Palla Sassonia il quinto no a Schroeder di Emanuele Novazio

Palla Sassonia il quinto no a Schroeder L'unione cristianodemocratica ottiene il 57,2% dei voti e conferma la maggioranza assoluta Palla Sassonia il quinto no a Schroeder Trionfo Cdu, la Spd sorpassata anche dai neocomunisti Emanuele Novazio corrispondente da BERLINO Ancora una vittoria Cdu, che con il 57,2 per cento (meno 1,1 per cento rispetto a cinque anni fa) ottiene per la terza volta la maggioranza assoluta in Sassonia. Ma soprattutto, ancora una catastrofica sconfitta per l'Spd (10,7 per cento, meno 5,9): la quinta in tre settimane dopo quelle nella Saar, nel Brandeburgo, in Turingia e in Renania-Vestfalia, aggravata dal sorpasso riuscito per la seconda volta in 8 giorni ai post-comunisti della Pds, balzati dal 16,5 al 22,4 per cento e veri vincitori del voto di ieri. i Le regionali nel Land di Dresda confermano che l'autunno elettorale è maledetto, per una sinistra di governo perdente anche con i Verdi, al 2,5 per cento (meno 1,6) ed esclusi dunque dal parlamento locale. Ma il voto indica - ed è un segnale d'allarme molto severo e urgente - che questa maledizione ha due volti e due risvol- ti, perlomeno all'Est: quello della Cdu, vincitrice con un briciolo d'amaro in bocca per non aver compiuto sia pur di poco il miracolo della «maggioranza dei due terzi», 80 seggi su 120; e quello degli eredi del partito comunista di Ulbricht e Honecker che, confermano le prime analisi, hanno sottratto voti all'Spd in un Land economicamente saldo nel quale la protesta è più contenuta che altrove, come mostra l'inconsistenza dell'estrema destra (Republikaner all' 1 per cento o poco più). Per il governo Schroeder la nuova disfatta è una catastrofe politica e d'immagine che riaccende la battaglia all'interno del partito: «La sconfitta è dovuta alla situazione metereologica generale», commentava ieri sera come di consueto ormai il Segretario Generale Muentefering. Con più realismo, i vertici del partito in Sassonia attribuiscono la débàcle all'indebolimento del «messaggio sociale» del partito socialdemocratico. L'attenzio¬ ne prevalente della campagna elettorale, lo scorso anno, era stata la lotta alla disoccupazione: oggi Schroeder parla soltanto di tagli alle spese sociali e della necessità di risparmiare. Come possono, gli elettori, riconoscere un legame fra le due priorità?, si chiedevano ieri sera esponenti della sinistra del partito, sempre più critici nei confronti del Cancelliere al quale sono tornati a chiedere «una revisione urgente della politica di austerità». Se per l'Spd la situazione è disastrosa (dopo la pesante sconfitta, ieri sera il leader Spd in Sassonia Karl-Heinz Kunckel si è dimesso), per i Verdi è drammatica: quello di ieri è il terzo disastro in 2 settimane, all'Est nonostante capolista fosse il leader nazionale Gunda Roestel - mentre nel partito si profila un nuovo conflitto interno potenzialmente devastante: protagonisti il ministro degli Esteri Fischer che reclama maggior peso, e i due portavoce nazionali che ne denunciano ad alta voce «l'arroganza». I verdi, al 2,5 per cento completano la disfatta del governo centrale restando esclusi dal parlamento del Land Si dimette a Dresda il segretario del partito socialdemocratico «I nostri vertici hanno trascurato ii sociale»

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