Il grande giallo dell'oro dì Mosca

Il grande giallo dell'oro dì Mosca MONTAGNE' DI DENARO PUBBLICO DIROTTATE SU CONTI PRIVATI ■ ,—__. ■ Il grande giallo dell'oro dì Mosca IlFmi sapeva dei miliardi imboscati all'estero? reportage Giulietta Chiesa inviato a MOSCA Una storia di Banche centrali e banche da usurai. Una storia di governi e di banditi. Di buone intenzioni politiche e speculazioni internazionali. Da Mosca abbiamo ricostruito, con colloqui e fonti Onora inedite, il grande giallo dell'oro di Mosca e dei silenzi del l'ondo Monetario. Su una pista chiamata Fimaco Cominciamo dalli; ultime rivelazioni del Procuratore Generale Jurij Skuratov, basate sull'analisi dell'uso fatto dalla Banca Centrale del conto su cui il Fondo Monetario Internazionale depositò il prestito di 4,4 miliardi di dollari ricevuto il 23 luglio 1998. Quel prestito non arrivò mai in Russia. Tra il 23 luglio e il 17 agosto (data del crollo del rublo) i denari del Fmi, pari a 3,9 miliardi di dollari, depositati sul conto della Banca Centrale Russa alla Bank of New York, se ne uscirono verso i conti, aperti presso la stessa banca americana, di una ventina di banche russe. Skuratov cita soltanto la Sbs-Agro (dell'oligarca Smolenskij) e Oneksimbank (di Potanin). La Banca Centrale russa permise alle venti banche di liberarsi degli enormi ammontari di obbligazioni a breve termine emesse dal governo russo ai prezzi precedenti al crollo (di cui evidentemente si conosceva l'inevitabile verificarsi). Si chiama «insidcr trading» ed è penalmente perseguibile in tutti i paesi, Russia inclusa. La Banca Centrale Russa fece un altro favore ai ras di Mosca: vendette loro i dollari del Fondo monetario Internazionale a un prezzo di favore, 6,3 rubli per dollaro anziché 6,97. Possibile che il Fondo Monetario Internazionale non sapesse nulla? No. Come non e possibile che Michel Canidessus, direttore generale del Fondo, fossi; all'oscuro di quanto qui raccontiamo e che riguarda la «Fimaco Ltd», ovvero Financial Management. Company, «fimaco»' è qualcosa di molto più importante; degli altri scandali già emersi fino a questo momento: quello dei 15 miliardi di dollari riciclati attraverso la Bank of New York, e quello delle tangenti svizzere alla famiglia di Boris Eltsin. Il 2 febbraio 1999 Jurij Skuratov invia una lettera allo «speaker» d(;lla Duma, Gennadij Selezniov, denunciando che la Banca Centrale russa ha inviato all'estero, in una compagnia «Offshore», tra il 1993 e il 1991!, 50 miliardi di dollari di riservi; valutarie. L'offshore Fimaco, l'ondata nel 1990, quando ancora c'era l'Urss, con un capitali; iniziale di $1000 (mille dollari, móho di due milioni di lire), nell'Isola di .Jersey, Channel lslands. Perchè Skuratov invia una lettera a Selezniov invece di procedere direttamente all'accertamento di responsabilità penali e amministrative? Risposta semplici;: Skuratov cerca protezione, ben sapendo che cosa potrebbe presto succedergli. Teine che la faccenda venga sepolta subito, e lui con essa. A gennaio ha fatto partire una raffica di procedimenti penali contro un «gruppo di alti funzionari della Banca Centrale». Capi d'imputazione: riciclaggio e «insider trading» sulla compravendita di obbligazioni a breve termine russe (Gko). Lo stesso giorno Skuratov si dimette e sla ricoverare in ospedale. Come è arrivato Skuratov a quelle informazioni? La Camera dei Conti russa - una delle poche istituzioni statali che ha potuto agire relativamente in libertà- aveva messo gli occhsu un'indagine interna della Banca Centrale, concernente iperiodo 1993-1997. Le verifiche effettuate dalla Camera dei Conti, avevano mostrato che l'inchiesta era o tacolata dai vertici della