A Patmos, tra monaci e vip aspettando l'Apocalisse

A Patmos, tra monaci e vip aspettando l'Apocalisse MITO E SACRALITÀ' NELL'ISOLETTA PIÙ' A NORD DEL DODECANNESO A Patmos, tra monaci e vip aspettando l'Apocalisse REPORTAGE Sandra Artom NELLE isole greche le case e le chiesette bianche e azzurre, il mare e persino i sassi delle spiagge, mantengono l'impronta di un passato mitico che sprigiona fantasie felici. Patmos, l'isoletta più a Nord del Dodecanneso, di fronte alla costa turca all'altezza di Efeso, al mito aggiunge la sacralità. Una sacralità di tutto rispetto perché è qui che in una caverna, Giovanni, fra il 70 e il 100 dopo Cristo, scrisse l'Apocalisse. Per molto tempo quel profeta è stato identificato con l'apostolo Giovanni, l'autore del quarto Vangelo, e ancora oggi la Chiesa continua a ritenerlo tale. I filologi, invece, non sono più così sicuri che sia proprio quel Giovanni, figlio di Zebedeo, ad aver scritto l'Apocalisse. A farlo pensare sono soprattutto le differenze stilistiche fra le due opere. Gli studiosi ritengono che si possa trattare di un giudeo-cristiano di nome Giovanni, mandato in esilio a Patmos dall'imperatore romano, il quale durante quel periodo scrisse l'opera profetica. Questo è quanto sostiene, fra gli altri, Edmondo Lupieri, il curatore dell'ultima edizione dell'Apocalisse pubblicata dalla Fondazione Valla. La visione del Profeta avvenne proprio qui, in una caverna oggi trasformata in cappella, meta obbligata dei torpedoni di turisti che quasi giornalmente sbarcano nel porticciolo di Skala, sotto il solleone. La caverna di Giovanni è seminascosta dietro una curva della strada che porta verso Hora, il paese nobile di Patmos, arroccato sul punto più alto dell'isola:" una manciata di case e palazzetti candidi a far da cornice alle alte mura che proteggono il Monastero. La grande costruzione monastica, all'interno delle mura, domina l'isola non soltanto perché è situata sul punto più alto, ma perché i monaci esercitano un potere quasi feudale sul paese. A Hora oltre alle splendide dimore, perlopiù antiche, ma continuamente ritoccate con la calce che le rende candide, ci sono solo alcuni ristoranti, qualche caffè, poche e discrete boutiques e negozi di cibarie. Nessuna discoteca e rumore sgradevole disturba la quiete delle stradine di pietra, e a simboleggiare il potere dei monaci, due volte alla settimana, la vasta cisterna di loro proprietà, distribuisce un po' d'acqua alle cisterne delle case che raccolgono la pioggia dell'inverno e della primavera. Il mondo moderno delle discoteche, degli alberghi e del traffico si ferma nei paesini di Skala e di Kambos. All'interno del Monastero vivono i monaci di clausura nelle loro cellette e vi lavorano giornalmente i pope, vestiti di blu o di grigio secondo le diverse gerarchie, che vivono nell'isola con le loro famiglie. Il centro religioso fondato nel XI secolo da Osios Christodulos è uno dei più importanti d'oriente e custodisce una preziosa biblioteca con manoscritti, incunaboli, antichi testi fra i quali spicca il «Codex Porphirius», con le sue lettere d'oro e d'argento scritte su una sottilissima pergamena tinta di rosso. Bizantinisti e studiosi del Medioevo trovano qui materiale prezioso per i loro studi. Come spesso accade, uno dei primi turisti dell'isola è stato un inglese, che ha ristrutturato un'antica casa di Hora, non lontana dalla cattedrale da cui risuonano i canti dei monaci durante le fastose funzioni ortodosse. Teddy MillingtonDrake è scomparso qualche anno fa lasciando i suoi delicati acquarelli ad amici e collezionisti. Era un uomo piccolo di statura e spesso lo si vedeva aggirarsi con un cestino da cui usciva la testa curiosa di un'anatra. Un normale cagnolino sarebbe stato troppo banale per questo dandy che passava molti mesi, solo o con qualche ospite, nella sua fascinosa casa coperta di Kilim. Nella casa dei leoni, quasi all'entrata di Hora, dalla terrazza bianca e azzurra con due leoncini alla base dei pilastri, ha la sua residenza estiva una delle più antiche famiglie dell'aristocrazia bizantina, i Bysanthios, mentre di fronte, il fratello di Karim Khan, Amin, possiede una casa che spesso presta o affitta a star internazionali. Molta emozione aveva creato