CAMPANILE di Giorgio Calcagno

CAMPANILE Il 28 settembre si celebra la nascita dello scrittore. Il figlio Gaetano ne manda vita, opere e pettegolezzi su Internet CAMPANILE che spasso i cent'anni da morto Giorgio Calcagno VELLETRI ri E' in giro una spaventosa moria fra i centenari. Chi sa da che dipende - lamentava un personaggio di Achille Campanile -, forse costoro fanno una vita di stravizi. Certo, se io avessi cent'anni, non mi sentirei molto tranquillo». Lo scrittore, per sé, non avrebbe mai pensato di raggiungere quel traguardo, mentre viveva i suoi ultimi giorni, settantasettenne, nel cascinale di Velletri dove si era ritirato come un patriarca tolstoiano, fra le carte e le galline. «Si muore, che peccato», aveva scritto nel suo libro più autobiografico. Ma i cento anni di Campanile arrivano. Ci cadranno addosso il 28 settembre, con un anno di anticipo su quanto egli stesso avrebbe voluto farci credere, truccando la data di nascita. E lo scrittore non e mai stato così vivo. Mentre la Rizzoli sta rimettendo in circolo tutti i suoi libri, l'autore di Asparagi e immortalità dell'anima finisce su Internet: dove, per evitare equivoci di date, si è già iniziato il conto alla rovescia. Chi digita il www.campanile viene informato subito che «questo sito sarà attivato il 28 settembre, fra tanti giorni, ore, minuti»; si precisano perfino i secondi, mentre le cifre scorrono veloci all'indietro E' una precisione che lo scrittore avrebbe ritenuto insopportabile; ma, per la memoria, vantaggiosa. Si sono lette tante bugie su di lui - alimentate ad arte dall'autore - che il dossier di Internet rischia di rendergli, a suo dispetto, giustizia. Campanile ha diritto a poche righe nei repertori di letteratura, dove fino a ieri si sbagliava perfino il nome. Qui, almeno, ci sono decine di pagine, Nel sito, www.caml'opera dello scritttelevisione e le sueda schede bibliogrCampanile. Sulle dmanca la critica, cda Pirandello a Ecoedizioni in librerelettronico per chè bilingue, si può s con notizie, testi, fotografie, la vita, la morte, i libri. Soprattutto - e come potevano mancare? - le donne: gelose, arrabbiate, vendicative, contro quel giovane amoroso così volage e, quel che è peggio, distratto. L'iniziativa parte dal figbo, Gaetano, produttore di videoclip pubblicitari, che dedica metà del suo tempo all'impresa disperata di riordinare le carte del padre, e ha appoggiato con molta convinzione il lavoro dei due curatori, Silvio Moretti e Angelo Cannata. Gaetano Campanile ha 43 anni, è nato quando lo scrittore ne aveva già 57, ne è rimasto l'unico erede, non solo materiale. Anche se ha lasciato, dopo la morte del padre, il cascinale di campagna, ha sposato una velletrese, e a Velletri è rimasto, nella casa, dove difende tutti i ricordi, le edizioni, i manoscritti. Su una parete il celebre monocolo di Campanile occhieggia dai ritratti di Amerigo Bartoli, Pericoli, Onorato. Di fronte lo scrittore diventato campagnolo ci guarda da una fotografia con una barba fluente fino al petto: «Diceva che lo avevano aiutato a fargliela crescere i circoli culturali». Soltanto il monocolo non c'è più. «E' andato perso quando era ancora vivo. Lo portava sempre, anche in casa. Lo smise quando cominciò a mettere gli occhiali: che ancora conserviamo. Come il bastone e il cilindro». Ma li usava? «No!». Il bastone è lì custodito in un tavolo vetrina, con il suo bel manico di avorio in forma di serpente. «Ci giocavo io da bambino, era la mia spada. E un giorno l'ho rotto. Mio padre non se ne è mai accorto». Che tipo di padre era Campanile? «Un uomo innanzitutto permissivo, forse addirittura troppo. E taciturno, salvo quando gli piaceva essere protagonista. Non si imponeva, sapeva indirizzare con semplicità. Il massimo dell'alterazione era battere la mano sul tavolo». Anche quella volta che il figlio buttò le sue carte nel gabinetto? «E' un episodio che è stato un po' romanzato. Io avrò avuto cinque anni, stavamo a Milano. Ricordo di aver preso i fogli dalla scrivania e averli gettati nel water. Il fatto suscitò le proteste di papà e un po' l'ira di mamma». Nemme¬ no allora volarono scapaccioni? «No. Mio padre disse che avevo uno spiccato senso critico». Quanto ha pesato per lei, portare il cognome Campanile? «Io sono un somaro terribile; e a scuola pretendevano che fossi figlio di tanto padre. D'altra parte non è che mio padre a scuola fosse un genio». Che cosa leggeva? «Di tutto, tantissimo. Letteratura, saggi scientifici. Ho trovato i suoi appunti a margine sui libri di astronomia». E' vero che era così pigro, come racconta dei suoi personaggi preferiti? «In gioventù, forse. Ma io l'ho visto lavorare sempre, dappertutto, di giorno, di notte; ha scritto fino ali ultima sera». Come scriveva, Campanile? «Sempre a mano, su carta velina; o su qualsiasi pezzo di carta, anche usata, sui biglietti del tram, sull'interno delle buste. Poi dettava a mamma, che batteva a macchina. Negli originali inseriva pezzetti in stenografia, rivedeva continuamente. Della Moglie ingenua e il marito malato abbiamo trovato tre stesure». E cosa si può trovare ancora, nel suo archivio? «Una baraonda terribile. Mio padre era un gran pasticcione, ho tutti i fogli manoscritti. Io provo ogni tanto a fare ordine, poi mi scoraggio. Solo mia madre ci riusciva. Per salvare gli appunti che si vanno sbriciolando li trascrivo sul computer». Perché si è ritirato a Velletri, lui così cittadino, che aveva scritto pagine tanto terribili sulla cam¬ pagna? «Le aveva scritte in gioventù. A 68 anni scelse Velletri perché qui aveva trovato la casa con i campi. Gli sarebbe anche piaciuto produrre il proprio vino. Un anno lo fece: una cosa pessima. E costosissima. Disse: "Ci conviene bere champagne"». E in campagna è rimasto, anche dopo la morte, nel gennaio 1977. E' tumulato in un loculo prestato da don Paolo Picca, il prete che veniva a dirgli la Messa in casa, negli ultimi anni. «A Roma abbiamo la tomba di famiglia; ma mio padre voleva essere sepolto qui. Il Comune non ci ha mai dato lo spazio: e lui è ancora ospite del prete». Ecco una bella storia che sarebbe piaciuta a Campanile, per il suo centenario. Finalmente la verità su Achille e le donne «Erano soprattutto vendicative, ma lui era così distratto» Nel sito, www.campanile.it, si dipanano in rete la vita e l'opera dello scrittore. I romanzi, il teatro, l'esperienza in televisione e le sue vicende personali: ogni episodio è illustrato da schede bibliografiche e corredato da foto e brani di Campanile. Sulle donne, i successi, la famiglia, la morte. Non manca la critica, che raccoglie le opinioni di grandi scrittori, da Pirandello a Eco, da Palazzeschi a Siciliano. E poi le edizioni in libreria, gli altri link, e il Guestbook, spazio elettronico per chiunque voglia Inviare commenti e idee. Il sito è bilingue, si può sapere tutto sullo scrittore anche in inglese.

Luoghi citati: Milano, Roma, Velletri