San Pietro rinasce in technicolor

San Pietro rinasce in technicolor Polemica per la nuova facciata, ripulita dopo oltre due anni di lavori: «E' assurdo aver dipinto i marmi» San Pietro rinasce in technicolor «Ma il restauro ha snaturato la sua storia» Mirella Serri DOMA Sono stati ridipinti 7000 metri quadri e sono state fatte 50 mila stuccature, Il nuovo look della facciata di San Pietro, che ha richiesto circa due anni e mezzo, i! appena terminato e il restauro della Basilica più celebre del mondo ha portato notevoli innovazioni. San Pietro scintillante aspetta l'arrivo dell'Anno Santo e si accendono dibattiti e discussioni sul suo inedito e radioso aspetto. La famosa fronte eretta da Carlo Maderno tra il 1007 e il 1014 (ma nel fregio c'è la data del 1(312) non è più quella a cui siamo stati abituati, non è più monocroma bensì si staglia, con il suo possente slancio fra colonne e lesene corinzie, in un delicato technicolor, con il travertino originale sfumato nelle nuances di un mattone chiaro con l'aggiunta di rosso (! verde nella Loggia delle Benedizioni. C'è voluto un duro lavoro e l'impegno di più di 150 persone tra tecnici, scienziati, sampietrini, ovvero artigiani della Fabbrica di San Pietro, per ridare nuova vita e questo tocco di discusso e colorato splendori! alla più importante chiesa della cristianità. Solo per smontare i 120 mila metri cubi di ponteggi sono sfati impiegati 2 mesi e mezzo. E non pochi sono stati gli ostacoli chi! hanno allontanato la fine della ristrutturazione (svoltasi sotto la direzione dell'architetto Benedetti e sponsorizzata con 10 miliardi dall'Eni). Dietro lo strato di smog, la facciata con il portico centrale e due arcati; alle estremità era molto più deteriorato di quanto ci si aspettasse e gli addetti ai lavori hanno dovuto, dopo molte ricerche e sperimentazioni sul campo, elaborare un impasto ad hoc (una pappa di malta di sabbia fini;, polvere di mattonano e vari tipi di colla) per tamponare tutte le sue ferite con un rimedio destinato a non deteriorarsi né a cambiare colore con il tempo. E l'impegno originario, che era di 15 mila stuccature, si ò più che triplicato. Nemmeno la coloritura del travertino era nei programmi dei terapeuti della Basilica. Ma dopo un'attenta osservazione e soprattutto dopo aver dato una bella lavata con acqua e finissima polvere di carbonato di calcio, i restauratori si sono ritrovati di fronte a ciucila che hanno ritenuto un'importante scoperta: hanno individuato uno strato intermedio di coloritura, forse applicato per volere dello stesso Maderno. Un'ipotesi che però non virine condivisa da tutti gli esperti del settore che ora Impegntecnici e ati 150 cienziati gridano al tradimento dell'originale. Sulle colonne del «Corriere della Sera» Carlo Bertelli ha messo sotto accusa il rimaneggiamento che rende gradevole alla vista il monumento ma che ni: sminuisce l'impotenza e l'immagine grandiosa e che, con l'alternanza cromatica, trasforma radicalmente il capolavoro. A parere dello studioso, infatti, i restauratori sono incorsi in un madornale errore, scambiando delle alterazioni del colore dovute al tempo con tracce di un'originaria pittura. Si incorre in sviste non da poco quando si rifà il look ad alcuni dei monumenti più famosi, osserva l'ex assessore alla Cultura della capitale, l'architetto Renato Nicolini: «Non credo proprio che il Maderno abbia coloralo originariamente la facciata di San Pietro. Penso invece che ancora oggi si segua una tendenza affermatasi nell'Ottocento e proseguila con alti e bassi nel periodo fascista, a ridipingere tutta Roma, compresi i monumenti rinascimentali e barocchi, color ocra, lo non sono contro una Roma colorata, non mi dispiacerebbe affatto una capitale dovi; predominassero, per esempio, le sfumature tenui dell'azzurro e del rosa. Ma questo dilagare del giallino e del mattone mi appare il sintomo di una sciatteria, di un gusto burocratico, da caserma. E poi il travertino, diciamolo chiaramente, non si dipinge. E' la voglia di trasformare tutto