Gorbaciov: prego Dio al capezzale di Raissa di Emanuele Novazio

Gorbaciov: prego Dio al capezzale di Raissa «Se morirà nemmeno io potrò più vivere» Gorbaciov: prego Dio al capezzale di Raissa Emanuele Novazio corrispondente da BERLINO «In certe situazioni, in certi momenti si comincia a pensare a Dio». Distrutto dalla fatica e dal dolore per l'improvviso aggravarsi delle condizioni della moglie Baissa, in lotta con la morte dopo essere stata colpita domenica scorsa da un collasso circolatorio, Mikhail Gorbaciov confessa il suo riavvicinamento alla religione e alla preghiera: «Sono impotente, la sola cosa che posso fare è restare qui accanto a lei», ammette in una brevissima intervista alla «Bild Zeitung». Ma, aggiunge, «Se Raissa morirà, non potrò più vivere neanch'io. Senza di lei non riuscirò più a farcela». Ogni giorno, l'ex presidente sovietico passa dieci ore al capezzale della moglie, malata di leucemia. A dargli il cambio è la figlia Irina, 42 anni, arrivata poco dopo il ricovero della madre nella clinica universitaria di Muenster, in Vestfalia. Raissa vi ò entrata il 25 luglio, dopo un consulto fra il medico che per primo ha scoperto il male, il professor Andrei Vorobiof della Clinica Centrale di Mosca (la famosa «Zkb», la «Clinica del Cremlino») e il professor Thomas Buecherm, direttore del centro di Muenster, uno dei migliori al mondo per la cura della leucemia. Da quando ha avuto il collasso Raissa Maximovna, 67 anni, è in rianimazione in una stanza sterile: «Le sue condizioni restano molto gravi anche se stabili, la febbre è ancora alta, il decorso della malattia è aperto», confermava ieri sera Buechner. I preparativi per il trapianto di midollo con il quale si spera di sconfiggere la lecuemia, tuttavia, continuano: donatrice è la sorella Ljudmilla Titorenko, 61 anni, arrivata una decina di giorni fa da Ufa, negli Urali. «Naturalmente non abbiamo fissato ancora una data per l'intervento: bisognerà aspettare che questa crisi sia superata», avverte il direttore del centro di Muenster. Il collasso è stato quasi certa- mente provocato dall'infezione alla gola che ha colpito Baissa la settimana scorsa. D'improvviso, quando le condizioni generali sembravano migliorare, la febbre è salita, innescando una reazione a catena culminata nella crisi circolatoria e nel contemporaneo rinvigorirsi della malattia: «Le cellule tumorali, che stavano diminuendo grazie alla chemioterapia, sono tornate a riprodursi». Gorbaciov arriva in clinica a metà mattina e vi resta fino a tarda sera: poche settimane fa, in una intervista alla «Stampa», aveva confessato quanta fatica fisica gli sia costato aiutare la moglie a cambiare posizione decine di volte al giorno. Niente, in confronto alla tensione e alla paura di perderla: «Mi affido ai medici, ma sento che stare vicino a lei è vitale», aveva dichiarato: pensando a Raissa e a se stesso. L'ex presidente Mikhail Gorbaciov con la moglie Raissa Maksimovna

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