IL FIRPO DI GREGORETTI di Luigi FirpoSilvia Francia
IL FIRPO DI GREGORETTI AL CARIGNANO IL FIRPO DI GREGORETTI Quei «Cattivi Pensieri» tradotti per la scena H IO scelto e organizzato una piccola porzione e certo non esauriente dei "Cattivi Pensieri" di Luigi Firpo. Non saprei dire se la scelta sia giusta, ma di certo è quella che più corrisponde al mio modo di intendere e amare Firpo. A ciascuno il suo Firpo. E questo è il mio Firpo». Così Ugo Gregoretti aprirà la serata di mercoledì 15 alle 20,45 al Carignano, dal titolo «Anche Firpo è teatro? Scene di commedia dai "Cattivi pensieri"». L'appuntamento (ingresso libero, tel. 011/443.90.40), realizzato da Comune e Teatro Stabile di Torino in collaborazione con La Stampa, è sottotitolato proprio «Un omaggio di Ugo Gregoretti a Luigi Firpo». Il regista, già direttore del T.S.T. e l'intellettuale che fu editorialista della Stampa, si incontrarono all'epoca in cui Gregoretti guidava lo Stabile. Ricorda Gregoretti: «Conobbi Luigi Firpo una sera, nel suo salotto, nella primavera del'86. Quella sera dell'86 i "mitici" Firpo mi avevano invitato a pranzo. Si trattava di una seduta d'esame e ne ero del tutto cosciente. Sui divani a semicerchio sedevano i frequentatori più scelti e assidui della dimora: un tiro incrociato di sguardi su di me, incauto bersaglio sacrifica- le». «Non so se per dispetto o per paura tenni tutta la sera cistinatamente chiusa la bocca. Seppi qualche tempo dopo che Firpo aveva così commentato la mia condotta: "Deve essere uno di quei tipi che lasciano l'intelletto al guardaroba"». Un giudizio poco lusinghiero, che non impedì ai due di diventare - racconta ancora Gregoretti - «amici per la pelle». «Io osavo perfino sfotticchiarlo un po', cosa che lui mi permetteva con l'autoironica condiscendenza di un Carlo V verso il suo nano». Il regista, proprio in memoria dello studioso, docente universitario, critico e saggista, presenta oggi un'insolita traduzione per la scena dei «Cattivi pensieri»: rubrica che Firpo firmò, sulla Stampa, a partire dal dicembre del 1976. Da quel «dizionario filosofico o breviario per laici, in cui infatuazioni e luoghi comuni del nostro tempo sono oggetto di una critica spesso definitiva» - la definizione è di Laura Salvetti Firpo, moglie dello scrittore ecco una serie di scenette o dialoghi, interpretati da vari attori che si alternano via via nel ruolo di Firpo: Roberto Bisacco, Mario Maranzana, Angelo Scarafiotti, Marco Spiga e Giorgio Lupano. Con loro dialogano studenti, poliziotti, signore (impersonati da Diana Collepiccolo, Enrico Dusio, Lorenzo Iacona, Irene Ivaldi, Alessadro Marrapodi e Simona Nasi), accompagnati al pianoforte da Gianluca Angeullo. Lo stesso Gregoretti condurrà la serata, curata da Carmelo Giammello. Il percorso attraverso il Firpo-pensiero, la sua ironia, il suo rigore intellettuale, si snoda tra capitoli più leggeri, come «Firpo e il cibo» e «Firpo e il gentil sesso» e temi impegnativi: dalla politica al linguaggio della comunicazione. Silvia Francia Nellafoto grande Luigi Firpo Sotto, Irene Ivaldi e Ugo Gregoretti Nelle immagini in basso Piero Nuti e Adriana Innocenti
Luoghi citati: Torino
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