SIGNORI, LE ORCHESTRE! di Leonardo Osella
SIGNORI, LE ORCHESTRE! CLASSICA SIGNORI, LE ORCHESTRE! Tutto Strauss con Zubin Mehta 1 Uto Ughi tra Mozart e Paganini SE la musica americana costituisce la caratteristica di questa edizione 1999, naturalmente il Festival torinese settembrino propone sempre invitanti appuntamenti legati al repertorio classico. E anche i nomi sono tra i più altisonanti. Ecco dunque sabato 11 presentarsi, alle 21 al Lingotto, Zubin Mehta alla testa della Bayerischer Staatsorchester e in compagnia del soprano Soile Isokowsky. Il prò- ' gramma è dedicato a Richard Strauss, di cui Mehta è direttore adattissimo, data la sua abilità di affrontare analiticamente una partitura esaltandone anche i minimi particolari. Si inizierà con «Don Juan», il poema sinfonico che esalta con la sua vilalistica potenza i valori affermativi dell'esistenza: il protagonista della composizione, ispirata al «Don Giovanni» di Lenau, travolge ogni ostacolo nel soddisfacimento dei suoi desideri, e la musica asseconda con efficacia un simile assunto. Si passerà quindi a un capolavoro del crepuscolo straussiano, gli «Ultimi quattro Lieder», sgorgati felicemente dalla fantasia d'un musicista già ultraottuagenario che conserva la freschezza sorgiva di un giovane. La" conclusione della serata toccherà alla «Alpensinfonie», una pagina pletorica e non certo profonda, ma che desta sempre lo stupore del pubblico per il virtuosismo tecnico: la partitu¬ ra è nettamente descrittiva e accompagna il trascorrere di una giornata in montagna dall'alba al tramonto. Il clou della singolare sinfonia è l'episodio della tormenta, in cui tutta l'orchestra (amplissima, comprendente perfino il raro Heckelphon, un oboe baritono, e l'eolifbno che imita il sibilo del vento) è chiamata a scatenarsi. Un altro «big» della musica sarà martedì 14 alle 21 al Lingotto come direttore e violinista: è Uto Ughi, con l'Orchestra da Camera di Mantova. L'avvio della serata è con Mozart. Subito il «Divertimento in fa maggiore per archi K.138», terzo di un trittico nato nel 1772 dopo il secondo viaggio in Italia; e in effetti lo stile italiano era prò- prio quello richiesto alla corte salisburghese dell'Arcivescovo Colloredo. Ecco poi, ancora di Mozart, il magnifico «Concerto in la maggiore K.219», alato e magico, la cui spiritualità trova a sorpresa sbocco nell'inserto alla turca nel Rondò finale. Infine Ughi imbraccerà nuovamente il violino per affrontare le diavolerie funamboliche del «Quarto Concerto in re minore» di Paganini. Anche la produzione cameristica troverà spazio. Lunedì 13 e martedì 14 alle 17, in Conservatorio, il celebre pianista russo Evgeni Koroliov chiuderà il capitolo bachiano iniziato l'anno scorso con il primo libro del «Clavicembalo ben temperato» : in questi due giorni diluirà i 24 preludi e fughe del secondo libro, nelle varie tonalità. Giovedì 16 alle ore 17 è poi previsto al Piccolo Regio il primo dei due appuntamenti dedicati a Schubert (l'altro si terrà sabato 18 in Conservatorio). Carlotta e Giacomo Fuga eseguiranno la «Fantasia in do minore per piano a 4 mani», il tenore Kang Sin-Mo accompagnato da Ida Iannuzzi canterà alcuni Lieder. Sarà anche l'occasione per presentare il volume «Franz Schubert nel ricordo degli amici», edito dalla Edt a cura di Enzo Restagno, del quale Paola Roman leggerà alcuni stralci. Leonardo Osella Solini, Zubin Mehta, a fianco Uto Ughi, a sinistra Soile Isokowsky. Sotto, nell'ordine, Dino Saluzzi e Michael Daugherty 1
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