Amori, colori, aria di Capri Quando Neruda donava una fior di Angela Bianchini
Amori, colori, aria di Capri Quando Neruda donava una fior RITRATTI Angela Bianchini Amori, colori, aria di Capri Quando Neruda donava una fior EX Libris»di Claretti! Cerio tratta di libri, ina tratta soprattutto di «incontri a Capri con uomini e libri». Paragonato alle tante rievocazioni delle favolose stagioni dell'isola risulta molto diverso, proprio perche diversa è la personalità della Cerio. «Durante la prima parte della nostra infanzia, noi quattro fratelli vivevamo nell'isola di Sylt., all'estremo Nord della Germania, e venivamo due volte l'anno in vacanza a Capri, il paese d'origine di nostra madre. Qui sua sorella conduceva alla Marina Piccola la pensione ereditata dal padre Augusto Weber... Comincio cosi, sommessamente, la storia di Claretto e di Capri e continua: «Alla morte di nostro padre io avevo sette anni... per mantenerci nostra madri! prese la conduzione di una piccola fabbrica di biscotti che nel 1939, allo scoppio della guerra, dovetti; chiudere a causa del razionamento, Allora decise di trasferirsi con noi a Caini dalla sorella, temporaneamente. Disse: "Era poco torneremo a Sylt. La guerra non può durare"... Quando finalmente terminò, in Germania avevamo perso tutto e noi quattro quasi adulti eravamo diventati capresi». Tanto caprese divenne Claretta che sposo il cittadino più famoso di Capri, Edwin Cerio, l'autore di «Aria di Capri» e di altri libri, ina anche scienziato e tecnico che aveva alle spalle una «vita movimentata di successi in campi diversi», fra i quali, negli anni che precedono la Prima guerra mondiale, la carriera di ingegnere progettista nei cantieri Krupp. «Quando diciottenne tornai a Capri e ci rivedemmo Edwin aveva compiuto settantanni», scrive Claretta. «Oggi mi sembra di essere esistita anche io come lui fin dal 1875 per l'intensità con la quale mi sono immedesimata nelle sue esperienze e ho acquisito per mio il suo vissuto». L'unione, «eccezionale agli occhi di molti, per noi ovvia, naturale e mai messa in discussione», fini, soltanto con la molte di Cerio, dopo quindici anni intensi. Ed è probabile che proprio al «vissuto» di Cerio, il libro di Claretta debba non solo la conoscenza profonda di un'antica e autentica Capri, ma anche il tono, scanzonato e passionale insieme che rievoca le più varie frequentazioni locali e internazionali. Figure quasi mitiche di artiste poverissime, la pittrice Lucy Flannigan, che per anni fu ospitala e aiutata nella pensione Weber, la Giulia Caracciolo che viveva e insegnava nel palazzo che le crollava addosso, la pianista Marguerite Hoffmann che possedeva come unico bene un immenso pianoforte a coda, baroni tedeschi tornati come fantasmi dopo la guerra, scrittori anglosassoni famosi si affollano su un palcoscenico a cui il paesaggio di Capri fa appena da sfondo. Di tutti i ritratti, il più originale è quello dedicato a Pablo Neruda: rappresenta, poi, il complemento della mostra «Pablo Neruda in Italia» dedicata al poeta dall'Istituto latinoamericano di Roma. Neruda, arrivato in Italia nel gennaio 1952, assediato da difficoltà politiche e private, trovò rifugio, insieme al suo nuovo amore, poi divenuta sua moglie, Matilde Urrutia in una piccola casa sulla via Tragara, sottostante a quella dei Cerio. Anche Edwin e Claretta che li avevano accolti erano innamorati, si erano appena potuti sposare e aspettavano un bambino. Fu dunque, per le due coppie, un periodo magico di «amor y poesia cada dia» che Neruda, al di là dei versi di «Las uvas y el viento», volle ricordare, dopo la partenza, in modo singolare. Inviò da Mosca, a Claretta, attraverso molteplici conieri diplomatici e telefonate internazionali, un pacchetto microscopico che finalmente la raggiunse. Era un fiorellino di plastica rosa. «Per Claretta una fior - Palilo» di cui soltanto lei intese la portata. I Pablo Neruda: trovò rifugio a Capri nel 1952
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