Banca Centrale. Il presidente Gerashenko, nonostante le proteste, pone il sigillo della segretezza sulle loro conclusioni. Ma qualcosa era emerso: (anon esistevano dati sui profittdegli investimenti offshorecioè che la Banca Centrale non effettuava controlli adeguatsui denari che mandava all'estero; (b) la Banca Centrale aveva usato parte delle riserve in valuta per acquistare - attraverso la Fimaco, formalmente investitore estero - obbligazioni a breve termine russe (con tassi d'interesse vertiginosi) quando ciò era ancora illegale. Le prime reazioni alla scoperta sono singolari. Viktor Gerashenko, presidente della bau ca Centrale: «L'argomento non merita attenzione». Mikhail Zadornov, ministro delle finanze: «Faccenda da non discutere in pubblico». Sergei Kirienko, ex premier: «Non ne so nulla, ma è una cosa orribile,..)»'. Il Fondo Monetario Internazionale dovrebbe inquietarsi non poco poiché i suoi prestiti vanno in parte proprio alla Banca Centrale, e un USÒ illecito delle riserve valutarie potrebbe coinvolgerlo. Invece reagisce blandamente, con una lettera del 12 febbraio 1999, chiedendo «chiarimenti». Strano. Anche perchè vino dei vice-presidenti della Banca centrale, Qleg Mozhaiskov, conferma che il Fmi sapeva dell'esistenza di offshores della Banca Centrale e che riserve valutarie furono usate, attraverso Fimaco, per acquistare obbligazioni emesse dal ministero delle Finanze russo. 1 mass media russi di proprietà degli oligarchi si guardano bene dall insistere con troppe domande, mentre si lavora ad incastrare Skuratov. Il presidente della Banca Centrale, Gerashenko, e il suo predecessore Sergej Dubinin, si limitano a spiegare che la Fimaco fu creata, nel 1990, per impedire ai creditori esteri di bloccare i conti russi in caso di inadempienza. Insomma i massimi dirigenti valutari della Russia dichiarano che il paese nascose i suoi beni per poter trarre in inganno i suoi creditori. E il maggiore dei creditori, il Fmi, non fa una piega. Il Club di Londra, creditore per 27 miliardi di dollari dell'epoca sovietica accetta di ristrutturare il debito russo proprio nel gennaio 1999, quando già l'inchiesta di Skuratov è partita. Decisione che viene presa in base alla constatazione che la Russia non ha denaro per pagare. A, Londra non sembrano curarsi del fatto che la Russia gioca a nascondino con le sue riserve valutarie. Insomma i creditori della Russia appaiono singolarmentt molto comprensivi. Ma cosa t questa Fimaco? Informazion generali: il Dipartimento di Stato Usa elenca le Channel lslands tra le zone offshore che «facilitano il riciclaggio». La Commissione Europea le definisce «luogo ideale per occultare operazioni finanziarie illegali». Gerashenko, in un momento di franchezza, giustifica la scelta di un operatore finanziario esterno in quanto la Banca Centrale non aveva ancora, all'epo- ca, esperti capaci di gestire con profitto le riserve valutarie. Forse. Ma per un incarico di quel genere, tra i più lucrativi del mondo, si sarebbero battute fino all'ultimo sangue tutte le più importanti banche d'investimento del mondo. E nessuno dubita ohe esse possano fornire alta qualificazione, totale riservatezza, eccellente formazione quadri. Invece la Banca Centrale scelse la sconosciuta Fimaco, senza neanche indire un appalto. Si può sapere chi erano i maghi della finanza che lavoravano in una offshore con due milioni di lire in capitale versato? Non si può. Chi gestì allora Fimaco? Quanti denari passarono per Fimaco? Quale fu il conto guadagni e perdite di Fimaco? Fonti ufficiali della Banca Centrale dissero in seguito che Fimaco era proprietà al 100% di Eurobank, filiale parigina della Banca Centrale, Eurobank