«Ho detto addio a Michael voglio una casa d'amore»

«Ho detto addio a Michael voglio una casa d'amore» Steffi Graf si racconta : la mia storia è finita dopo sette anni, accanto a me c'è un uomo nuovo «Ho detto addio a Michael voglio una casa d'amore» Stelli Gral Quando viaggio porto sempre dei libri con me. Leggo volentieri, ma non sono molto in sintonia con la poesia. Un verso tuttavia mi è rimasto in mente: «Chi non ha una casa Oggi, non se ne costruirà più». Vale anche per me, dopo settimane nelle quali sono accadute tante cose. Da un giorno all'altro non sono più una tennista professionista, dopo che il tennis era stato la mia vita. (..) Mi stupisco, tuttavia, se penso come è stalo facile l'addio, (pianto poco mi ò costato rinunciare alla sicurezza che mi dava il campo da tennis. Dovunque giocassi mi dicevo: qui sul campo non mi può succedere niente. Un passaggio quieto in una seconda vita, come mi ero sempre augurata che accadesse. Se ripenso agli ultimi anni, mi accorgo che il ricordo chiarisce gli eventi, e che il successo si accompagna a una sensazione di leggerezza. Un piaceri' ritardato. Tutto viene vissuto altrimenti, (piando si vive nel circo del tennis. Undici mesi l'anno sempre in viaggio da un torneo all'altro e sciupìi.' ad allenarsi: non conosco altri sport nei (piali la stagione duri praticamente tutto l'anno. Se potessi, ridurrei radicalmente' il numero dei tornei: ma cosa dico, non è più aliar mio. (Jiiaiido la settimana scorsa sono entrata in un ristorante di Boca Raton, il padrone mi ha salutalo dicendomi: «Che bello che lei sia qui. Ma sarebbe stato ancora meglio se agli US Open l'avesse fatta vedere ancora una volta a queste ragazzine!». Non ini sento mai troppo a mìo agio, di fronte a complimenti del genere: ma queste reazioni adesso mi toccano. Perché capisco che c'è qualcuno che ha scalpitato tutto l'anno per me, che ho davvero toccato la vita di tanic persone. E' una sensazione piacovole perché ho sempre dovuto lottare, perché ho conosciuto anche l'altra faccia della medaglia. Se sfoglio il mio diario, trovo appunti che dico- no qualcosa - forse - sugli ultimi mesi della mia carriera, «l believe, I càn fly», c'è scritto su un ed che ho spesso sentito prima dei tornei importanti. Onesta frase mi ha sempre fatto molto bene. «Credo di potere volare» l'ho annotato anche su una pagina del mio diario, e una settimana dopo di nuovo: «Credo di saper volare, adesso». Quanto costa aver la meglio sul dubbio: riuscirò a farcela di nuovo, riuscirò a ritornare in cima? «Credo che riuscirò a volare di nuovo!»: dopo la vittoria su Lindsay Davenport ai (piarli di finale dei French Open, ho avuto di nuovo con chiarezza questa sensazione. Tutto sembrava di nuovo possibile, avevo ritrovato la tranquillità, avevo di nuovo imparato a volare. La vittoria contro Martina Hingis è stata unti (lidie ultime grandi emozioni, in campo. I giornali hanno scritto di non avermi mai visto tanto distaccata. Lo so, non sono mai stata tipo da grandi gesti teatrali. Finché ho giocato, ho voluto semplicemente giocare a) meglio. Non mi interessava chi mi slava di fronte, in campo. Soltanto la mia soddisfazione interna mi importava, era questa la mia norma, a Wimbledon e nei giorni che sono seguiti. E poi ecco questi momenti nei (piali non ero più sicura di niente, nonostante i successi. Mentre i giornali parlavano del «ritorno del secolo» io avvertivo un grande vuoto in me: in un primo momento l'ho attribuito alla stanchezza, perché altre volte mi era capitato qualcosa di simile. Ma questa volta il dubbio continuava: per due settimane non sono più riuscita a dormire, continuavo a ripetermi una domanda, «Che cosa vuoi davvero, vuoi ancora giocare a tennis o no?». Nessuno poteva decidere per me, e nessuno del resto lo voleva, Ilo dovuto cavarmela da sola. E così dal dubbio è nata la decisione definitiva. Tutto è sempre ruotato intor¬ no al tennis, e poi d'improvviso si comincia a guardare le cose dall'esterno e si dice: basta. Nel frattempo ho viaggiato molto, e con la stessa furia di un tempo (...). Ma queste settimane sono state molto diverso: Michael non c'è più. Siamo stati insieme sette anni e abbiamo condiviso molte cose. Adesso ci siamo separati, ognuno di noi dovrà trovarsi la sua strada. Queste settimane dunque sono state un nuovo inizio da molti punti di vista. Sono in cammino, alla ricerca di un nuovo equilibrio nella vita. Sogno di avere una mia casa. Non potrò probabilmente ri¬ nunciare del tutto alla mia vita nomade, ma ho bisogno di un posto non importa dove nel quale mi senta a casa. A partire da dicembre ho in programma una tournee d'addio. Un'idea: perché non giocare una partita su una portaerei, sotto la muraglia cinese o in un anfiteatro romano? Sono soltanto alcuni dei sogni che mi piacerebbe si avverassero. Ancora due mesi, e alla tv cominceranno le trasmissioni sulle «persone dell'anno» e su quelle «del secolo». Anch'io ho ricevuto qualche invito: «La Graf deve farne parte», dicono. No sono onorata, ma mi basterebbe un bilancio più mode¬ sto: «C'è anche questa Steffi Graf, che ha amato il suo sport e gli ha dato tutto». Si direbbe tutto, così. (...) Un ammiratore mi ha regalato la sua raccolta di video su di me: 450 cassette, con tutti i tornei dal 1987 e le interviste. Finora ho visto molto poco su di me: finché ho giocato non ho voluto rivedermi giocare. Ma adesso potrei farlo: sono pronta, dentro, a riviverle tutte, e non escludo di arrivare magari a una conclusione: «Però, Steffi, non era per niente male questo». testo raccolto da Hanns-Bruno Kammertoens Copyright Die Zeit e per l'Italia La Stampa «Ho viaggiato 11 mesi l'anno «Non so se riuscirò ancora adesso il mio unico pensiero a volare così in alto è fermarmi in un posto sicuro» mi basterà l'affetto dei fan» Sotto II padre di Steffi Graf, Peter A lato Andre Agassi, in questi giorni indicato come nuovo fidanzato della tennista Steffi Graf, la campionessa che di recente ha lasciato il tennis

Persone citate: Andre Agassi, Graf, Lindsay Davenport, Martina Hingis, Steffi Graf

Luoghi citati: Boca, Italia