Tre cavalieri bianchi per Op Computer

Tre cavalieri bianchi per Op Computer Il sottosegretario Morgando: «I mille lavoratori hanno possibilità serie» Tre cavalieri bianchi per Op Computer Pronti a salvare l'azienda ex Olivetti di Scarmagno Marina Cassi TOSINO Finalmente nella tormentata crisi della Op Computer di Scarmagno l'azienda di «personal» ex Olivetti fallita a maggio, da mercoledì chiusa e occupata dai lavoratori arriva qualche spiraglio. Il sottosegretario all'Industria, Gianfranco Morgando, dici;: «Ci sono tre imprenditori che stanno preparando concreti progetti industriali a supporto di una proposta di acquisto della ex Op. Spetterà agli organi della procedura fallimentare valutarli. Io penso che debbano essere valutati sullo stesso piano la capacità di mantenere la complessità e l'unici lell'azienda, i livelli occupazionali e la solidità finanziariaindustriale». Assicura: «Itainvcst è disponibili;, di fronte a progetti industriali valutati positivamente, a sostenerli anche entrando nel capitale». Il primo dei gruppi interessati è la Fulchir di Padova - già presente a Scarmagno dove ha rilevato dalla Olivetti l'officina meccanica della Lexikon - che con altre due imprese padovane potrebbe produrre personal e anche informatica per le telecomunicazioni con un utilizzo molto elevato di addetti dagli iniziali 4-500 fino a 800. Ritorna in scena anche la emiliana Ululai a e poi c'è una impresa di Pordenone, la Berti (di un ex dirigente Olivetti) che sarebbe in grado di produrre personal e anche macchine fotografiche digitali. Non da sola, ma accanto a uno di questi progetti si potrebbe inserire la Dayco che produce computer per automobili. Una cosa è certa, dice Morgando, «per dare lavoro a mille persone si devono produrre cose diverse dal personal». Gli ex dipendenti Op intanto non sono più i 1200 di alcuni mesi fa: circa cento se ne sono andati, per altri 208 è stata decisa la mobilità lunga. Naturalmente in questi giorni l'amarezza dei dipendenti e del Canavese è acuta e intorno allo stabilimento occupato si sta stringendo la solidarietà della società civile. Morgando commenta: «E1 una amarezza che capisco; anch'io avevo creduto sinceramente che la vicenda potesse non avere il trauma della chiusura. Ma ora dico no alla retorica della "più grande azienda italiana di personal". Era una azienda che accumulava debiti, a cui nessuno prestava i soldi necessari a produrre, che aveva volumi di ordini insufficienti per le sue dimensioni e attraversata da sacorribande proprietarie e manageriali che nulla avevano a che fare con gli interessi del territorio e dei lavoratori». Ma la Fiom è contro i progetti industriali in campo che definisce «una ipotesi di spezzettamento» e il segretario generale Sabattini, che in serata è stato tra i lavoratori, dice: «Giovedì con il governo saremo chiari: non accetteremo licenziamenti, i livelli occupazionali dovranno essere mantenuti».

Persone citate: Fulchir, Gianfranco Morgando, Marina Cassi, Morgando, Sabattini

Luoghi citati: Pordenone, Scarmagno