di Stefano Delia Casa

di Stefano Delia Casa di Stefano Delia Casa DOPO essere stato il critico cinematografico de l'Unità, Paolo Gobetti uscì dal partito comunista in seguito ad un dibattito sul rapporto tra la militanza politica e il cinema che fu iniziato proprio da lui e che coinvolse per un lungo periodo gli intellettuali di sinistra dopo lo choc loro procurato dall'invasione sovietica dell'Ungheria. Da allora Gobetti continuò ad occuparsi di documentare la storia del cinema e quella della Resistenza fondando riviste, scrivendo libri e aprendo l'attività dell'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. E lo fece in totale autonomia affrontando anche qualche difficoltà, come lui stesso ha ricordato intervistato da Goffredo Fofi a proposito di «Scioperi a Torino», il film da lui realizzato nel 1962 assieme a Carla Gobetti e a Franco Fortini che scrisse i testi. «Le reazioni del sindacato e dei comunisti furono indecise. L'Unità lo recensì parlando di montaggio anarco-sindacalista, una curiosa categoria estetica, ma la Commissione cinema del partito voleva comprarne delle copie da distribuire e il film fu presentato al X Congresso. Dopo, il funzionario della Commissione cinema mi ha detto: «Ti scrivo in settimana per definire gli accordi del nostro acquisto». Ma non se ne fece niente, era intervenuto un qualcosa da parte del sindacato, c'erano - credo certe frasi di commento che non gli piacevano ma non si riuscì mai a sapere quali. Ebbi un colloquio con la Rossanda, responsabile culturale, che propose una discussione molto aperta con Garavini, Fortini, lei e io, ma non si riuscì a combinarla e le spese restarono tutte sulle mie spalle». SH9R fièri z

Persone citate: Carla Gobetti, Fortini, Franco Fortini, Garavini, Gobetti, Goffredo Fofi, Paolo Gobetti, Rossanda

Luoghi citati: Torino, Ungheria