L'ultima missione dei «Signor no»

L'ultima missione dei «Signor no» Novelli, Garavini e Urbani insieme contro i referendum radicali L'ultima missione dei «Signor no» Aldo Cazzullo HANNO perduto parecchie elezioni politiche e ancor più campionati di calcio (sono quasi tutti tifosi del Torino), un impero (quello sovietico) e un grande partito, il Pei. Qualcuno dei loro compagni ha fatto in tempo a perdere con la Fiom nel '55 (contro il Valletta degli anni d'oro, però), tutti hanno conosciuto la sconfitta dell'80. Vinti, ma indistruttibili. Hanno schivato i calcinacci del Muro, superato la crisi del sindacato, digerito l'avvento della fabbrica diffusa. E il 18 aprile scorso, la notte del fallito referendum anti-proporzionale, hanno colto la più inaspettata delle vittorie, resa ancora più clamorosa dalla gaffe dell'Abacus. Riavutisi dallo stupore, hanno deciso di riprovarci. Sono personaggi come Diego Novelli e Sergio Garavini, saldamente alla testa del Comitato per il No ai referendum (anzi, all'«ondata referendaria plebiscitaria incostituzionale'»), rifondato martedì pomeriggio a Palazzo Marino, succursale della Camera. Presidente riconfermatissimo, Novelli. Suo braccio destro, Garavini, storico leader dei metalmeccanici e primo segretario di Rifondazione. Che chiameranno presto a raccolta i compagni di un tempo. Il motto potrebbe essere lo stesso di Bob Dole alle presidenziali '96, «one last mission», l'ultima missione di una generazione. Per avversari, anziché il giovane Clinton, i ragazzoni radicali. Battaglia di retroguardia? «Non condivido per nulla questa chiave di lettura - replica Novelli -. Sì, telefonerò a un po' di vecchi amici, a cominciare da Adalberto Minucci. Ma voi giornalisti non cominciate a fare amarcord o ironie. Noi ci rivolgeremo ai giovani, compresi quelli che hanno firmato i referendum perché bombardati dalla campagna "Emma for president", ma, forse, se sapessero davvero che cosa prevedono voterebbero no o si asterrebbero. E poi nel comitato sono rappresentati quattro partiti della maggioranza (Ds, Ppi, Sdi, Comunisti italiani), oltre a Rifondazione e persino Forza Italia». In effetti con Novelli e Garavini scendono in campo altri indistruttibili: Enrico Boselli e Giovanni Crema, tra i rari socialisti scampati alla furia di Di Pietro; Nando Dalla Chiesa, che come eversore ha dovuto accontentarsi di Formentini; Aldo Tortorella, profugo della sinistra del Pei. Spicca la presenza del professor Giuliano Urbani, liberale e liberista; «ma credo interpreta Novelli - che lui sia con noi per battersi ancora una volta contro il referendum antiproporzionale. Ci metteremo al lavoro subito. Nei prossimi giorni contatteremo i sindacati, per coordinare le iniziative. E contiamo ovviamente sul responso della Corte Costituzionale». Emma nopasard. Forse.