clic se il protestantesimo non ha attecchito in Italia è perché, per gli italiani del Rinascimento, Gesù Cristo non doveva rimanere sempre in croce. Di qui il solare linguaggio dell'arte rinascimentale italiana, sostenuta dai Pupi, una specie di cristianesimo che si muove tra realtà celesti e terrestri, tra donne e Madonne, tra potenze angeliche e principati mondani, con il piacere di vivere sulla terra nell'attesa di morire con la grazia salvifica del Signore. Nei giorni scorsi si sono alternati stupori e dispute per la nuova facciata a colori della basilica di San Pietro. Contcni|)orancamente le cronache riportavano le normali proteste contro gli «orrori» della caccia. lìbbenc, forse per quanto si è detto all'inizio, San Pietro, (limoni di Papi vivi c defunti (di Papi esperti in arte venatoria, come Leone X, che andava a caccia eli cinghiali, ò uccellatori, come- Leone XIII, clic stendeva reti per accalappiare i tordi nei giardini vaticani), San Pietro, si eliceva, mescola segni sacri con visioni eli esseri terrestri, per esempio proprio di animali. Qualche appassionato di curiosità vaticane ha parlato di un safari mistico nel grande tempio della cristianità. Due leoni imponenti, infatti, scolpiti dal Canova, custodiscono la tomba ili Papa Clemente XIII: uno dorme tranquillo, l'altro, con le grandi unghie sfoderate, è pronto all'attacco. Aquile si trovano sulla Porta elei Filarctc che immette alla basilica; un'aquila ad ali spiegate è sul frontone della facciata nello stemma di Paolo V Borghese. Colombe e api a decine volano negli spazi della basilica: la grande colomba, raffigurante lo Spirito Santo, collocata dal Bernini nell'abside tra una cascata di angeli dorati; una settantina eli colombe disseminate da Papa Pamphili, Innocenzo X, con i suoi stemmi nelle navate. Uno sciame di api è posato sulle colonne tortili del grande baldacchino dell'altare centrale; api numerose appaiono negli stemmi di Papa Barberini, Urbano Vili. Ci sono cani in giro per la basilica: uno, con una fiaccola in bocca, è ai piedi della statua di san Domenico; un altro custodisce il sarcofago eli Papa Clemente X; un terzo è compagno fidato di san Guglielmo abate. Nel monumento che Emilio Circeo ha eretto a Giovanni XXIII in una e appella della basilica, c'è un cane, stupendo esemplare, scolpito in primo piano, aciuciiato ai piedi di papa Roncalli, tra le pieghe del grande piviale. Del resto, anche nella porta ili San Pietro, che Giacomo Manzù ha dedicato a Papa Giovanni, sono visibili alla base un riccio, una volpe dalla splendida coda, un porcospino, un barbagianni, una colomba e una tartaruga che addenta una serpe. Insomma, lo zoo artistico eli San Pietro è fornitissimo eli animali. Ne manca uno, ibi sa perché: il gatto. Ma non c'è neppure nella Bibbia!

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