Adelia di Donizetti amore e belcanto

Adelia di Donizetti amore e belcanto DISCHI CLASèl.èAJ^; ' / J» Sandro Cappelletto Adelia di Donizetti amore e belcanto DUE anni di celebrazioni, complici incrociate ricorrenze natali e mortali, hanno allargato lo sguardo sull'opera di Gaetano Donizetti, tentando di farci conoscere, oltre ai pochi soliti noti, altri titoli della sua eccessiva produzione. All'inizio degli Anni Quaranta dell'Ottocento, il bergamasco (1797-1848) dalla sensibilità esasperata doveva dividersi tra i teatri di Parigi, Vienna, Napoli, Roma, difendendosi dalle invidie di Berlioz e Wagner. Convegni, mostre, nuovi allestimenti, hanno appunto tentato di dimostrare la dimensione europea del suo successo e delle sue qualità. Difficile stabilire quanto consapevole delle nuove esigenze della drammaturgia operistica del tempo sia «Adelia». Questa «opera seria» in tre atti su affaticato libretto a quattro mani di Romani e Marini debutta all'Apollo di Roma nel 1841 e finisce presto in soffitta; la prima ripresa novecentesca, voluta dal Teatro Carlo Felice di Genova nel 1998, rivive ora in un disco, ben registrato dal vivo, della collana Opera della BMG-Ricordi (cofanetto di due compact, lire 60.000; trama e libretto, lucido saggetto di Roger Parker, autore dell'edizione critica dell'opera). Il soggetto è uno stereolipo romantico: siamo in Borgogna, nel fosco 1300. Adelia, figlia di Arnoldo, capo degli arcieri, è amata da Oliviero: lui è nobile, lei no, il duca Carlo è contrario alle nozze, Adelia ne patisce, arriva a un passo dal delirio passaggio immancabile nelle opere del più grande ritrattista in musica della follia femminile - prima dell'appiccicato lieto line: Arnoldo viene insignito di un Idioletto nobiliare, amore e leggi son salvi. Il mestiere di Donizetti è sicuro, anche abusato; «Adelia» è la tipica opera per cantanti: o la tirano su loro, oppure il prodotto resta di serie. Mariella Devia ha molte occasioni per ribadire il proprio stile, capace di unire agilità belcantista a spessore drammatico; Octavio Arevalo, Stefano Antonucci, Boris Martinovic completano degnamente il cast. John Neschling guida l'orchestra e il coro del teatro genovese rispettando le esigenze dei cantanti. 11 disco non sfuggirti ai donizettiani più esigenti, ai devoti alla Devia. UN'OPERA SCONOSCIUTA SCRITTA APPOSTA PER CANTANTI VIRTUOSI. QUI MARIELLA DEVIA RIBADISCE IL SUO STILE UN'OPERA SCONOSCIUTA SCRITTA APPOSTA PER CANTANTI VIRTUOSI. QUI MARIELLA DEVIA RIBADISCE IL SUO STILE

Luoghi citati: Genova, Napoli, Parigi, Roma, Vienna