A la Brigue, una chiesa tatuata

A la Brigue, una chiesa tatuata LUNGO IL TRACCIATO SABAUDO CHE PORTA A NIZZA VIA CUNEO A la Brigue, una chiesa tatuata WEEKEND Giovanni Tesio PAGA il viaggio, si diceva in Piemonte per manifestare la soddisfazione di una cosa vista. A «pagare» il viaggio questa volta sono gli affreschi quattrocenteschi di Giovanni Baleison e di Giovanni Canavesio nel santuario di Notre Dame des Fontaines a La Briguo, una chiesetta interamente tatuata. Originali soprattutto gli affreschi del Canavesio, un prete pinerolese attivo nel Quattrocento anche nell'entroterra ligure, da Pornassio a Diano Castello, da Taggia a Triora, a Pigna (come sa chi abbia letto Ribes di Nico Orengo). Cinquecento figure di una via crucis popolarissima e di un giudizio universale di rustica immediatezza, con un Giuda impiccato di impressionante e grottesca efficacia figurale. Arrivarci è facile. La strada è quella che dalla Val Vermena- gna e dtl colle di Tenda sprofonda in Val Rqja. E' il vecchio tracciato sabaudo che porta a Nizza per la via di Cuneo. Ideale per chi, scartando i nuovi percorsi di massa, ama ancora circondarsi d'una natura rocciosa. Da Tende fino a Breil il percorso è uno, poi al bivio di Breil si decide: o a sinistra verso Ventimiglia in un tratto più ordinario, o a destra verso Nizza in un tratto sicuramente più panoramico verso il Col de Brouis incontrando Sospel. Ma prima di Breil le tappe notevoli, che si possono fare abbastanza comodamente in una sola giornata, sono almeno tre. Con un po' di gusto della flànerie e un po' di resistenza a tabelle di marcia troppo indaffarate, consigliabile fermarsi a Tende per vedere il «Museo delle Meraviglie». Tra diorami dell'età primitiva e calchi di incisioni del Monte Bego (autentica la stele cosiddetta del «capo tribù» sottratta agli oltraggi di un turismo ineducato), un'efficace simulazione didattica del più sug¬ gestivo museo en plein air delle Marittime. Ma non meno opportuno farsi tentare dal borgo medioevale, andando per salite acciottolate fino al cimitero e poi alla torre dell'orologio, da cui lo sguardo può dominare sul vecchio abitato raccolto intorno ai colori rosso-arancio della cattedrale cinquecentesca. Scendendo a Saint Dalmas de Tende, prima digressione. Svoltare a sinistra verso La Brigue e poi, scavalcando due volte le acque della Levenza, non mancare la tappa centrale di Notre Dame de Fontaines, quella che può dar senso all'intero viaggio. Una chiesa eremitica, costruita in prossimità di sette sorgive d'acqua fresca e limpida che scaturiscono a distanza di qualche metro l'una dall'altra, un tempo meta di pellegrinaggi lustrali e oggi luogo riparato ai soste molto più profane. Poi ritornare verso La Brigue e riprendere la statale verso Fcntan. A Fontan seconda digressione, per inerpicarsi questa volta verso Saorge, dove ad attrarre non saranno tanto i singoli monumenti (la parrocchia affacciata su Place de l'Eglise anche ricordata con il più antico toponimo dialettale di «Ciassa da Gejia», e poi il monastero dei francescani o la cappella romanica della «Madonna» del Poggio), ma invece il fascino di tutto l'abitato con il belvedere a picco sulla Roya. Nel riprendere la strada verso Breil, assolutamente da non perdere lo spettacolo di Saorge visto di sotto. Per farlo in tutta sicurezza è consigliabile fermarsi su una piccola piazzola in capo al Pont du Commun (per chi va da Breil a Fontan la vista è obbligata, ma non altrettanto per chi va da Fontan a Breil) in un punto di visuale difficilmente eguagliabile. Saorge vi appare intagliato nella stessa roccia grigia del suo sfondo. Semplice e addossato come i villaggi di sughero dei presepi d'una volta. Lunare e scabro come una fantasia di pietra. Una veduta di Saorge