ha tra i suoi azionisti di minoranza «Jukos» e «Alrosa», insieme a numerosi altri privati. Orbene: Jukos appartiene a Mikhail Khodorkovskij, cioè alla banca «Menatep» poi fallita, e ora al «Gruppo RospromJukos». «Alrosa» (cioè Diamanti di Russia e Sakha-Jakutia) è in tasca a Vladimir Potanin proprietario della fallita «Oneksimbank», oggi capo del «Gruppo Interros», e a Pavel Borodin, direttore del Dipartimento Affari Generali dell'Amministrazione Presidenziale. Secondo un'indagine di «The Moscow Times», alle autorità di Jersey non risulta che Fimaco appartenga a Eurobank, mentre risulta che le mille azioni da un dollaro, registrate il 27 novembre 1990, appartengono a due oscure imprese: la «Ogier Nominees Ltd» (che è proprietaria di 997 azioni) e la «Ogier Secretaries Ltd» (che ne possiede ben 3). La ricerca si ferma qui. Forse scopriranno qualcosa di più i giudici francesi che, a settembre, hanno aperto un'inchiesta su Eurobank. L'ordine di scuderia è stato di dire che la Fimaco ha lavorato bene e ha restituito fino all'ultimo copeko. L'ex vice di Dubinin, Sergej Aleksashenko, t'a sapere che Fimaco .investì eff^c^tneote.e, .senza rischio in buoni del tesoro americani. E conferma che attraverso Fimaco sono transitati 37 miliardi di dollari, Confermando così Skuratov. Purtroppo Aleksashenko smentisce involontariamente Gerashenko secondo cui Fimaco serviva a occultare le riserve russe in valuta, rivelando che nelle casse di Fimaco non ci furono mai più di 1,4 miliardi di dollari. Se Aleksashenko non mente, poiché le riserve valutarie russe risultavano essere ufficialmente di 6 miliardi di dollari nel 1993, e crebbero fino a un massimo di 24 miliardi di dollari nel 1997, se ne dovrebbe concludere che «da qualche altra parte» furono nascosti da un minimo di 4,6 miliardi a un massimo di 22,6 miliardi di dollari. E siccome la Banca Centrale ha altre filiali a Vienna, Francoforte, Londra e Singapore, sorge la legittima domanda: quante sono le Fimaco in giro per il mondo? Se tutto era così profittevole, come mai la Banca Centrale non continuò a usare Fimaco? Boris Fiodorov, che fu ministro delle Finanze nel 1993-94, quando già Gerashenko era presidente della Banca Centrale, commenta: «Fu un discreto, piacevole, corrotto, amichevole modo di distribuire commissioni. Se tu consenti ai tuoi amici di allestire una società a Parigi e fai passare attraverso di essa discreti flussi di capitali, raccogliendo le commissioni - supponiamo di un decimo o anche di un centesimo dell'uno per cento - allora quei miliardi di dollari possono produrre milioni di dollari». Aleksandr Shokin, vice-premier nel 1991-1994, dichiara: «Nell'estate del 1998 ebbi un duro scambio verbale con l'allora presidente della Banca Centrale, Sergei Dubinin. Avevo saputo che un miliardo di dollari della Banca Centrale era depositato in Eurobank a tasso zero». Sembra che ne abbia informato l'allora capo del governo Cernomyrdin, ma senza successo. Ce n'è quanto basta per andare avanti con le indagini di ìkuratov. Così la Banca Centrae fa una mossa astuta: incarica ina delle più autorevoli imprese finanziarie di «audit», la «Pricewaterhouse Coopers» (Pwc) di effettuare una «verifica». Ma c'è il trucco. La Pwc viene lautamente retribuita non per fare un «audit», cioè una revisione dei conti indipendente e senza ostacoli, ma per comporre una relazione sui dati che le verranno forniti dalla stessa Banca Centrale, senza possibilità di verifica. Infatti la r a a » c a è r i a a a Pwc, che non intende intaccare la propria reputazione, precisa che non si tratta di una rapporto «definitivo», che esso è redatto «ad uso della Banca Centrale», che si basa su informazioni «fornite dalla Banca Centrale», che la Pwc «non ha opinioni sull'accuratezza del rapporto», infine che alla Pwc è stato richiesto di «assistere la Banca Centrale nella valutazione delle attività della Fimaco e ... non per altre funzioni». L'equivoco viene alimentato dalla Banca Centrale e dal Fmi, i quali esibiscono la relazione della Pricewaterhouse Coopers come prova a discarico. In quel documento c'è comunque materiale tanto esplosivo da far dire al quotidiano francese «Le Monde» che «la Banca Centrale fece un uso distorto del denaro della comunità internazionale, per facilitare l'arricchimento di alcuni oligarchi, (...) con la piena coscienza dei fatti da parte dei vertici del Fmi». La Banca Centrale russa nascose dunque informazioni cruciali anche e proprio a Pwc. In almeno un caso gli estensori del rapporto affermano esplicitamente che la filiale tedesca della Banca Centrale, «Ost-West Handelsbank» oppose un rifiuto alla loro richiesta di delucidazioni. Una «verifica indipendente» dell'operato della Banca Centrale e di quello del Fmi nei suoi rapporti con la Russia, insomma, «ancora non esiste». Nell'attesa, il rapporto di Pricewaterhouse Coopers solleva vari sospetti: 1) Esiste un assegno della Banca Centrale, intestato a Fimaco, per un miliardo e sette milioni ($1.007 milioni) con una firma che gli analisti di Pwc considerano falsa, o sospetta. Perchè la Banca Centrale non ha consentito loro di accertarne l'appartenenza? 2) Quanto denaro ricevuto,*<ial Fmi è andato perduto in prestiti - elargiti attraverso Fimaco - a banche commerciali russe successivamente fallite? Qual è l'elenco di queste banche e degli ammontari dei prestiti? Perchè la Banca Centrale prestava in dollari, attraverso Fimaco, e non direttamente in rubli, a Mosca? 3) Perchè la Banca Centrale vendette dollari, tra il 1 luglio e il 1 settembre 1998, alle banche russe a una media di 6,33 rubli per dollaro, quando la quotazione ufficiale Micex fu mediamente di 6,97 rubli per dollaro? 4) Quale uso è stato fatto dei prestito del Fmi di 4,8 miliardi di dollari, erogato a luglio 1998? 5) L'affermazione secondo cui «ogni copeko passato attraverso Fimaco è stato restituito» è assolutamente falsa. Il 29 febbraio 1996 Fimaco comprò 500 milioni di dollari di buoni del tesoro russi con denaro della Banca Centrale (e violando le leggi russe in vigore). Nove giorni dopo li rivendette, con una perdita di 400 mila dollari. La Banca Centrale, non è chiaro il perchè, rimborsa Fimaco per la perdita subita. Ma invece di scrivere 400 mila dollari nel conto perdite, scrive 3,8 milioni di dollari. Perchè? Michel Camdessus ha detto a «Le Monde» la stessa cosa che Aleksandr Lifshitz ha detto alla Stampa, cioè che la Banca Centrale diede, nel 1996, informa zioni false sullo stato delle riserve valutarie russe. Sergej Dubi nin era in carica. Quali provve dimenti furono presi dal Fmi? Oual era l'ammontare della fai sii"ka2tone? Si presume che Fmi abbia strumenti autonomi per vtdutr.re le performance dei governi che chiedono prestiti senza fidarci dei dati forniti Perchè non ha- no funzionato i filtri del Fmi? Chi fece la. eitn di dichiara re la bancarotta russa il 17 agosto del 1998, «Kirienko, Du binin, Aleksashenko e il suo vice Potiomkin, Zadornov e suo vice Vyugin, Ciubais e Gai dar» - dice Fiodorov - erano nella dacia di Kirienko il 15 agosto, a discutere sul da farsi Che cosa ci facevano i «riforma tori» Sergei Dubinin, Anatolij Ciubais e Egor Gaidar nella dacia di Kirienko? Dubinin era ormai un privato cittadino, come Gaidar. E Ciubais era già un oligarca di Stato alla testa del monopolio elettro-energetico, rappresentante speciale di Boris Eltsin presso il Fondo Monetario Internazionale. Compagnie del genere hanne preso, in questi anni, importanti decisioni sul destino della Russia. SCANDALO, LE PUNTATE PRECEDENTI FEBBRAIO 1999 L'allora Procuratore Skuratov rende pubblica l'inchiesta sulla Banca Centrale a proposito dei 50 miliardi di dollari transitati su Fimaco. 