Vicini e lontani

Vicini e lontani Vicini e lontani Pietervon Balthasar Si dice, si dice, si dice... Di lui, Pieter von Balthasar, solo ammirate e stupefatte dicerie. Qualcuno afferma che sia di origine fiamminga, qualcuno mormora che si occupi di architettura, altri sostengono che scriva di musica, altri ancora giurano che semplicemente ami giocare. In compenso, indifferenti della sua vera identità, tutti sì lasciano stregare quando espone i suoi sberleffi al tempo (nature morte ricreate con il gusto dell'antica tradizione fiamminga, un delirio di pergamene, candele, cestini di frutta, vecchie Bibbie e damaschi) o quando propone inediti collage di foglie che civettano con suggestive architetture di giardini assolutamente immaginari. Si dice, si dice, si dice... Di lui si dice che abitasse in una chiesa sconsacrata, di lui si afferma che possegga un immenso tavolo di lavoro trasportabile, dotato di cassetti segreti per nascondere gli strumenti delle sue magie: matite colorate, cere, pimenti, foglie, pergamene sbiadite, misture invecchianti dai contenuti misteriosi. Ma di lui si dice soprattutto (ed è l'unica verità in un rimando di raffinate invenzioni) che è un uomo di grande intelligenza, gusto e cultura, doti indispensabili, più che gli strumenti alchemici, appunto, per esaltare la poesia dell'inganno, per scherzare con il Tempo, per sorridere del mondo. Forza della suggestione: alla sua ultima vernice, nella sua autentica celata identità, ha chiacchierato a lungo con una signora che gli ha confidato di essere stata fidanzata con von Balthasar... Giuseppe Boresta Che cos'è l'arte? Pino Boresta se l'è chiesto mille volte, poi lo ha domandato ad altri con insistenza per capire, per condividere, per comprendere. Lo ha chiesto dapprima ai suoi amici più intimi, poi ai conoscenti, poi agli amici degli amici, infine agli sconosciuti. Non soddisfatto ha deciso di condurre un'indagine volante, scegliendo a caso i suoi interlocutori, appostandosi un pomeriggio, verso le diciotto, in un sottopassaggio metropolitano, tra pendolari e passanti. Ha distribuito un cartoncino con la domanda e una penna per la risposta. Risultato: l'arte è nella fantasia, l'arte è tutto ciò che ci circonda purché la si riconosca, l'arte si vive, l'arte è provocazione emotiva. A questo Pino ha aggiunto la sua personale convinzione che compito dell'artista è creare degli ambienti che liberino il comportamento delle persone dalla noia in cui si trovano, progettare nuove attività, inventare situazioni. Risultato, Pino si è messo a fare lo sciuscià. Avete capito bene: si è messo a pulire e lucidare le scarpe convinto di realizzar un'opera d'arte, sicuro che un buon uso di spazzole e stracci, cere e lucidi è artistico come l'uso di tavolozze e pennelli, tempere e oli. Pino ha pulito e lucidato scarpe di ogni tipo al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Link di Bologna. Sempre con grande successo, sempre rilasciando, a prova dell'avvenuto fatto, un certificato, un'autentica in tutta regola, con tanto di timbro e firma deH'«ultimo degli Sciuscià», un artista di cui sentiremo ancora parlare.

Persone citate: Giuseppe Boresta, Pino Boresta

Luoghi citati: Bologna, Roma