Mosco, sussurri e terrore di Anna Zafesova

Mosco, sussurri e terrore Il Presidente dovrebbe essere di nuovo operato al cuore, la figlia starebbe organizzando le dimissioni anticipate Mosco, sussurri e terrore «Eltsin cede il trono a Lebed o Prìmakov» Anna Zafesova MOSCA Un Paese scosso da scandali e impaurito dalle esplosioni terroristiche: in uno dei momenti più drammatici della crisi russa Boris Eltsin potrebbe decidere di abdicare, cedendo il suo trono a un «uomo forte». Dopo le bombe dei giorni scorsi, che hanno fatto più di 200 vittime, la tensione pohtica è sabta vertiginosamente e Mosca si riempie di nuovo di voci e scenari drammatici. Che stavolta riemergono con nuovi particolari. Il «Moskovskij Komsomolets», il più popolare quotidiano della capitale - e uno dei più informati - ha rivelato ieri che il 20 settembre Eltsin dovrebbe subire un nuovo intervento chirurgico. Secondo gli informatori del giornale, i bypass innestati nel '96 non hanno retto e il cuore inalato del Presidente deve essere riaffidato al bisturi del chirurgo. Ma l'operazione viene tenuta nel massimo segreto: il Cremlino si rende conto che rendere pubblica la debolezza del leader in un momento come questo sarebbe politicamente mortale. E così la «famiglia» presidenziale sta cercando disperatamente una soluzione. 11 cjuotidiano moscovita afferma anche che lunedì scorso Tatiana Diacenko, la figlia del Presidente, ha chiesto e ottenuto dai giuristi del Cremlino tutta la documentazione sulle modalità di eventuali dimissioni anticipate del capo di Stato. Che dovrebbero avvenire prima del 19 settembre: è l'ultimo termine per indire elezioni presidenziali da abbinare a quelle parlamentari, il 19 dicembre prossimo. O per abolire l'appuntamento elettorale introducendo lo stato d'emergenza con il pretesto del terrorismo islamico. Ma il problema principale resta il «dittatore» che prenderebbe il posto di Eltsin per garantire ordine al Paese e sicurezza alla «famiglia» del Presidente, messa alla berlina per le accuse di corruzione. Vladimir Putin, il premier nominato appena un mese fa come «erede» di Eltsin, sembra aver già perso la fiducia del Cremlino, che ora punterebbe su un candidato molto più «duro»: Alexandr Lebed. Il generale, attualmente governatore di Krasnojarsk, ha già fatto capire nei giorni scorsi che presto «potrebbe essere chiamato» a risolvere la crisi. Lebed è l'uomo che ha fermato nel '96 la guerra cecena e ora afferma di essere l'unico a poter impedire una nuova ondata di terrorismo nelle città russe. Ma nelle ultime ore qualcosa deve essere cambiato, perché ieri sera Lebed all'improvviso ha cambiato tono e ha negato qualsiasi intenzione di tornare a Mosca come salvatore della patria. Anzi, ha addirittura annunciato che il suo partito non parteciperà alle elezioni di dicembre perché «sarebbe una vergogna» misurarsi con uomini che prendono in giro la Bussia da dieci anni. Il «Moskovskij Komsomolets» nelle sue rivelazioni fa il nome di un altro, sorprendente «erede»: Evghenij Primakov, il politico più popolare del Paese. Secondo il giornale, Eltsin dovrebbe incontrare in segreto l'ex premier per mettersi d'accordo sulle garanzie di immunità per se stesso e la «famiglia». Tutto questo però potrebbe anche far parte di un attacco al Cremlino. Il quotidiano - notoriamente vicino al sindaco di Mosca Jury Luzlikov - ha anche pubblica to intercettazioni telefoniche che dimostrerebbero legami tra Boris Berezovskij, il «cassiere di Eltsin» (e di Lebed) e gli estremisti ceceni. E oggi promette nuove rivelazioni scandalose sulla «famiglia». In queste condizioni vincere il terrorismo diventa per il Cremlino una questione di vita o di morte. Ieri il premier Putin ha promesso misure durissime contro la Cecenia, i cui confini dovrebbero essere completamente bloccati nei prossimi giorni. A Grozny è stato anche chiesto di consegnare i terroristi che avrebbero già abbandonato Mosca per nascondersi alla maxiretata in corso in queste ore. I servizi segreti infatti hanno già arrestato 27 persone coinvolte negli attentati e hanno scoperto l'itinerario che ha seguito il carico di esplosivo - mascherato in sacchi di zucchero - dal Caucaso verso Mosca. Ma gli organizzatori e gU esecutori sono ancora latitanti. E manca più di una tonnellata di esplosivo che potrebbe essere già stato piazzato in qualche cantina, in attesa di un nuovo attentato. Caccia a oltre una tonnellata di esplosivo nascosta in previsione di un ennesimo attentato I ribelli hanno lasciato il Daghestan '. t Controlli alla stazione di Saratov: l'intera Russia vive nella psicosi delle bombe. A sinistra, il procuratore Skuratov

Luoghi citati: Cecenia, Grozny, Mosca, Russia