anni fa fra i turisti l'apparizione della pop star David Bowie, ma gli abitanti erano abbastanza indiffereii ti. Negli anni Patmos è diventata una meta sempre più ambita dai vip che qui possono affittare case assai più attraenti di qualunque residenza caraibica. Arredate col gusto sobrio e raffinato, imposto una ventina d'anni fa dall'architetto greco alla moda, Stefanidis, sono molto articolate, con giardini interni, patii e terrazze a diversi livelli che offrono una vista impagabile. L'isola è molto lontana da Atene e per raggiungerla c'è una nave che impiega dieci ore, oppure si può prendere un piccolo aereo che scende a capofitto sulla pista dell'aeroporto di Samos, evitando con una virata d'invadere il cielo turco, e poi si prende l'aliscafo che in un'ora raggiunge il porto di Skala. La lontananza ha un appeal in più per i vip che sentono di raggiungere un luogo esclusivo. Qualche riccone frettoloso può anche affittare un elicottero, come faceva un industriale bolognese. Il gran movimento e l'affollamento maggiore naturalmente sono riservati all'agosto, negli altri mesi si può stare tranquilli e godersi anche l'esclusiva di una spiaggetta. Una volta era necessario portarsi la macchina e il gommone per muoversi con facilità, ma ci si doveva sobbarcare il lungo viaggio in nave fino al Pireo e poi cambiare nave per Patmos. Oggi, invece, c'è un servizio molto efficiente di radiotaxi con i quali si può scorrazzare dappertutto, oppure si può affittare un motorino. Con gli anni c'è stato qualche miglioramento e per fortuna poche costruzioni in più, e non a Hora. Ci sono nuovi ristoranti aperti dagli Ateniesi o da qualche greco di ritorno dall'estero, come Benetos, che offre cibi migliori e più variati della solita insalata greca o della moussaka. Il cibo è sempre un po' l'aspetto meno felice del soggiorno in Grecia, ma se si conoscono i posti giusti, si può mangiare abbastanza bene. Per esempio sulla spiaggia di Lampi, famosa per i suoi ciottoli multicolori, c'è una taverna dove si può gustare pesce freschissimo. A Hora il posto più frequentato è l'osteria di Vangelis, ma i piatti, non di gran qualità, sono gli stessi da anni. La Patmian House è in un vecchio palazzo del paese ed è gestita con un po' di prosopopea da Greci di ritorno. Fino a qualche anno fa era il locale più in, dove aveva fatto la sua apparizione, ancora bello nonostante l'avanzare degli armi, l'austriaco perverso che aveva colpito il cuore di Luchino Visconti. Pochi anni prima della sua morte Helmut Berger, seguito da una bella signora bionda e da una ragazzina, lo frequentava ogni sera. Negli ultimi tempi, prima della sua morte, sembrava aver cambiato gusti e si accompagnava con delle signore, arrivò persino al matrimonio. A Patmos sul finire degli Anni Ottanta sembrava particolarmente di buon umore, sorrideva a tutti e una sera mentre aspettavamo la nave per tornare in Italia, voleva regalarci come souvenir la sua camicia bianca col collo alla moschettiera. I molti ouzo che aveva scolato avevano fatto il loro effetto. Gli italiani che hanno occupato le isole del Dodecanneso per più di trent'anni, dal 1912 al '43, qui hanno lasciato qualche segno: gli eucalipti piantati lungo la strada per Hora per rendere salubre la zona, il curioso castelletto bianco in stile vagamente toscano che ospita la capitaneria di porto a Skala e una villetta in stile fascista, sede di quello che era il governatore, posta su una delle zone più brutte, di fronte alla costa turca. QUI, IN UNA CAVERNA OGGI TRASFORMATA IN CAPPELLA, L'APOSTOLO GIOVANNI (O UN ESULE OMONIMO) SCRISSE FRA IL 70 E IL 100 DOPO CRISTO L'OPERA PROFETICA Le case e le chiesette bianche e azzurre, il mare e persino i sassi delle spiagge, mantengono l'impronta di un passato che sprigiona fantasie felici Nessuna discoteca e rumore sgradevole disturba la quiete delle stradine di pietra BHHHHHBHHE e "* IS 111 IJL|»M. Il monastero eretto a Patmos nel 1088, in onore di San Giovanni evangelista, autore dell'Apocalisse. Una veduta del villaggio di Oia, a Nord dell'isola

Persone citate: Apostolo Giovanni, David Bowie, Edmondo Lupieri, Greci, Helmut Berger, Karim Khan, Luchino Visconti, Profeta, Sandra Artom

Luoghi citati: Atene, Grecia, Italia, Patmos