Ppi, nasce l' asse Marrinazzoli-De Mita

Ppi, nasce l' asse Marrinazzoli-De Mita Hanno il 60% dei delegati congressuali: tre giorni fa anche Marini ha cercato di inserirsi nell'accordo Ppi, nasce l' asse Marrinazzoli-De Mita La «grande intesa» perportare Castagnetti alla segreteria abio Martini ROMA Nella morta gora del Ppi si è mossa un'onda, ma chi l'ha provocata, fa finta di niente. L'intesa di massima per portare Pierluigi Castagnetti alla segreteria del Ppi e Franco Marini alla presidenza, essendo trapelata su alcuni giornali prima del tempo, ha costretto i principali protagonisti a smentire. Dice Franco Marini: «Sono solo fantasie, non ci sono organigrammi già fatti». Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario in pectore Pierluigi Castagnetti: «Non c'è nessun asse con Marini e un segretario che nascesse sugli organigrammi, sarebbe dimezzato». In realtà dietro le quinte del Ppi c'è un gran movimento e la vera sorpresa di questi giorni è la ricomposizione di un'amicizia che sembrava definitivamente incrinata: quella tra Ciriaco De Mita e Mino Martinazzoli. L'intesa per portare Pierluigi Castagnetti alla segreteria è stata costruita nei giorni scorsi lungo l'asse De MitaMartinazzoli-Zecchino. Con l'idea che l'area della sinistra che fa capo a Castagnetti e Martinazzoli (28-32% dei delegati) più il gruppo di De Mita (circa il 30%) fossero autosufficienti per eleggere un segretario. Tre giorni fa Franco Marini, forte del 30-35% dei delegati, ha cercato di inserirsi nell'accordo, puntando a portare a casa la presidenza del partito. Ma c'è di più: nelle ultime 48 ore l'idea di un accordo unitario è stata guardata con interesse anche dai tre ministri che erano stati gli sponsor di Dario Franceschini e che rischierebbero di restare tagliati fuori da una nuova maggioranza: Sergio Mattarella, Rosi Bindi e Rosa Russo Jervolino. Ma al congresso di Rimini (30 settembre-1 ottobre) mancano ancora 11 giorni e, teoricamente, tutto è possibile. Anche perché i veri registi dcll'operazione-Castagnetti - De Mita e Martinazzoli, di nuovo in tandem - ieri mattina si sono irritati con il loro candidato, sospettato di «intelligenza con i nemici» Franco Marini e Sergio Mattarella, accusati di aver ridotto al lumicino il Ppi per eccessivo appiattimento sui Ds. Ieri mattina Martinazzoli si è visto a Brescia con Castagnetti, gli ha chiesto se fosse vera quella voce di un patto con Marini e Castagnetti ha smentito, sia privatamente che pubblicamente. In altre parole, De Mita e Martinazzoli puntano a vincere il congresso a prescindere da Marini e Mattarella e sono pronti ad accoglierli in maggioranza, purché siano aggiuntivi. Ma è pur vero che l'anticipazione del patto Marini-Castagnetti ha rafforzato l'idea, coltivata in alcune aree del partito, di un accordo di vertice preconfeziona¬ tcccbpttPsc to per essere poi avallato dal congresso. Chi si ripropone di cavalcare questi umori antiverticisti, per quanto possa apparire bizzarro, è il numero due del partito, Franceschini, il candidato che rischia di trovarsi «dimenticato» da tutti i suoi sponsor. Per ora il vicesegretario, in una serie di interviste e dichiarazio¬ ni, si limita al fioretto («l'unità basata sulle ambiguità non mi interessa», «oggi tutta l'attenzione è incentrata sui nomi dei leader, ma c'è una periferia più libera di quel che si immagina»), ma se nei prossimi giorni il suo isolamento fosse confermato, Franceschini potrebbe giocarsi il tutto per tutto in chiave polemi¬ ca. Ma nelle ultime dichiarazioni di Franceschini una novità c'è: fino a qualche settimana portavoce grintoso della linea anti-Prodi e filo-ds, ora in vista del congresso il vicesegretario vira e annuncia: «Il centro-sinistra è una scelta» che può anche «essere messa in discussione», «il nostro non è un matrimonio ma una scelta politica», che «come tutte le scelte funziona fino a quando ce ne sono le condizioni», perché «l'eternità non esiste». Come dire: per un Ppi che riprendesse la sua autonomia neanche la scelta del centro-sinistra è eterna. Ma la virata di Franceschini è significativa soprattutto per un motivo: anticipa la svolta autonomi¬ sta che sta per maturare nel Ppi. Dice Ciriaco De Mita: «Dal Consiglio nazionale di luglio ho sempre ritenuto che la preoccupazione maggiore dei popolari dovesse essere quella di definire una linea, perché la crisi del Ppi sta proprio nella mancanza di un modo di essere. Il resto non mi interessa». Anche i tre ministri che sponsorizzano Franceschini guardano con interesse all'ipotesi unitaria Il vicesegretario gioca di fioretto A sinistra il segretario del Ppi Franco Marini A destra Pierluigi Castagnetti e Dario Franceschini: i due contendenti alla successione di Marini

Luoghi citati: Brescia, Marini, Rimini, Roma