6 UMILIO Il deputato della Duma, Gonchar, conferma la tesi di Skuratov e afferma che il Fondo Monetario Internazionale era informato da anni dell'esustenza di Fimaco. 14 LUGLIO La procura generale Svizzera apre l'inchiesta su Pavel Borodin e la Mabetex di Behgiet Pacolli. 9 AGOSTO Eltsin Licenzia Stepashin da primo ministro. Lo stesso giorno ricominciano le ostilità nel Caucaso del Nord. 16 AGOSTO Eltsin nomina e la Duma ratifica Vladimir Putin come premier 23 AGOSTO Esplode in America lo scandalo della Bank of New York per il riciclaggio di 15 miliardi di dollari. 25 AGOSTO Esplode in Svizzera lo scandalo delle carte di credito alla Famiglia Eltsin. 31 AGOSTO Bomba esplode al Maneggio, feriti. Un morto, decine di 4 SETTEMBRE Salta in aria un palazzo nella città daghestana di Buinaksk: 64 morti, centinaia di feriti. 9 SETTEMBRE Salta in aria un palazzo a Mosca: 92 morti.Pquasi 200 feriti. 13 settembre. Salta in aria un palazzo a Mosca: 118 morti, 180 feriti. 14 SETTEMBRI Skuratov apre l'ultimo capitolo dello scandalo confermando in un'intervista a Moscow Times che i soldi del Fondo Monetario del luglio 1998 furono usati dalla Banca Centrale per foraggiare 18-20 banche russe attraverso la Fimaco, con un'operazione illegale di inside trading. 16 SETTEMBRE. Salta in aria un camion davanti a un palazzo a Volgodonsk, Russia meridionale: 17 morti e almeno 300 feriti è il bilancio provvisorio. Dal FMI porte il prestito di 10 miliardi di dollari per lo Banca Centrale Russa Dalla Banca Centrale Russa i dollari vengono «girati» alla finanziaria Fisnetco aperta nell'Isola di Jersey già ai tempi detfPrSs con un capitale di soli 1000 dollari trocA mi mumxiimmnmk >© MONETARIO BANCHE COMMERCIALI PRIVATE OUna parte dei dottori è stoio versata su conti nella Bank of Ne\v York e su quelle di altre banche occidentali ©Dalla Fimaco, tra il '93 e il '98, 50 miliardi di dollari avrebbero preso due diverse strade Un'altra parte è tornata in Russia nelle casse di banche commerciali private EGOR GAI DAR. Della pattuglia dei «riformatori», guidò di fatto il governo di Eltsin fino al 1992, per essere poi estromesso. Ma è rimasto, rome capo di partito dei «democratici», sempre a fianco di Eltsin durante tutti questi anni JURIJ SKURATOV. Ex procuratore generale di Russia, è stato sospeso dal febbraio 1999, dopo aver awiato diverse inchieste che toccavano più o meno indirettamente l'entourage del presidente Eltsin e della sua famiglia ANATOLIJ CIUBAIS. E' attualmente presidente di Rao EES, il gigante statale che controlla il monopolio elettrico. E' stato a più riprese nei governi di Cernomyrdm. Molto vicino a Eltsin, fu tra i protagonisti della privatizzazione SERGHEJ KIRIENKO. Arriva dall'entourage di Boris Nemtsov. Nominato a sorpresa, a soli trentasei anni, premier dall'aprile al settembre 1998. Viene bruscamente licenziato dal presidente Eltsin dopo il crollo del rublo del 17 agosto- VIKTOR GHERASHENKO. Presidente della Banca Centrale dal settembre 1998. Lo era stato anche dal 1992 al novembre 1995. Poi licenziato da Eltsin su pressione dei «democratici». Banchiere sovietico in tutta la sua lunga carriera SERGHEJ DUBININ. Presidente della Banca Centrale russa dal 1995 al settembre 1998. Considerato in Occidente come un «riformatore». Licenziato dopo il disastro del 17 agosto. E' ora vicepresidente di Gazprom, il colosso del gas