Caselli: rendiamo il processo più rapido

Caselli: rendiamo il processo più rapido Caselli: rendiamo il processo più rapido E Violante è favorevole a estendere i poteri della polizia inviato a VIGEVANO Gira e rigira, tutto il dibattito sull'emergenza criminalità si ferma davanti a tre questioni: dare più certezza alle pene, aumentare la fiducia verso lo Stato da parte dei cittadini e soprattutto di mimi ire le polemiche. Sul primo tema, ha una sua ricetta Giancarlo Caselli, ex procuratore d^Palermo e oggi direttore dell'Amministrazione penitenziaria: «E' contraddittorio, se non addirittura schizofrenico, parlare di sicurezza senza rendere il processo più rapido e la pena certa». «In Italia i tempi dei processi sono vergognosamente lunghi. Tre gradi di giudizio sono troppi. Non c'è sistema al mondo che ne abbia così tanti. Ci voi;!ione filtri e sbarramenti, se no il sistema scoppia, come sta scoppiando», è la sua prima proposta davanti alla platea del teatro Cagnoni di Vigevano, in occasione di un convegno su «Usura e difesa sociale». Ma accanto ai processi rapidi, Caselli non chiede più carcere e difende la legge Simeone, anche se ammette che qualche correzione deve essere fatta. «In linea di principio andava bene, garantiva una fascia di condannati poveri. Una riflessione si può fare ma prima di cambiarla bisogna pensarci molto», ammonisce sulla Simeone l'ex procuratore di Palermo. Che si dice disponibile a sperimentare l'efficacia dei braccialetti elettronici, ma non vuole che siano eliminate le misure alternative alla detenzione: «Servono a dare speranza a chi è detenuto e deve espiare una pena. Anche la collettività ha tutto da guadagnare dal reinserimento dei detenuti nella società. Il discorso del reinserimento non è sganciato da quello sulla sicurezza, sono temi che si intrecciano:). Pronto a ridiscutere della legge Simeone è anche il presidente della Camera Luciano Violan- te - «Gli scopi erano ottimi, ma nella realtà è accaduto il contrario» - che nel suo intervento punta soprattutto ad abbassare i toni della polemica: «Sulla criminalità si e oramai discusso abbastanza. Non credo sia un tema su cu le forze politiche si debbano dividere. E' arrivato il momento di decidere cosa fare. E bisogna decidere con rapidità». Dopo l'invito alle forze politiche a trovare insieme una soluzione - «Perchè la sicurezza con il lavoro è un obiettivo prioritario del Paese» - Violante rilancia il tema della fiducia verso lo Stato da parte dei cittadini: «La sicurezza è lo zoccolo sul quale si ricostruisce questo rapporto di fiducia, tenendo presente che sono le persone più deboli quelle più esposte agli attacchi della criminalità. Se il cittadino non ha fiducia nello Stato, anche il dibattito che si fa sul processo, sulla responsabilità penale, rischia di essere un dibattito vuoto». Anche da Violante, arriva poi una ricetta per far fronte all'emergenza criminalità: «Si possono estendere i poteri di investigazione delle forze di polizia. Si possono razionalizzare le misure indulgenziali degli ultimi anni, chiarendo che non ci può essere nè impunità sui reati che non sono mai perseguiti nè irresponsabilità, cioè che dopo una sentenza di condanna non ci sia una pena». A favore del pacchetto Giustizia del ministro Diliberto si esprime il procuratore capo di Palermo Piero Grasso. E anche lui parte dai soggetti più deboli: «Cioè i cittadini per cui la sicurezza è un bene supremo». Ma potenziare i poteri delle forze di polizia non basta: «Con il coordinamento dei magistrati hanno già abbastanza poteri per intervenire. Il problema è la quantità del fenomeno. Se in una città come Palermo ci sono 40 mila furti, soprattutto in appartamento, il problema è quello della redistribuzione del reddito. Ci sono dei malesseri sociali su cui bisogna intervenire. Nessuna polizia del mondo può far fronte a 40 mila indagini o a prendere tutti i colpevoli». Se Grasso «salva» la legge Simeone • «Ma ci sono stati dei problemi che vanno rischi» - il vicepresidente dell'Associazione Magistrati Claudio Castelli torna sula celerità dei processi: «E' il primo problema da affrontare. Oggi i processi sono lentissimi, sono diventati una corsa ad ostacoli che favorisce tutti coloro che non vogliono fare i processi e puntano alla prescrizione», [f. poi.) Il procuratore di Palermo Grasso: «Non basta potenziare le forze dell'ordine, ci sono malesseri sociali su cui si deve intervenire» A sinistra Giancarlo Caselli, ex procuratore di Palermo e oggi direttore dell'Amministrazione penitenziaria. Accanto il presidente della Camera Luciano Violante

Persone citate: Camera Luciano, Caselli, Claudio Castelli, Diliberto, Giancarlo Caselli, Luciano Violante, Piero Grasso

Luoghi citati: Italia, Palermo, Vigevano