«Timor sarà la vostra tomba» di Giuseppe Zaccaria

«Timor sarà la vostra tomba» SBARCANO IN INDONESIA LE AVANGUARDIE DELLA MISSIONE DI PACE «Timor sarà la vostra tomba» // «benvenuto» alprimo contingente Onu reportage Giuseppe Zaccaria inviato aiKUPANG FKA questa notte e domani le avanguardie del «contingente asiatico» dell'Otiti sbarcheranno ;i Timor list. «Faremo sul serio», annuncia il comandante australiano della missione, il generali: Peter Cosgrove, ed il tono minaccioso che prepara una «missione di pace» non pare fuori luogo. Tutto ciò che sta accompagnando lo sbarco di Timor sembra preparare infatti una lunga e sanguinosa guerriglia. A Giakarta, i nazionalisti che continuano le manifestazioni di protesta ieri innalzavano cartelli con la scritta: «Benvenuti a Timor, preparate; lo vostre tombe». L'esercito indonesiano è pronto a ritirare dalla parte list dell'isola le ultime sue unità. In uno scenario di desolazionetotale, fra città e villaggi che ancora bruciano, superstiti accampati a ridosso delle strade, profughi riparali sulle colline, i guerriglieri deH'«Aitarak» (le «spine).) hanno collocato nelle giungle e ii ridosso del confine unità che si preparano ad un lungo confronto in siile cambogiano. Delle sue file, ormai è chiaro, fanno parte ex ufficiali lungamente addestrati alle tattiche di sopravvivenza e di attacco e formati dalle scuole di guerra americane. Tutt'intorno, una popolazione che ha sempre più disperata bisogno di aiuto, si è sparsa lungo un territorio enorme e costringerà i «caschi blu», come gli uomini delle organizzazioni umanitarie, ad esporsi ad azioni di ogni tipo. Le prime avvisaglie di quanto sta per accadere si sono avute ieri, quando i piloti di un «C-130» australiano che paracadutava viveri sulla regione di Limerà, a Sud della capitale Dili, hanno raccontato di aver notato strani movimenti a terra. In quell'area dovrebbero trovarsi circa ventimila profughi, ma quando l'aereo ha sgancialo i «pallcts» cari- chi di riso, dalla giungla sono apparsi gruppi che apparentemente hanno scaccialo il formicaio umano che cercava di dirigersi verso il cibo. Per il momento, visto l'esito ciclici missione, l'Orni non ha autorizzato alcun nuovo lancio di viveri e medicine, tale ò la sicurezza che le razzie dell'«Aitarak» proseguiranno almeno fino a (pianilo i caschi blu non saranno in grado di prendere il controllo dell'intero territorio. Ma per questo occorrerebbe una forza di almeno 30 mila soldati. Oggi il generale Cosgrovc volerà a Dili con una piccola delegazione per incontrare il comandante indonesiano dell'arca, Kiki Sjannaki, il generale che dal 7 settembre si è occupato di una così devastante applicazione della legge marziale. «Tutta l'operazione dipende dalla coopcrazione degli indonesiani», insiste l'ufficiale australiano, che comincia ad avvertire il peso di un'opinione pubblica allarmata e divisa. Le complessità, i rischi, le tensioni che circondano questo intervento sono tali da provoca- re anche a Timor Ovest, nell'altra parte dell'isola, una sorta di migrazione. Da qualche giorno i voli in partenza da Kupang sono strapieni; al piccolo aeroporto dell'isola, qualche giorno fa invaso da profughi in arrivo, sono le file della gente in partenza a farsi sempre più lunghe. Chiunque abbia la possibilità di farlo, lascia Timor: commercianti, le poche famiglie ricche della capitale, perfino qualche alto burocrate ufficialmente in ferie si spostano verso altre luoghi dell'arcipelago in attesa che la tempesta passi. Fino a qualche giorno fa, nella rada, fra le povere barche dei pescatori si notavano anche cinque o sei «off-shore» che adesso sono spariti. La «Merpati», compagnia per i voli interni, annuncia che gli aerei per qualsiasi destinazione sono pre¬ notati fino alla fine del mese. Per comprendere le ragioni di tanto allarme basta percorrere le strade di Kupang: i guerriglieri dell'«Aitarak» continuano indisturbati a dominare la scena, quell'esercito che avrebbe dovuto disarmarli ed inquadrarli invece non si vede. La regione montagnosa di Atambua, che controlla il confine con la provincia perduta, ò ormai una sorta di territorio libero dell'«Aitarak» dove le leggi indonesiane non hanno più valore, le unità paramilitari continuano ad ammassarsi ed i profughi vivono nella condizione di ostaggi, senza ricevere aiuti. Se il nostro contingente arriverà fra gli ultimi ad Est, ad Ovest invece la Cooperazione Italiana sta prendendo i primi contatti. Due alti funzionari, Attilio lannucci ed Agostino Miozzo, sono qui da ieri con la missione di sondare le condizioni dei profughi proprio in questa sorta di repubblica guerrigliera, dove fino ad oggi neanche la Croce Rossa si è avventurata e per chiunque abbia pelle bianca l'ingresso è vietato. In previsione di quel che accadrà, gli alberghi, traboccanti di stranieri, continuano a stabilire cambi fissi che prescindono dal quotidiano tracollo della rupia indonesiana. Per fare posto alle unità dell'esercito che rientreranno dall'Est, un intero complesso statale a metà strada fra città ed aeroporto è stato sottratto agli usi civili. Dal Portogallo, antico colonizzatore, il premier Antonio Gutierrez fa sapere che per la ricostruzione di Timor Est il Paese è pronto anche a violare il patto di convergenza europeo sull'Euro: «Se sarà a causa di Timor, sarò pronto a spiegare le nostre ragioni a Bruxelles», dice Da Tokyo il primo ministro Obuchi annuncia una revisione della Costituzione per permettere al Giappone una partecipazione alla missione di pace. Dalla Seconda guerra mondiale il Paese ha una legge fondamentale che vie ta qualsiasi impiego di forze armate all'estero. Sono soltanto i primi cambiamenti che la crisi sta provocando intorno all'arci pelago. Ne seguiranno molti altri. Il comandante dei soldati australiani risponde: «Siamo qui per fare sul serio» I miliziani rubano i viveri lanciati dagli aerei ai profughi affamati Un momento della manifestazione studentesca nazionalista di ieri a Giakarta davanti alla sede locale delle Nazioni Unite Nella foto piccola a destra il presidente indonesiano Jusuf Habible

Persone citate: Agostino Miozzo, Antonio Gutierrez, Jusuf Habible, Kiki Sjannaki, Obuchi, Peter Cosgrove

Luoghi citati: Bruxelles, Dili, Giakarta, Giappone, Indonesia, Portogallo, Timor Est, Tokyo