in un set cinematografico, di spettacolarizzare la capitale. Questo atteggiamento non mi convince. Un architetto che vernicia le pietre non rispetta certo i canoni artistici ed estetici del Seicento, è piuttosto post-moderno». Insomma, sotto accusa ò proprio la micidiale mistura di sabbia e mattoncino che ha cambiato i connotati alla tradizionale facciata. «L'effetto è hollywoodiano - osserva lo storico dell'arte Achille Bonito Oliva, che da via Giulia, dove abita, è appena rientrato da una passeggiata nella piazza vaticana -. A mio parere il restauro è stato fatto seguendo un gusto più legato all'attualità che alla ricostruzione storica. La facciala non ò tomaia allo splendore dei tempi passati. Dubito che si sia recuperato l'aspetto primitivo poiché quelle che sembrano mani di colore sono in realtà l'effetto di processi chimici legati al tempo. Il sospetto di una sopraffazione e forte, è come il passaggio dal cinema in bianco e nero al technicolor. Si prova un senso di spaesamento come quando vai a vedere i film di Hitchcock e te li ritrovi colorati». Nicolini accusa: «Questo dilagare del colore è indice di sciatteria» Bonito Oliva: «E' una sopraffazione compiuta ai danni del passato» Impegnati 150 tecnici e scienziati Lunga 211,50 metri, alta 132,5, la Basilica di San Pietro è uno dei più maestosi edifici esistenti al mondo. Sorge dove si trovava l'antica basilica di Costantino, eretta nel 324, i cui resti costituiscono ora le Sacre grotte. La prima pietra dell'attuale edifìcio fu posta da Giulio II il 18 aprile 1506. Il genio di Bramante, Raffaello, Michelangelo, Bernini e il mecenatismo di molti papi ne hanno fatto il più grande e il più splendido monumento della cristianità. 324 - COSTANTINO Convertito al cristianesimo, Costantino fece costruire la prima basilica nel luogo ove era la tomba dell'apostolo Pietro, a sua volta costruita nell'area del arco edificato nel I" secolo. Consacrato da Silvestro I nel 326, l'edificio fu devastato nei secoli seguenti dai barbari: Alarico nel 410 e Totila nel 506. Nell'800 vi fu incoronato Carlo Magno. 1452 - NICOLA V Affidò la ricostruzione della basilica a B. Rossellino, che \ progettò un nuovo edificio a croce latina. La morte del 1 Papa bloccò il progetto e i suoi successori si limitarono a opere di mantenimento. 1503 - GIULIO II Con lui, il rinnovamento fu radicale. Affidò i progetti a Giuliano da Sangallo e Bramante, il quale disegnò una basilica a croce greca e incominciò ad abbattere il tempio di Costantino. Alla morte di Giulio II nel 1513 e di Bramante l'anno dopo, tutto il progetto fu rimesso in discussione. 1547 - PAOLO III Nomina Michelangelo (che aveva 72 anni) responsabile dei lavori in Vaticano e gli chiede di porre fine alle esitazioni. Il nuovo progetto segue le linee di quello del Bramante con decisive innovazioni, come la grandiosa cupola. Alla sua morte nel 1564 i lavori furono completati da Giacomo della Porta e Domenico Fontana. 1606 - PAOLO V Opta definitivamente per una pianta a croce latina, più adatta alle grandi cerimonie. La facciata viene affidata a Carlo Maderno, gli ultimi resti della basilica di Costantino vengono distrutti. L'ultima fase della storia della basilica fu realizzata dal Bernini, che trasformò in un sontuoso edificio barocco quello che avrebbe potuto essere uno splendido monumento del Rinascimento. In totale, dai lavori del Bramante a quelli di Bernini sono passati 120 anni, hanno regnato 20 papi e più di IO grandi architetti hanno contribuito a costruire l'attuale basilica. <-'-••oro'•■*"•'■•■,■"■■■</ 'w^-»i{(^]M!^'j',:w Lunga 211,50 metri, alta 132,5, la Basilica di San Pietro è uno dei più maestosi edifici esistenti al mondo. Sorge dove si trovava l'antica basilica di Costantino, eretta nel 324, i cui resti costituiscono ora le Sacre grotte. La prima pietra dell'attuale edifìcio fu posta da Giulio II il 18 il 1506 Il i d B Rffll Mihll Dopo il restauro la facciata di San Pietro è. per molti, irriconoscibile

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