Techno, nuova bestia di Francia di Enrico Benedetto

Techno, nuova bestia di Francia Corteo lungo sei chilometri e con 40 carri ieri per i militanti di musica rave Techno, nuova bestia di Francia E una mietitrebbia blocca Parigi Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI A occhio, la più applaudita dovrebbe essere l'immensa mietitrebbia (arriva da Poitiers: 337 km) su cui non troneggiano covoni bensì discjockey - una decina - e che spande su Parigi decibel quasi fossero stoppie. Ma i battimani, chi li sentirà mai nella folla di 250 mila tecnomani in estasi dinnanzi alla kermesse, un 14 Luglio versione House lungo sei chilometri con 40 «carri» ed happening finale sull'erba stile Woodstock? La Ville Lumière rivaleggiava ieri con la berlinese Love Parade lasciandosi invadere dal popolo rave. Servizio d'ordine draconiano, 1500 flic, infermeria per disidradati e ipoglicemici (200, secondo le ultime rilevazioni). C'è Tommaso Neli da Foggia, con quattro amici. Estrae il telefonino: «Monica, senti? Qui è uno sballo. Che tempo fa giù?». Italiani cercansi disperatamente lungo il percorso. Sul boulevard Figlie del Calvario - denominazione surreale in mezzo alle maschere in latex, i tatuaggi, il look androgino e un ritmo non da litania - incontrerà 25 milanesi che gli lanciano: «C'eri a Zurigo? Noi sì». Passa una troupe di Avignone. Piercing in diretta, gabbie. «Ma è vero che sfila anche un carrozzone dalla Croazia?» domanda in francese approssimativo Rudi, bancario a Salisburgo. Nessuno che gli risponda. Guardano tutti Cari Cox - il dj più celebre al mondo - issato su «Edel 2000», alti o caravanserraglio tecnologico. Ed ecco il suo rivale trrnsalpino «Manu le Malin» (Emanuele il furbo o, con ambigua nuance, il Diavolo). Officia su «Biomechanik», mostruoso patchwork sferragliante. C'è chi ha messo un anno per costruire i folli prototipi carnacialeschi dell'happening. Militanti Techno, ma non solo. Sorpresa: in passerella con i bricoleurs ci sono le case discografiche, quelle cui non sembra vero farsi reclame mella sfilata del seco¬ lo. Ma ecco farsi largo un parter inatteso. La Lega per i Diritti Umani, con il suo veicolo doc. «Siamo qui nel segno della tolleranza universale». «Tutti gli uomini ballano liberi ed eguali», dice lo striscione. Malgrado le apparenze, dalla Marsigliese alle pulsazioni sforatimpani il passo è breve. E i nuovi giacobini sono loro, i 210 disc-jockey di cui la folla giovanile beve i mixing eterogenei (trance, big-beat, jungle, triphop). Ma almeno un sessantenne lo si poteva trovare: Jack Lang, l'ex ministro alla Cultura ps. Per l'occasione ha barattato le grisaglie mitterandiane con un'improbabile tunica. Spiega che tra le mura domestiche la figlia l'obbliga ad ascoltare Verdi e Massenet. Oggi è in libera uscita. Ma alla revanche famigliare accoppia l'orgoglio del talent scout. «La Techno-Parade è una mia creatura» dice. Ha ragione. Si batte dal '97 con le inerzie e i pregiudizi per strappare all'establishment «rosa» uno status che valorizzi la musica Acid. E il 18 settembre regala a Baby-Jacky (il soprannome affibiatogli dai technofans) una splendida vittoria. La ministra dei Beni Culturali in carica - Catherine Trautmann - gliene vuole. Si limiterà a una brevissima comparsala. «Per favore, scusatemi: c'è il weekend del Patrimonio storico, non posso rimanere». Perfido, Lang mormora: «Ora che ci penso, anche quella fu ima mia idea». La fiumana scorre verso Roully, 90 mila mq di verde per sdraiarsi e delibare gli ultimi frastuoni. La prima edizione, l'anno scorso, registrò un 100 feriti, più scontri e saccheggi vari. Donde le contromosse per evitare il bis. Ma un 50 mila ragazzi prolungheranno l'atmosfera techno nelle discoteche con programma ad hoc: il bilancio lo conosceremo solo con l'alba. Una domanda tuttavia s'impone fin d'ora. Perché nel Gotha della Acid Music in terra latina troviamo Parigi invece di Roma o Madrid? Qualcuno suggerisce analogie con la più antica ma non meno popola- re sfilata Gay Pride, ormai radicatissima nel costume cittadino. Il décor è simile, come peraltro la festosa trasgressione. Ma non possiamo escludere lo zampino della politica. Persa la battaglia sul rock planetario - il sempreverde Johnny Halliday è un best-seller le cui vendite non oltrepassano Mentono - Parigi ha impresso alla Techno un «french touch» (come suole ripetere Lang), annettendosene i successi commerciali. Rivaleggia con tedeschi e Britannici, d'accordo, ma intuisce di avere ottime chance sull'euromereato. E senza l'abituale sudditanza dagli Usa. La Francia non attraversa peraltro l'ennesima crisi di rigetto verso lo Zio Sani? Assalti ai fast-food, polemiche sui dazi Usa anti-Rocruefort, anatemi per l'agricoltura transgenetica. Il masaniello di turno si chiama José Bove. Anni fa, portò una trebbiatrice sugli Champs-Elysées. Ove nel Duemila rivedremo forse quella di Poitiers, giacché il prossimo rendezvous è intorno all'Etoile. PICCOLO DIZIONARIO TICHNO $ HOUSE Lanciato a Chicago, questa corrente musicale mischia l'ereditò della disco music e i riìmi elettronici ripetitivi O GARAGE Apparsa a New York, è un House segnata dalle influenze nere. O TRANSE Inventata in Germania, si basa su tempi rapidissimi e ipnotici. O JUNGLE Mix di reggae, hip hop, soul e techno: invenzione . inglese. % TRIP HOP Musica di frontiera tra rap, blues, soul e musica elettronica. 6 HARDCORE E' lo stile più duro, spesso legato alle feste rave. Ieri alla manifestazione che ha bloccato le vie di Parigi